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Borse di studio Gruppo PD: “Crescono i beneficiari ma il Veneto è in coda per finanziamenti.”. L’appello a Donazzan: “E’ un diritto sancito dalla Costituzione: lo garantisca con fondi adeguati”

 

 

(Arv) Venezia 15 apr. 2024 –     “Puntualmente, per anni, abbiamo lanciato l’allarme alla Regione sul fatto che il mancato riadeguamento delle risorse messe a bilancio per le borse di studio fosse destinato a creare un divario al limite dell’incolmabile tra aventi diritto e copertura economica. E mai come quest’anno i nodi stanno venendo al pettine. Quei 4.750 studenti idonei non beneficiari per l’anno accademico in corso nelle università venete, con un buco di risorse pari a 22 milioni di euro, lo testimoniano in maniera inequivocabile”.

 

Il quadro della situazione arriva dal gruppo dei consiglieri regionali del Pd Veneto che oggi a Padova ha tenuto una conferenza stampa. Sono intervenuti la capogruppo Vanessa Camani, assieme ai colleghi Chiara Luisetto, Anna Maria Bigon, Andrea Zanoni. Presenti anche i rappresentanti dei Giovani Democratici, Maria Grazia Roldo e Mattia Costantini.

 

Camani ha fatto in primo luogo richiamo alla Costituzione: “L’articolo 34 stabilisce che gli studenti capaci meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto a raggiungere i gradi più alti degli studi. E che la Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze che devono essere attribuite per concorso. Il Veneto di fatto non rispetta questi principi. E se i fondi nazionali sono cresciuti negli ultimi anni dai 162 milioni del 2012 ai quasi 308 milioni del 2023, contemporaneamente restano al palo, attorno agli 8 milioni annui, i finanziamenti che la Regione dovrebbe erogare. Davvero troppo poco, col risultato che a togliere le castagne dal fuoco sono stati finora gli stanziamenti straordinari e aggiuntivi, come quello di 11,2 milioni arrivato a fine 2023 dal Governo, oppure i 500 milioni distribuiti su scala nazionale grazie al Pnrr e di cui ha beneficiato anche il Veneto”.

 

“Il problema è che quest’anno – ha evidenziato la capogruppo – i milioni da recuperare sono 22 e con un bilancio che è praticamente bloccato. Il tutto in un contesto di raffronto tra Regioni che fa veramente impallidire: l’Emilia-Romagna stanzia infatti 43,5 milioni all’anno e questo garantisce la copertura per tutti gli idonei a ricevere la borsa di studio. Qui da noi questo non accade e siamo sempre costretti a lasciare all’asciutto migliaia di studenti che pur hanno diritto ai sostegni”.

 

Un’ingiustizia, secondo Luisetto e Bigon “che contribuisce ad ingigantire il fenomeno della perdita crescente di popolazione che risiede in Veneto, con previsioni davvero preoccupanti per i prossimi anni. E che crea problemi quotidiani, psicologici e anche alimentari per tanti ragazzi costretti a vivere la loro esperienza di studio in condizioni proibitive”. Zanoni ha da parte sua ricordato che “quei 22 milioni da dover recuperare per le borse di studio, corrispondono all’ammontare di risorse che la Sis, concessionaria della Pedemontana Veneta, ha indebitamente incassato e che deve versare nelle casse della Regione, secondo quanto stabilito dalla Corte dei Conti. La Giunta dovrebbe imporre la restituzione di quanto gli spetta, destinandolo ad un obiettivo così importante come la tutela del diritto allo studio”.

 

In conclusione i consiglieri dem hanno rivolto il loro appello all’assessore regionale all’istruzione: “Donazzan pensi meno alla sua campagna elettorale per le europee e dimostri di essere davvero, come lei sostiene, di parola. Servono risorse continue e adeguate: le garantisca”.

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