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L’Ue lancia una consultazione pubblica sui combustibili fossili non convenzionali

La Commissione europea ha aperto una consultazione pubblica sul futuro dei combustibili fossili non convenzionali come il gas di scisto (il shale gas) alla quale possono partecipare tutti i cittadini, le associazioni e gli enti pubblici. Zanoni: “Importante iniziativa per aprire il dibattito su trivellazioni potenzialmente pericolose per ambiente, clima e salute

 

La Commissione europea ha aperto una consultazione pubblica sui combustibili fossili non convenzionali e il loro impatto sull’ambiente”. Lo fa sapere Andrea Zanoni, eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente al Parlamento europeo. “Tra questi troviamo il gas di scisto, detto anche shale gas, la grande incognita del futuro energetico mondiale che potrebbe avere pesanti ripercussioni sull’ambiente”.

 

Invito cittadini, associazioni e autorità pubbliche ad esprimere le proprie opinioni fino al 20 marzo 2013 su questi combustibili – spiega Zanoni – Oggi, visto che le estrazione convenzionali sono in calo e gli sviluppi tecnologici aprono nuove possibilità, ecco alla ribalta questi nuovi combustibili, ma attenzione, ci sono molti interrogativi riguardo agli eventuali effetti su clima, ambiente e salute dei cittadini, anche viste le lacune individuate nel quadro normativo europeo”.

 

La consultazione, disponibile QUI in tutte le 23 lingue dell’Unione europea (QUESTIONARIO ITALIANO), prevede domande sulle opportunità e i problemi, le possibili misure per ridurre i rischi per la salute e l’ambiente, le misure per migliorare la trasparenza delle operazioni oltre a raccomandazioni generali relative agli interventi a livello Ue – continua Zanoni – Le risposte dei cittadini verranno tenute in considerazione da Bruxelles nella stesura della normativa riguardante questo delicatissimo argomento”.

 

Proprio per prevenire eventuali disastri in Europa, lo scorso novembre avevo presentato un emendamento alla relazione di Bogusław Sonik (polacco, popolare) che chiedeva agli Stati membri di non autorizzare ulteriori operazioni di fratturazione idraulica in Europa per lo shale gas in base al principio di precauzione e tenuto conto delle conseguenze negative per il clima, l’ambiente (con particolare riferimento all’acqua di falda) e la salute legate a questa tecnologia nonché delle lacune individuate nel quadro normativo dell’Ue per le attività legate all’estrazione del gas di scisto”, conclude Zanoni. Purtroppo l’emendamento non è passato (391 contrari, 262 favorevoli e 37 astenuti).

 

In questi giorni nelle sale italiane viene proiettato in film “Promised land” che parla proprio dei pericoli di queste estrazioni.

 

BACKGROUD

 

Le trivellazioni e lo sfruttamento del gas di scisto e del greggio estratti dallo scisto bituminoso con il procedimento detto di fratturazione è stato messo a punto e sviluppato da alcuni esperti dell’industria americana del gas. Con la fratturazione si inietta ad alta pressione negli strati di rocce scistose un miscuglio di acqua e sabbia, così da liberare il gas imprigionato nelle rocce porose. La soluzione contiene l’uno per cento di sostanze chimiche potenzialmente pericolose per la falda acquifera. Gli scienziati ritengono che queste sostanze chimiche possano contaminare l’acqua. L’anno scorso la Francia è stata il primo paese al mondo – seguito subito dalla Bulgaria – a proibire l’utilizzo di questa tecnica.

 

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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