L’eurodeputato Andrea Zanoni presenta un’interrogazione alla Commissione europea sull’impianto sciistico di Piancavallo (PN). Mountain Wilderness denuncia diverse violazioni alla normativa ambientale Ue. Zanoni: “Le strutture sportive e turistiche non devono essere delle frustate all’ambiente”
“La Commissione europea accerti il rispetto delle direttive Habitat, Valutazione d’Impatto Ambientale VIA e Valutazione Ambientale Strategica VAS del progetto sciistico “Tremol 2” a Piancavallo, frazione di Aviano (PN)”. Lo chiede con un’interrogazione parlamentare Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo. “Le infrastrutture sportive e turistiche devono essere sempre costruite nel rispetto dell’ambiente. Troppo spesso in Italia la foga di costruire e di fare soldi causa veri e propri disastri nel cuore di paradisi naturali”.
Sotto accusa il progetto denominato “Tremol 2” consistente in un impianto di risalita (una seggiovia quadriposto) pari a metri 1.757 di lunghezza, un bar/ristoro per sciatori e un tratto di pista di 300 metri per realizzare il collegamento alla rete già esistente. Nel territorio circostante ci sono varie aree protette (Siti d’Interesse Comunitario SIC e Zone a Protezione Speciale ZPS) come la Foresta del Cansiglio, la Forra del Torrente Cellina, Magredi del Cellina e Magredi di Pordenone.
Il Movimento ambientalista internazionale Mountain Wilderness denuncia varie violazioni alle direttive “Habitat”, “VAS” e “VIA” nel corso del processo di autorizzazione dell’intero progetto. “Secondo Mountain Wilderness lo screening VINCA effettuato avrebbe riguardato solo la variante al Piano Regolatore Particolareggiato Comunale (PRPC) e non il progetto stesso – spiega Zanoni – Inoltre non sarebbe stata presa in considerazione l’incidenza sul SIC/ZPS veneto Foresta del Cansiglio, oltre ad altri dubbi passaggi che hanno riguardato l’intero processo di autorizzazione”. (VEDI NOTE)”
“Ci troviamo di fronte a tutta una serie di presunte irregolarità che mi hanno spinto a chiedere un parere tecnico alla Commissione europea. Il sospetto è che ci si trovi di fronte all’ennesima infrastruttura che troppo spesso in Italia viene costruita senza alcun criterio e in aperta violazione delle normative ambientali vigenti”, conclude l’eurodeputato.
NOTE
Secondo Mountain Wilderness, tra le varie violazioni alle direttive comunitarie, rientrerebbe il fatto che il “Piano Strategico” elaborato dalla società che ha proposto il progetto non sarebbe stato sottoposto a VAS secondo quanto prescrive la direttiva 2001/42/CE. Quanto alla direttiva VIA, sarebbe stata esclusa l’effettuazione del relativo screening solo perché la seggiovia non supera la soglia di capienza richiesta per l’assoggettabilità alla procedura ai sensi della normativa italiana. L’associazione denuncia anche la mancata applicazione dei principi di precauzione e prevenzione (art. 174, par. 2 TUE).
Sempre secondo Mountain Wilderness, non sarebbe stata opportuna la scelta di investire in infrastrutture sciistiche in una località sita in quota inferiore ai 1.800 metri, dato che, a causa del progressivo innalzamento dello zero termico in atto nell’arco alpino, questi rischieranno in futuro di rivelarsi inutili.
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