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Maxisequestro di pulcini di Tordo in autostrada a Firenze. Zanoni:«I responsabili devono essere puniti in modo esemplare»

Un intervento congiunto della Polizia provinciale di Firenze e di quella di Prato insieme alla Polstrada ha bloccato una spedizione di 400 nidiacei, tra Tordi e Cesene, prelevati dai nidi e provenienti presumibilmente dall’estero. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Deve essere fermato questo vergognoso commercio clandestino. Servono più controlli e pene più severe che non lascino dubbi sulla gravità del reato. Complimenti alle Forze dell’Ordine che hanno permesso di salvare 400 pulcini»

 

Domenica 9 giugno 2013, un intervento iniziato alle 6.00 e concluso intorno alle 18.00 sull’autostrada A1 nei pressi di Firenze ha permesso di bloccare una spedizione di 400 piccoli di Tordi (Turdus philomelos) e Cesene (Turdus pilaris) provenienti presumibilmente dall’estero. Il controllo è stato effettuato dalla Polizia Provinciale di Firenze insieme alla Polstrada del capoluogo toscano e con la collaborazione della Polizia Provinciale di Prato. Le indagini sono ancora in corso.

 

Il mezzo è stato fermato sulla A1 e, durante il controllo, sono stati trovati 400 nidiacei ancora implumi e a quanto sembra non sessati, stipati in scatole di cartone. I reati ipotizzati sono quelli di maltrattamento e commercio illecito di fauna selvatica. Gli animali erano privi di documentazione.

 

Al cacciatore che si serve del richiamo vivo interessa solo il maschio, poiché quest’ultimo, cantando, richiama i suoi simili a tiro di fucile. La determinazione del sesso in uccelli così piccoli avviene con un taglio dell’addome richiudendo poi la ferita, mentre le femmine vengono eliminate. Nel carico fermato, stando alle indiscrezioni trapelate, il “taglio” non era ancora avvenuto.

 

Il prezzo per ogni pulcino è stimato tra i venticinque e i trenta euro, a differenza degli esemplari adulti, che sono venduti a circa 100 euro. Un animale che canta bene può essere venduto a prezzi ben più alti.

 

Tutti gli uccellini recuperati sono stati trasferiti in un Centro di Recupero del livornese gestito dalla LIPU. Già lo scorso anno, altri piccoli Tordi vennero sequestrati e la LIPU dopo il recupero li liberò in Trentino.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: «La sottrazione dei piccoli dai nidi è uno dei reati più vili e criminali che si possano compiere. È arrivato il momento di dimostrare nei fatti che il nostro Paese condanna in modo esemplare gesti così vergognosi: gli individui fermati devono ora ricevere una pena esemplare. Complimenti alle Forze dell’Ordine che hanno permesso di recuperare i piccoli, ora la giustizia deve completare l’opera. Ogni anno, in particolare durante la primavera, assistiamo a questo grave fenomeno di bracconaggio soprattutto per quanto riguarda il Tordo e la Cesena. Siamo di fronte ad atti criminali che alimentano il mercato dei richiami vivi, dando vita ad un business enorme che prevede la cattura selvaggia di questi piccoli nati liberi che, attraverso l’apposizione illegale di un anello identificativo, vengono trasformati in merce legale».

 

BACKGROUND

 

Il sessaggio dei tordi viene effettuato per individuare i maschi (i soli utilizzabili nella caccia), quasi impossibili da distinguere ad occhio nudo dalle femmine. Queste povere bestiole vengono sottoposte ad una operazione chirurgica dolorosissima, in condizioni igieniche raccapriccianti e senza anestesia: viene effettuato un taglio nel basso ventre e spostandone le interiora viene ispezionata la parte sottostante la spina dorsale dove sono collocati i piccolissimi testicoli del tordo maschio. I maschi vengono perciò ricuciti alla buona, patendo una mortalità superiore al 50/70 per cento, mentre le femmine di norma vengono uccise immediatamente con lo schiacciamento della testa.

 

Per capire come funziona il commercio illegale basta vedere questo VIDEO, dove vengono inanellati con anelli contraffatti uccelli catturati illegalmente che così diventano detenuti lecitamente e quindi immessi nel mercato.

 

In merito, Zanoni ha depositato un’interrogazione-denuncia alla Commissione Europea lo scorso 8 novembre 2012 (TESTO INTERROGAZIONE). Il Commissario UE all’Ambiente, Janez Potočnik, in risposta, il 15 gennaio 2013 ha sottolineato che “ai sensi della direttiva 2009/147/CE (Direttiva «Uccelli selvatici») per tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nell’Ue, gli Stati membri vietano la cattura deliberata e la vendita, il trasporto per la vendita, la detenzione per la vendita, nonché l’offerta in vendita di uccelli vivi e di uccelli morti” e ha ricordato che “è pertanto un chiaro obbligo per le autorità degli Stati membri istituire un sistema opportuno di attuazione e applicazione dei divieti summenzionati e delle relative disposizioni”. (TESTO RISPOSTA)

 

Il 7 gennaio 2013, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere di vincolare la concessione di deroghe alla cattura di animali da richiamo nei roccoli in Lombardia e Veneto alla precisa indicazione della tipologia e del numero di controlli minimi previsti sul campo, richiamando l’esercizio delle deroghe previste dalla Direttiva Uccelli 147/2009/CE (lettera c dell’articolo 9).

 

All’interrogazione di Andrea Zanoni sugli scarsi o addirittura inesistenti controlli in merito alle deroghe alla cattura di uccelli vivi di Veneto e Lombardia, il Commissario Ue all’Ambiente, Janez Potočnik ha risposto il 28 febbraio 2013: “Ogni deroga concessa dalle autorità nazionali a norma dell’articolo 9, paragrafo 1, lettera c), della direttiva Uccelli è permessa solo se esercitata in condizioni rigidamente controllate. Tutte le deroghe devono inoltre specificare i controlli da svolgere e indicare l’autorità competente a dichiarare il rispetto delle condizioni richieste”.

 

Il 14 marzo scorso, l’eurodeputato Andrea Zanoni ha scritto al Governatore della Lombardia Roberto Maroni per chiedere chiarimenti riguardo alla banca dati dei richiami vivi detenuti dai cacciatori, sottolineando che gli allevamenti potrebbero nascondere piccole associazioni illecite per l’apposizione di anelli identificativi a uccelli catturati di frodo.

 

La Giunta regionale della Lombardia, con deliberazione numero IX/ 4036 del 12 settembre 2012, ha indicato uno schema per la predisposizione di un database che contenga tutte le informazioni relative ai richiami vivi detenuti dai cacciatori lombardi, sia di cattura che di allevamento, al fine di garantire la corretta applicazione della Direttiva Uccelli 2009/147/CE.

 

Proprio per contrastare le illegali pratiche di cattura e di commercio di uccelli selvatici da utilizzare come richiami vivi, grazie alla sistematica contraffazione degli anellini identificativi, Zanoni ha chiesto alla Regione Lombardia se il futuro database debba contenere le informazioni precise relative ai richiami vivi tanto di cattura, quanto di allevamento, detenuti dai cacciatori lombardi, con l’indicazione della provenienza, in altre parole dell’impianto che li ha ceduti e della data di cessione per quelli di cattura.

 

L’eurodeputato ha chiesto, inoltre, quali siano i controlli previsti per accertare la veridicità delle dichiarazioni; quali siano le sanzioni previste e da quale norma, nel caso in cui il censimento sia da considerarsi obbligatorio; quale sia la cadenza degli aggiornamenti del censimento, al fine di poter avere dati aggiornati e chiede di avere i dati relativi al censimento per la stagione venatoria 2012/2013, suddivisi per provincia.

 

La sentenza numero 2341/13 del 17/01/2013 della Corte di Cassazione ha riconosciuto il reato di maltrattamento dei richiami vivi detenuti nelle gabbie anguste usate dai cacciatori.

 

Il 13 maggio scorso l’eurodeputato Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per denunciare il bracconaggio dei piccoli di Tordo e Cesena nelle provincie di Trento e Bolzano, chiedendo un intervento risolutivo per mettere fine allo scandalo del bracconaggio nei confronti dei pulcini di uccelli selvatici destinati al mercato dei richiami vivi utilizzati nella caccia.

 

 

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