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Colate di cemento ad Asolo (TV), indagato un giovane manifestante. Zanoni esprime solidarietà al ragazzo e ai comitati

L’eurodeputato Andrea Zanoni esprime solidarietà ai cittadini che lo scorso 7 aprile hanno manifestato contro il PAT di Asolo che prevede 350 mila nuovi metri cubi di cemento. «È assurdo che venga iscritto nel registro degli indagati chi manifesta pacificamente. Invito la Digos a un maggior impegno per scovare chi si macchia del gravissimo reato di corruzione qui nel Veneto».

 

«Nel Veneto ci sono questioni gravissime, come la corruzione dilagante, su cui si dovrebbe indagare a 360 gradi. Le manifestazioni dei cittadini che cercano di proteggere il proprio territorio non sono il problema». È il commento dell’eurodeputato Andrea Zanoni all’avviso di garanzia scattato nei confronti di un giovane che ha partecipato alla manifestazione del 7 aprile scorso contro l’adozione del Piano d’Assetto Territoriale (PAT) di Asolo (TV), proposto dalla Giunta del Sindaco Loredana Baldisser.

 

Nei giorni scorsi è stato notificato un avviso di garanzia a Andrea Regosa, che ha partecipato alla manifestazione del 7 aprile in piazza Brugnoli. La contestazione da parte della Questura di Treviso è che il giovane avrebbe organizzato la manifestazione senza permessi ufficiali da parte del Comune per l’occupazione del suolo pubblico.

 

Domenica 7 aprile, i cittadini si erano dati appuntamento nel centro storico per dire no al PAT della Giunta asolana. Un centinaio di persone ha sfilato per il centro con cartelli dove si leggeva “Asolo è il nostro futuro”, “Stop al cemento” e “Salviamo Asolo”. Poi, dandosi la mano, i manifestanti hanno creato una catena umana che ha simbolicamente abbracciato il cuore della città, passando davanti al Municipio.

 

Uno dei giovani che ha animato l’incontro è stato proprio Andrea Regosa che, con il Comitato Asolo Viva, ha spiegato ai passanti il motivo dell’incontro. Ora il giovane è stato denunciato per violazione delle legge sulle manifestazioni pubbliche.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «È assurdo che finiscano alla sbarra i cittadini che vogliono far sentire pacificamente il loro dissenso contro un progetto, il PAT, presentato dall’Amministrazione asolana, che farebbe sparire ettari di verde per far posto a 350 mila metri cubi di cemento. Sono al fianco di Andrea Regosa, che ha semplicemente detto “no” ad uno scempio ambientale e ai Comitati che si stanno battendo per fermare un progetto scellerato».

 

Secondo il rapporto 2012 della Transparency International, Associazione internazionale non governativa e no profit che si propone di combattere la corruzione, l’Italia si piazza al 72° posto nella classifica della corruzione a livello mondiale, nelle ultime posizioni in Europa mentre Paesi come il Ghana e la Namibia risultano meno corrotti dell’Italia. «Invito la Digos a un maggior impegno per scovare chi si macchia del gravissimo reato di corruzione anche qui nel Veneto. Mi auguro, inoltre, che venga ritirato il progetto che lascia carta bianca a speculazioni edilizie. Il PAT di Asolo potrebbe far sorgere sulle verdi colline di uno dei borghi più belli dell’Italia nuove orrende cattedrali di cemento».

 

 

BACKGROUND

 

Il 3 aprile scorso, il vice Sindaco e Assessore all’Urbanistica di Asolo, Federico Dussin, ha presentato in Commissione Urbanistica il nuovo Piano di Assetto del Territorio (PAT), approvato dalla Giunta guidata dal Sindaco Loredana Baldisser. Il Piano, che da subito ha incontrato la contrarietà delle opposizioni, dei cittadini e delle associazioni ambientaliste, doveva essere votato dal Consiglio comunale mercoledì 10 aprile a palazzo Beltramini, per approdare poi in Regione per l’approvazione definitiva.

 

Il Piano presentato prevede colate di cemento per 350 mila metri cubi, l’equivalente di 700 villette, con nuove edificazioni ai piedi della Rocca. Nella zona industriale della frazione di Casella, il nuovo strumento urbanistico cambierà la destinazione d’uso da agricola a industriale, dando il via libera alla realizzazione di capannoni.

 

All’inizio dell’anno, il vicesindaco Dussin aveva presentato in Consiglio Comunale il progetto, fortemente contestato dalle minoranze, dell’ampliamento della Fashion Box Replay. All’inizio si parlava “solo” di 57 mila metri quadri.

 

La reazione allo sfregio di un territorio unico dal punto di vista ambientale e storico è stata immediata: cittadini, amministratori e rappresentati di associazioni ambientaliste si sono dati appuntamento domenica 7 aprile, vestiti  con i colori della città, il bianco e il rosso, per una manifestazione.

  

Contro l’approvazione del PAT si è mobilitato anche il popolo del web, lanciando una petizione online “In difesa di Asolo”, promossa dal gruppo di minoranza “Insieme per Asolo” e poi rilanciata dai cittadini, che ha raccolto centinaia di firme. La protesta vede partecipare anche voci illustri come lo scrittore Salvatore Settis e il critico Vittorio Sgarbi.

 

Contro la cementificazione selvaggia ha annunciato battaglia anche il famoso sito “Eddyburg”, che si occupa di urbanistica. Il fondatore, l’urbanista e scrittore Edoardo Salzano, che negli anni Ottanta è stato Presidente degli urbanisti italiani, ha subito accolto la petizione. Appoggio arriva anche dal Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa (CoVePa), che sul proprio sito Internet ha ripreso e rilanciato l’appello “In difesa di Asolo”.

 

Zanoni, in occasione della manifestazione, aveva espresso la sua solidarietà ai cittadini e ai comitati, invitando il Governatore della Regione Luca Zaia a ricordarsi la battaglia annunciata a fine agosto contro le cementificazioni selvagge.

 

A maggio scorso, il Parlamento europeo ha approvato la relazione Gerbrandy, con la quale ha dato chiare indicazioni alla Commissione europea per arrivare gradualmente entro il 2050 allo stop definitivo dell’edificazione e dell’asfaltatura di territorio agricolo e naturale.

 

 

 

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