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Discarica Postumia 2, la Provincia di Treviso certifichi il rispetto delle direttive Ue

Il Commissario Ue all’Ambiente risponde all’interrogazione dell’eurodeputato Andrea Zanoni: la discarica deve rispettare la direttiva rifiuti, discariche e VIA. Zanoni: “Preoccupati per la falda acquifera. Basta discariche nella zona. Le autorità incentivino il riciclo e recupero dei rifiuti

 

“Le decisioni sull’autorizzazione delle discariche sono adottate dalle autorità competenti degli Stati membri. La Commissione non interviene in tali decisioni a condizione che rispettino la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti e la direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell’impatto ambientale VIA di determinati progetti pubblici e privati sull’ambiente”. E’ la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione sulla discarica Postumia 2 di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo. Zanoni: “La Provincia di Treviso ha accuratamente verificato tutti questi aspetti prima di concedere la scandalosa autorizzazione di  ampliamento dell’impianto dagli attuali 99.000 metri cubi a 850.000 metri cubi di estensione, con autorizzazione al conferimento di oltre 1.000.000 di tonnellate di rifiuti provenienti anche da siti contaminati e da operazioni di bonifica?”.

 

Il Commissario Ue informa Zanoni che la Commissione non dispone delle informazioni sufficienti per affermare che l’autorizzazione rilasciata violi la normativa europea. “Ma questo non vuol dire affatto che la discarica sia senza dubbio in regola con le norme ambientali – incalza Zanoni – L’azienda di gestione del servizio di approvvigionamento di acqua potabile si è detta infatti molto preoccupata dal fatto che la discarica sia separata dalla falda acquifera da uno strato di ghiaia spesso solo un paio di metri e che, in base al progetto, per impermeabilizzare il fondo verrà utilizzato appena un metro di argilla”.

 

“Adesso spetta alla Provincia di Treviso fornire le prove che le direttive europee di riferimento siano rispettate dall’ampliamento di questa discarica che io, personalmente, giudico a dir poco azzardato, inoltre servono controlli, prelievi, analisi a sorpresa sui vari rifiuti in entrata – continua l’eurodeputato – Mi auguro che la Provincia consideri anche che l‘intera zona presenta già serie problematiche nella gestione dei rifiuti, dovuti alla presenza di una sorprendente concentrazione di impianti per il trattamento e lo stoccaggio caratterizzati da numerose irregolarità, basti pensare alla discarica denominata “Ex SEV” del confinante comune di Paese (TV)”, conclude Zanoni.

 

BACKGROUND

 

Zanoni ha organizzato una conferenza lunedì 13 maggio alle ore 21.00, a Villa Onigo in via Monsignor Mazzarolo 5 a Trevignano (TV) dal titolo “Discarica Postumia 2, cosa sta succedendo a Trevignano?”. Hanno partecipato Mario Zanardo, portavoce di Paeseambiente, Valerio Parisotto esperto di Legambiente ed il Consigliere comunale Gianni Pellizzari.

 

A febbraio 2013, Legambiente ha inviato un esposto al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia per chiedere di verificare la legittimità del processo di escavazione di ghiaia nella cava Postumia, sita nel Comune di Trevignano, e l’autorizzazione di discarica per inerti Postumia 2, con nuova convenzione stipulata tra il Sindaco di Trevignano e la ditta Postumia 2.

 

A seguito della presentazione del progetto di ampliamento della discarica denominata Postumia 2 in territorio di Trevignano, depositato in Comune a Trevignano in data 14.10.2010, integrato in data 10.11.2011 e soggetto a procedura V.I.A. ai sensi dell’art. 23 e 24 del D.Lgs 152/2006 e art. 23 della L.R. 10/1999 è emerso che, all’interno dell’area interessata dal progetto, esiste un sedime classificato come relitto di acque, di proprietà demaniale.

 

A luglio 2012 la Provincia di Treviso ha autorizzato l’ampliamento dell’impianto Postumia 2, passando da 99 mila metri cubi a 850 mila metri cubi con una capacità di conferimento, fino al 2019, di oltre un milione di tonnellate di rifiuti provenienti anche dai siti contaminati e autorizzando addirittura lo stoccaggio dei rifiuti prodotti da operazioni di bonifica. A marzo 2011, ben 2.600 cittadini di Trevignano avevano firmato la petizione consegnata poi in Comune per chiedere che non venisse concesso l’ampliamento e che si arrivasse alla chiusura dell’impianto di rifiuti.

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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