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Nucleare, stress test e prevenzione incidenti?

Zanoni: “L’unica soluzione è dire addio per sempre all’atomo”

L’eurodeputato ha votato NO ad una risoluzione approvata oggi dal Parlamento europeo sulle raccomandazioni emerse dopo gli stress test sulle centrali nucleari europee.

Zanoni: “Sono troppe le zone d’ombra, si poteva di sicuro fare di più. L’unica cosa da fare per mettere davvero in sicurezza i 500 milioni di cittadini europei è dire addio per sempre al nucleare come abbiamo fatto in Italia

 

Il Parlamento europeo ha approvato (414 favorevoli, 116 contrari, 83 astenuti) una risoluzione comune che chiede l’applicazione di alcune misure di sicurezza dopo gli stress test sulle centrali nucleari condotte in Europa in seguito al disastro di Fukushima. Andrea Zanoni, eurodeputato e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, motiva in questo modo il suo voto contrario: “Tutte queste raccomandazioni partono dal presupposto che il nucleare vada mantenuto. Non sono assolutamente d’accordo. Si tratta di una tecnologia pericolosa che ha già dimostrato gli effetti disastrosi che può scatenare. Senza dimenticare tutti i dubbi sul modo stesso in cui questi test sono stati fatti”.

 

Il Parlamento europeo, oltre all’applicazione delle raccomandazioni fatte in seguito agli stress test su 145 reattori nell’Ue e su 20 reattori al di fuori dell’Ue, che siano gli operatori delle centrali nucleari a pagare per i miglioramenti e a sostenere tutti i costi di cui sono responsabili in caso d’incidente.

Ma attenzione, le prove di stress avviate dalla Commissione e dall’European Nuclear Safety Regulators Group ENSREG avevano una portata limitata ed erano principalmente finalizzate a valutare la solidità e la capacità delle centrali nucleari di affrontare eventi esterni di estrema gravità, perciò non si può assolutamente affermare che il nucleare in Europa sia sicuro al 100 per cento”, incalza Zanoni, che ricorda anche le critiche rivolte da Greenpeace alle modalità stesse con cui sono stati condotti questi test. “Anche nel contesto di queste raccomandazioni si poteva fare di più. Per limitare oggi i rischi del nucleare ci sarebbero voluti controlli più severi e una maggior coordinazione europea, ovviamente in vista del giorno in cui tutte le centrali saranno chiuse”.

 

Senza contare che gli stessi stress test hanno rilevato non poche falle nei reattori europei dei 15 Paesi Ue che si affidano al nucleare (VEDI BACKGROUND) – aggiunge l’eurodeputato – La verità è una sola e non c’è argomento che tenga: il nucleare è una forma di produzione energetica pericolosa perché basata su procedimenti che sono pericolosi essi stessi. Si va dalla produzione di scorie radioattive ai possibili black out, per finire con l’impotenza di fronte ad eventi naturali incontrollabili”.

 

In Italia abbiamo avuto il coraggio di dire No al nucleare, per la seconda volta, grazie ad un referendum. Purtroppo in Europa non tutti hanno dimostrato la nostra sensibilità. Per questo mi auguro che prima o poi l’Unione europea trovi il coraggio di voltare pagina per sempre nei confronti di questa tecnologia pericolosa e che la sostituisca esclusivamente con fonti di energia pulite e rinnovabili”, conclude l’eurodeputato.

 

BACKGROUND

 

Ma scendiamo nel dettaglio. Le norme attuali sul calcolo dei rischi non vengono applicate in rispettivamente 54 reattori (per il rischio terremoti) e 62 reattori (per il rischio inondazioni). In 121 reattori ci vogliono strumenti sismici più efficienti, per misurare e dare l’allarme in caso di terremoto. Ben 32 reattori non presentano questi sistemi indispensabili per permettere la depressurizzazione sicura del contenitore del reattore in caso di incidente. 81 reattori non presentano attrezzature d’emergenza conservate in luoghi protetti e facilmente reperibili. 24 reattori non dispongono di un secondo locale di controllo di emergenza.

 

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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