Italia accusata dall’UE per i richiami vivi e l’uccellagione

L’Europa ha ufficialmente aperto la procedura d’infrazione contro l’Italia per l’uccellagione e i richiami vivi, con una lettera di messa in mora del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik al Ministero degli Affari Esteri. L’eurodeputato PD Andrea Zanoni ha affermato: «Dopo molti mesi di lavoro è arrivato il riconoscimento più importante che potevo desiderare a 100 giorni dalle elezioni europee. Ora farò il possibile affinché, in caso di probabile condanna e di pesantissime sanzioni, siano delle Giunte regionali del Veneto e della Lombardia con i loro Presidenti Luca Zaia e Roberto Maroni a pagare le multe milionarie dell’UE. È arrivato il momento di farla finita con questa barbara pratica dei richiami vivi, una vergogna tutta italiana».

 

 L’Europa ha ufficialmente aperto la procedura d’infrazione contro l’Italia per l’uccellagione e i richiami vivi, con una lettera di messa in mora del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik al Ministero degli Affari Esteri. (DOCUMENTO)

 

 L’europarlamentare PD Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, ha affermato: «È dal 1996 che combatto questa vergogna tutta italiana con controlli e denunce fatte in veste di Guardia venatoria e ambientale volontaria, proseguita poi in veste di eurodeputato dal settembre 2011. Avevo detto più volte che il più bel regalo che avrei potuto ricevere prima della fine del mio mandato da eurodeputato sarebbe stato quello dell’apertura della procedura d’infrazione contro l’Italia per l’uccellagione e la cattura dei richiami vivi. Questa bella notizia è arrivata a poco meno di 100 giorni dalle elezioni europee. Ora farò il possibile affinché, in caso di probabile condanna, che comporterebbe pesantissime sanzioni, siano gli assessori delle Giunte regionali del Veneto e della Lombardia con i loro Presidenti Luca Zaia e Roberto Maroni a pagare le multe milionarie dell’UE. È arrivato il momento di farla finita con questa barbara pratica dei richiami vivi».

 

I richiami vivi vengono catturati nei roccoli ovvero impianti muniti di reti da uccellagione, mezzi di cattura severamente proibiti dalla Direttiva “Uccelli” 147/2009/CE, e consegnati poi ai cacciatori per essere utilizzati come richiami nella caccia da appostamento, detenendoli per sempre in gabbie talmente piccole da non poter mai più aprire nemmeno le ali (VIDEO).

 

 «La questione è talmente complessa e grave che, oltre a rivolgermi all’Europa con interrogazioni per portare alla luce l’illegalità di questa pratica, lo scorso luglio ho deciso di scrivere una lettera al Commissario Ue Janez Potočnik e ho presentato dei dossier all’Unità Ambiente che seguiva la possibile apertura della procedura d’infrazione – ha proseguito Zanoni – Ho sempre creduto che prima o poi sarebbe arrivato il momento della messa sotto accusa dell’Italia. Oggi è una giornata storica per tutti quelli che si sono battuti per far finire il maltrattamento che subiscono migliaia di uccelli nati in libertà e condannati a vivere in gabbiette anguste fino alla morte».

 

Con la Delibera regionale 1099 del 28 giugno 2013, la Regione Veneto ha autorizzato ben 37 impianti di cattura, per un totale di 14 mila richiami vivi catturabili. Quest’operazione è costata al contribuente ben 197 mila 750 euro e non comprende i costi che devono essere sostenuti per le Guardie provinciali, il personale degli Uffici Caccia e Pesca, i mezzi e il carburante e per i locali dei Centri di distribuzione e cessione dei richiami vivi e perciò la cifra totale potrebbe arrivare al mezzo milione di euro. 

 

BACKGROUND

 

Nel documento di messa in mora si legge che la Commissione europea “ritiene che la Repubblica d’Italia sia venuta meno agli obblighi ad essa incombenti ai sensi dell’articolo 8 e all’allegato IV, lettera a) e dell’articolo 9 della Direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, in quanto nelle Regioni Lombardia, Veneto e Toscana, è stata consentita la cattura, mediante l’utilizzo di reti, di sette specie di uccelli di cui all’allegato II della medesima Direttiva (Columba palumbus, Turdus pilaris, Turdus philomelos, Turdus iliacus, Turdus merula, Vanellus vanellus, Alauda arvensis)”.

 

La Commissione europea aveva già più volte espresso le sue preoccupazioni riguardo alla pratica della cattura di richiami vivi. In particolare, nel corso dell’indagine EU-Pilot 1611/10/ENVI con la nota del 10 dicembre 2010 indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’Italia e trasmessa alla Regione Veneto il 22 dicembre 2010, la Commissione aveva già rilevato che la pratica di autorizzare la cattura di richiami vivi con reti non rispetta la Direttiva “Uccelli” 2009/147/CE, in quanto esistono alternative al prelievo dei richiami in natura, le deroghe non sono applicate in condizioni rigidamente controllate come richiesto dalla Direttiva e le reti usate per le catture non garantiscono la selettività.

 

 Il 4 ottobre 2013, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per fermare le deroghe illegittime ripetutamente concesse per la cattura di uccelli con le reti da uccellagione da utilizzarsi come richiami vivi nella caccia da capanno.

 

Il 15 novembre 2013 il Commissario all’Ambiente Ue Janez Potočnik ha fatto sapere, in risposta all’interrogazione, che l’Europa ha avviato indagini a carico in alcune regioni italiane, tra cui il Veneto, e intende esaminare la delibera adottata dal Veneto nel giugno 2013. Alla fine verranno valutate le misure da adottare per garantire che siano pienamente rispettate le disposizioni pertinenti della Direttiva 2009/147/CE Uccelli.

 

Il 20 novembre 2013, Zanoni ha chiesto con un’interrogazione alla Commissione europea di aprire la procedura d’infrazione per l’Italia per il massacro di uccelli catturati nei roccoli con mezzi proibiti dalla Direttiva Uccelli e destinati a diventare richiami vivi, una strage testimoniata dall’agghiacciante filmato realizzato da ignoti in un centro di distribuzione dei richiami vivi dal quale risulta che alcuni soggetti di Tordo sassello, Tordo bottaccio e Merlo, detenuti tra l’altro in singole cellette, privi di acqua e cibo, erano deceduti dopo la cattura. (VIDEO)

 

Già, l’8 novembre 2012, Zanoni aveva depositato un’interrogazione-denuncia alla Commissione Europea. Il Commissario UE all’Ambiente, Janez Potočnik, in risposta, il 15 gennaio 2013 aveva sottolineato che “ai sensi della Direttiva 2009/147/CE (direttiva «Uccelli selvatici») per tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nell’UE, gli Stati membri vietano la cattura deliberata e la vendita, il trasporto per la vendita, la detenzione per la vendita, nonché l’offerta in vendita di uccelli vivi e di uccelli morti” e ha ricordato che “è pertanto un chiaro obbligo per le autorità degli Stati membri istituire un sistema opportuno di attuazione e applicazione dei divieti summenzionati e delle relative disposizioni”.

 

Il 21 ottobre 2013, la Polizia Provinciale di Verona ha sequestrato un impianto di cattura (prodina) in località Pace nel comune di Brentino Belluno (VR) dove esemplari di Allodola venivano catturati e consegnati direttamente a persone che attendevano nascoste vicino all’impianto.

 

Il 14 novembre 2013, il Roccolo Casa Antolini nel comune di Negrar (VR) è stato chiuso e posto sotto sequestro in seguito ad un’operazione condotta dall’Ispettore del Corpo Forestale dello Stato Dottore Benciolini in collaborazione con le Guardie della Provincia di Verona. Il roccolatore è stato accusato dei reati di uccellagione e peculato.

 

Nella notte tra il 10 e l’11 dicembre 2013, nell’impianto di cattura Zovetto in località Monte Zovetto nel Comune di Roana (VI) è stato catturato un raro esemplare di Civetta capogrosso (Aegolius funereus). Il povero uccello è morto dopo essere rimasto intrappolato durante la notte nell’impianto lasciato attivo ed incustodito. Il 19 dicembre 2013, l’eurodeputato Zanoni ha presentato una domanda di accesso agli atti alla Provincia di Vicenza e ha informato del grave fatto accaduto l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e la Direzione Generale Ambiente della Commissione europea.

 

L’eurodeputato Zanoni ha tenuto un ciclo di conferenze dal titolo “Basta richiami vivi e uccellagione. Una tortura legalizzata in barba alla Direttiva Uccelli 2009/147/ CE” che è stato inaugurato in ottobre a Verona per proseguire a Vicenza, Montegrotto Terme (PD), Pedavena (BL), Mestre (VE), Conegliano (TV) e Bologna.

 

In occasione della conferenza tenuta a novembre scorso a Vicenza, l’eurodeputato è stato intervistato dall’inviato di “Striscia la Notizia” Edoardo Stoppa. (VIDEO).

 

Il 10 novembre scorso, a Schio (VI) l’eurodeputato Zanoni ha guidato il corteo di 200 animalisti al Roccolo Rossi in località Tretto, insieme ai rappresentanti del Coordinamento Protezionista Veneto che riunisce moltissime associazioni animaliste hanno raggiunto il roccolo per dire “Basta richiami vivi e uccellagione”. Tra le sigle presenti LAC, LAV, ENPA, LIPU, WWF, NO alla CACCIA, UEPA, OIPA, ANIMALISTI VERONA e ANIMALISTI ITALIANI. (VIDEO E FOTO)

 

 Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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