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Eolico in Emilia Romagna, più danni che benefici. Zanoni: «Appoggio l’Assessore dell’Emilia Romagna Freda e i Comitati che lavorano per la salvaguardia dell’ambiente e della salute»

L’Assessore all’Ambiente dell’Emilia Romagna lancia l’allarme per la proliferazione di pale eoliche e appoggia il Coordinamento dei Comitati dell’Alto Appennino, che lotta contro i selvaggi impianti industriali. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Appoggio e sostengo l’Assessore Regionale Sabrina Freda, che dimostra di avere a cuore il paesaggio e di voler dar voce ai Comitati della Rete della Resistenza sui Crinali, nati proprio per difendere il territorio dalle speculazioni industriali»

 

La Regione Emilia-Romagna ha attuato politiche per favorire i progetti di produzione di energie rinnovabili, dando attuazione agli obiettivi fissati per l’Italia nel Protocollo di Kyoto e al Piano Energetico Regionale.

 

L’Assessore Regionale all’Ambiente, Sabrina Freda, ha affermato di voler tenere costantemente monitorata la situazione degli impianti eolici perché il Piano Regionale stabilisce che la produzione da fonte eolica non è prioritaria. L’Emilia Romagna non ha, infatti, le caratteristiche sufficienti sia per quantità che per qualità del vento .

 

Freda ha fatto sapere che i dati degli impianti realizzati, soprattutto per quelli più grandi, mettono in evidenza che relativamente alle ore dichiarate e certificate in fase di progetto dalle aziende proponenti, le ore effettive di produzione risultano essere spesso meno della metà rispetto ai minimi indicati dalla legge regionale.

 

L’Assessore ha sottolineato che, per giustificare un impatto ambientale e paesaggistico come quello che deriva dall’installazione delle pale eoliche, sarebbe necessaria una produttività che in Emilia Romagna non è possibile.

 

Contro gli impianti industriali sproporzionati e impattanti, incompatibili con i piccoli borghi storici disseminati nelle valli dei crinali appenninici e con le aree naturalisticamente delicate e importanti si battono i Comitati “Tutela paesaggio di Piacenza” e “No pale eoliche a Nicelli”, frazione di Farini (PC), aderenti alla Rete della Resistenza sui Crinali che hanno denunciato il fenomeno di proliferazione di progetti eolici, che stravolgerebbe l’ambiente e che non è giustificato dalla ventosità del territorio.

 

A metà aprile 2013, il Consiglio di Stato ha emesso un decreto cautelativo su ricorso del WWF, Vas e Altura bloccando i lavori per la realizzazione di cinque pale eoliche a Zeri (MS) sul monte Gottero, con il passaggio nel Comune parmense di Albareto. Sono dovuti intervenire Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato per fermare la fretta di aziende coinvolte in indagini, a caccia di incentivi in scadenza. Il cantiere proseguiva addirittura di notte nonostante lo stop della Magistratura, dopo aver devastato boschi e strade.

 

L’europarlamentare Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Troppo spesso ci troviamo davanti a mega torri eoliche, risultato di uno scempio ambientale che viola anche le Direttive Uccelli 2009/147/CE e Habitat 92/43/CEE. Queste fonti di energia rinnovabile e pulita, quando mal tradotte in realtà, si trasformano in ferite indelebili per l’ambiente: i cantieri sventrano le nostre colline e montagne senza un beneficio concreto per i cittadini. Poi rimangono questi grattacieli che svettano con un impatto devastante. Appoggio e sostengo l’Assessore Regionale Freda che dimostra di avere a cuore il paesaggio e di dar voce ai Comitati della Rete della Resistenza sui Crinali nati proprio per difendere il territorio da speculazioni industriali».

 

L’attenzione dell’Assessore Regionale all’Ambiente è altissima per i progetti in fase di approvazione, come ad esempio quello presentato per il Passo del Santa Donna tra Borgo Val di Taro (PR) e Bardi (PR), dove sono previste ben 9 le pale da 150 metri. In Regione era stato presentato solo un anno fa per lo stesso luogo un progetto da 3 pale, che aveva visto gli uffici competenti richiedere ben 46 integrazioni e chiarimenti sull’impatto delle strade per trasportare gli enormi aerogeneratori su quelli che sono sentieri escursionistici o piste forestali in zone fittamente boscose, sui dati degli anemometri incompleti ed errati, sull’assetto idrogeologico, sull’impatto per fauna e avifauna.

 

L’Assessore Freda richiama anche il diritto alla tutela della salute, secondo la logica della prevenzione con le massime precauzioni possibili. In Italia non sono ancora riconosciuti i possibili danni di suoni e soprattutto degli infrasuoni, ma in altri Paesi la cosiddetta “Sindrome da pala eolica” è scientificamente accertata e, di conseguenza, la realizzazione degli impianti prevede vincoli molto più stringenti, soprattutto per quanto riguarda le distanze da abitazioni, allevamenti e stalle.

 

«La salute dei cittadini deve essere salvaguardata ad ogni costo e qualsiasi decisione deve essere adottata dando priorità assoluta a questa valutazione – ha concluso Zanoni –  Nel dubbio deve quindi prevalere la massima cautela. Sosterrò l’Assessore Freda e i Comitati nelle azioni che metteranno in atto per difendere l’ambiente e la salute dei residenti».

 

 

 

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