“Zaia governa una regione che tra le sue funzioni ha quella di approvare il Piano dell’Energia, il Piano di Risanamento dell’Aria, il Piano dei Trasporti, il Pino dei Rifiuti ovvero norme che possono determinare l’aumento o la netta diminuzione dello smog nella nostra regione.” È quanto afferma Andrea Zanoni Vice Presidente della Commissione Ambiente in Consiglio Regionale.
Zanoni in merito alle misure antismog prosegue affermando: “Con questi piani la regione potrebbe incentivare il fotovoltaico, il solare termico, le auto elettriche, l’uso di filtri per le caldaie a biomasse e per le stufe a legna, limitare l’uso delle biomasse, riciclare tutti i rifiuti evitando la loro combustione, introdurre il biglietto unico nei trasporti, ecc. agendo strutturalmente e a lungo termine per abbattere lo smog, e invece che fa ? Se ne lava le mani come Ponzio Pilato dichiarandosi contrario ai sindaci che vietano i “panevin”, i botti e introducono le targhe alterne e incolpando di inerzia il governo Renzi.
Come al solito quando ci sono problemi da risolvere Zaia se ne lava le mani e reagisce al contrario come in questo caso dove si vanta di non voler coordinare il tavolo tecnico con i sindaci previsto per legge e addirittura di andare ad accendere i “panevin”, un bell’esempio per i cittadini che invece andrebbero sensibilizzati ed informati.
Zaia così facendo parla alla pancia di tanti cittadini disinformati e ignari delle conseguenze condannando però i loro polmoni e la loro salute.
Il tutto avviene in un contesto dove: 1) l’Agenzia Europea per l’ambiente lo scorso 30 novembre ha pubblicato un rapporto che sancisce la morte prematura di 84.400 italiani ogni anno, per un totale di 432.000 europei, a causa dell’inquinamento dell’aria (quasi tutti concentrati in Pianura Padana), 2) la Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia (11 Luglio 2014) per la violazione della Direttiva sulla qualità dell’Aria, 3) l’Italia è stata condannata il 19 dicembre 2012 da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea per la violazione della medesima direttiva. Ora se arrivasse la seconda sentenza di condanna, ormai alle porte, arriveranno anche le sanzioni, arretrati compresi, che potranno superare il miliardo di euro.
Quel miliardo di euro usiamolo invece per le misure necessarie a risolvere il problema anziché pagare le multe all’Europa, così potremmo salvare la salute e la vita a migliaia di cittadini, rendere il Veneto più salubre e vivibile, aiutare il rilancio della nostra economia aiutando le nostre aziende, abbassare la bolletta della sanità che ogni anno in Veneto assorbe quasi il 90 % del bilancio ed infine contribuire in maniera sostanziale alla lotta contro i cambiamenti climatici.”