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Sequestrato e chiuso un impianto di cattura di uccelli della Provincia. Zanoni: “La Provincia di Verona chiuda tutti i roccoli e prodine”

Sequestrato e chiuso un roccolo a Negrar (VR). Responsabile accusato di uccellagione e peculato. Si tratta di un dipendente della Provincia di Verona che abusava della sua posizione. L’eurodeputato Andrea Zanoni: “Ringrazio il Corpo Forestale dello Stato per l’importante operazione. Adesso bisogna chiudere i roccoli e prodine in tutto il Veneto perché si usano le reti da uccellagione, un mezzo vietato dalla Direttiva Uccelli 2009/147/CE

 

Giovedì 14 novembre il Roccolo Casa Antolini nel comune di Negrar (VR) è stato chiuso e posto sotto sequestro in seguito ad un’operazione condotta dall’Ispettore del Corpo Forestale dello Stato Dott. Benciolini in collaborazione con le Guardie della Provincia di Verona. Il roccolatore è stato accusato dei reati di uccellagione e peculato. Uccellagione perché catturava gli uccelli che invece di venire inanellati sul posto per poi essere consegnati ai cacciatori come richiami vivi venivano trattenuti come nel caso di un bel esemplare di Merlo maschio (Turdus merula). Peculato perché si tratta di un dipendente della Provincia di Verona che abusava del proprio ruolo di dipendente pubblico. E’ stata denunciata alla Procura della Repubblica di Verona anche un’altra persona, un aiutante del roccolatore.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: “Prima il sequestro di una prodina a Pace nel comune di Brentino Belluno, adesso un roccolo a Negrar, sempre in provincia di Verona. Bisogna chiudere i roccoli e prodine in tutto il Veneto perché in queste strutture si usano le reti, un mezzo vietato da Direttiva Uccelli 2009/147/CE. Vengono catturati Tordi, Merli, Cesene e Allodole che finiscono rinchiusi per sempre in minuscole gabbiette come richiami vivi utilizzati dai cacciatori negli appostamenti di caccia. E’ necessario mettere fine a pratiche barbare come la cattura e la detenzione di questi poveri animali, cancellando l’esistenza stessa degli impianti di cattura”.

 

Nonostante i moniti dell’Ue e i perentori pareri contrari dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) istituto tecnico scientifico dello Stato, la Provincia di Verona e la Regione Veneto continuano ad autorizzare impianti di cattura muniti delle reti da uccellagione, mezzo di cattura non selettivo, vietato dall’articolo 8 della Direttiva 2009/147/CE – ha concluso Zanoni – Per questo ho chiesto alla Commissione europea di aprire una procedura d’infrazione per questi amministratori che si credono al di sopra della legge nazionale ed europea e mi sono rivolto al Presidente della Provincia di Verona, Giovanni Miozzi, sollecitando l’immediata chiusura di questi impianti che violano la Direttiva Uccelli”.

 

BACKGROUND

 

Il 4 ottobre scorso, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per fermare le deroghe illegittime ripetutamente concesse dalla Regione Veneto e dalle Provincie di Verona, Vicenza, Padova, Treviso, Venezia e Belluno per la cattura di uccelli con le reti da uccellagione vietate espressamente dalla Direttiva Uccelli 2009/147/CE da utilizzarsi poi come richiami vivi nella caccia da capanno.

 

Mercoledì 6 novembre proprio a Verona, Zanoni ha tenuto la conferenza “Basta richiami vivi e uccellagione. Una tortura legalizzata dalle Province e dalla Regione Veneto in barba alla Direttiva Uccelli 2009/147/CE”. Durante la serata è stato possibile sottoscrivere la petizione della Lipu “No ai richiami vivi”. Domenica 10 novembre Zanoni ha partecipato alla manifestazione “Basta richiami vivi e uccellagione” indetta dal CPV, LIPU, WWF, LAV, ENPA, NO alla CACCIA, UEPA, OIPA, ANIMALISTI ITALIANI e ANIMALISTI VERONA davanti ad un roccolo a Tretto di Schio (VI).

 

La Polizia Provinciale di Verona il 21 ottobre scorso ha sequestrato un impianto di cattura (prodina) in località Pace nel comune di Brentino Belluno (VR) dove esemplari di Allodola venivano catturati e consegnati direttamente a persone che attendevano nascoste vicino all’impianto, fatto oggetto di una determinazione, la n. 4704/13 del 25 ottobre 2013, firmata dal responsabile del Servizio Tutela Faunistico Ambientale dott. Ivano Confortini.

 

La Provincia di Verona, con la determinazione n. 4219 del 23 Settembre 2013 ha attivato ben cinque impianti di cattura, roccoli e prodine, per un totale di 1072 uccelli catturabili delle specie: Merlo, Tordo Bottaccio, Tordo sassello, Cesena e Allodola. La Provincia ha reso operativa la delibera della Giunta Regionale n. 1099 del 28 giugno 2013, che consentiva l’uccellagione oltre alla Provincia di Verona, anche a quelle di Vicenza, Treviso, Padova, Venezia e Belluno. Con l’uccellagione viene ancora consentita la cattura dell’Allodola (Alauda arvensis) classificata “vulnerabile” nella lista rossa degli uccelli nidificanti in Italia e in declino da 30 anni in tutta Europa e perciò specie che non può essere sottoposta a deroghe a norma della “Guida alla disciplina della caccia nell’ambito della direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici”. L’Allodola è un uccello terricolo che viene catturato con reti speciali, ovvero le prodine.   Questo l’elenco delle località dove sono in funzione gli ALTRI impianti di cattura della Provincia di Verona: località di Vallata nel comune di S. Mauro di Saline, località di Baltieri nel comune di Velo Veronese, Monte delle Brocche nel comune di Pastrengo.

 

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