Bracconaggio: «Il Libano rispetti l’accordo sulla conservazione degli uccelli migratori dell’Africa-Eurasia che ha sottoscritto»

Il Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik ha risposto all’interrogazione dell’eurodeputato PD Andrea Zanoni, che aveva denunciato il bracconaggio di milioni di uccelli in Libano. «L’Europa si è detta molto preoccupata per la caccia di uccelli migratori in Libano e in altri Paesi del Medio Oriente, attività che si ripercuote con gravissime conseguenze anche sugli uccelli provenienti dall’Europa per i quali il Medio Oriente è un’importante rotta migratoria. Ora vedremo quali provvedimenti potranno essere adottati».

 

“La Commissione è preoccupata per la caccia di uccelli migratori in Libano e in altri paesi del Medio Oriente, poiché essa ha ripercussioni anche sugli uccelli provenienti dall’Europa per i quali il Medio Oriente è un’importante rotta migratoria”. È la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione presentata dall’eurodeputato PD Andrea Zanoni, vice Presidente dell’intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli animali al Parlamento europeo.

 

 Pur non essendo la Commissione “competente per affrontare questo fenomeno, non disponendo di strumenti per rilevare tali pratiche nei paesi terzi”, il Libano è  comunque “una delle parti contraenti dell’accordo sulla conservazione degli uccelli migratori dell’Africa-Eurasia (African-Eurasian Waterbird Agreement – AEWA) nel quadro della convenzione di Bonn. Pertanto, esso è legalmente vincolato al piano d’azione previsto dal suddetto accordo e dai suoi obiettivi di conservazione degli uccelli acquatici migratori in esso previsti”.

 

Il Commissario Potočnik ha, inoltre, sottolineato che “il dialogo con le autorità libanesi sull’ambiente avviene in genere nell’ambito dei lavori del sottocomitato per l’energia, l’ambiente e i trasporti. A causa dell’attuale situazione politica nel paese, tali contatti bilaterali hanno subito ritardi, ma la Commissione prevede di affrontare la questione alla prossima occasione”.

 

«L’impegno e la preoccupazione dell’Europa conferma la necessità di intervenire urgentemente per fermare un massacro che ha gravissime ripercussioni anche nel nostro continente – ha affermato Zanoni – Lo Stato del Libano si trova al centro di un’importantissima rotta migratoria per l’avifauna europea, meta prediletta di transito e svernamento per diversi milioni di uccelli. Il risultato è che migliaia di uccelli protetti in Europa, magari anche grazie a progetti finanziati dall’Unione europea, vengono poi sterminati a fucilate in Medio Oriente. La situazione politica in Libano in questo momento è delicata, ma la notizia positiva è che l’Europa si è impegnata a fermare la strage che si sta compiendo nei cieli mediorientali».

 

BACKGROUND

 

In Libano prospera un’intensa e gravissima attività di bracconaggio, come ampiamente descritto e riassunto in un recente report dai membri dell’associazione Comittee Against Bird Slaughtery (CABS). Il Comittee Against Bird Slaughtery (CABS), nel quale operano anche volontari italiani, denuncia lo sterminio di almeno 143 diverse specie di uccelli, tra le quali le specie a rischio del Capovaccaio (Neophron percnopterus), della Cicogna bianca (Ciconia ciconia), del Re di quaglie (Crex crex) e molte altre. Prove dello sterminio sono le stesse foto degli uccelli uccisi pubblicate dai bracconieri su Facebook.

 

Come ricordato dall’eurodeputato Zanoni nell’interrogazione presentata alla Commissione europea, l’8 gennaio 2014,  l’attività venatoria nel Paese è stata formalmente vietata sin dagli anni novanta, in seguito alle pressioni esercitate da numerose associazioni internazionali e ad accordi intercorsi in proposito con l’UE e l’ONU. Più recentemente alcuni progetti internazionali hanno ribadito la necessità di tutelare questa rotta. BirdLife international, The Global Environment Facility e The United Nations Developement Program hanno recentemente lanciato il progetto Migratory Soaring Birds che propone di integrare i progetti di conservazione di undici nazioni lungo la succitata rotta migratoria. In data 5 dicembre 2013, inoltre, i rappresentanti dei cacciatori di Libano, Giodania, Siria, Palestina, Egitto, Yemen ed Etiopia hanno sottoscritto un atto denominato “Regional Declaration on Responsible Hunting”, sotto il patronato del Ministro libanese H.E. Mr. Nazem El Khoury.

 

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