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Zanoni scrive a Maroni: «Rispettare le norme Ue sui richiami vivi»

L’eurodeputato Andrea Zanoni ha scritto al Governatore della Lombardia Roberto Maroni per chiedere chiarimenti riguardo alla banca dati dei richiami vivi detenuti dai cacciatori: «La Regione faccia le cose in regola. Raccomando la massima attenzione per gli allevamenti che potrebbero nascondere piccole associazioni illecite per l’apposizione di anelli identificativi a uccelli catturati di frodo».

 

La Giunta regionale della Lombardia, con deliberazione numero IX/ 4036 del 12 settembre 2012, ha indicato uno schema per la predisposizione di un database che contenga tutte le informazioni relative ai richiami vivi detenuti dai cacciatori lombardi, sia di cattura che di allevamento, al fine di garantire la corretta applicazione della Direttiva Uccelli 2009/147/CE.

 

L’Eurodeputato del Gruppo ALDE (Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa) e vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere degli Animali al Parlamento europeo, Andrea Zanoni, ha scritto al Governatore della Lombardia Roberto Maroni per avere informazioni sulla detenzione dei richiami vivi da parte dei cacciatori della sua Regione.

 

In particolare, Zanoni vuole sapere se la partecipazione al censimento dei cacciatori che detengono i richiami vivi sia facoltativa o obbligatoria e, nel caso sia facoltativa, se le province possano fornire in futuro richiami vivi ai cacciatori che non comunichino i dati relativi ai richiami in loro possesso. Sempre per ciò che riguarda il censimento, l’Europarlamentare chiede a Maroni quale sia la metodologia utilizzata per la rilevazione dei richiami vivi e quale sia la data entro la quale l’operazione dovrà essere completata.

 

«La Lombardia deve fare le cose in regola, altrimenti il censimento si trasformerà in una farsa. Devono essere censiti tutti gli uccelli, sia di cattura sia di allevamento – ha aggiunto Zanoni -. E proprio sugli allevamenti deve essere prestata la massima attenzione perché ho il sospetto che ce ne siano alcuni “fantasma”, seppur autorizzati, che nascondono piccole associazioni illecite con lo scopo di apporre gli anellini identificativi a uccelli provenienti da catture illecite. L’applicazione di anellini in modo illegale alle zampe di volatili catturati di frodo serve a sanare pratiche di bracconaggio ed a immettere i volatili illegalmente catturati nel mercato (VIDEO)».

 

Proprio per contrastare le illegali pratiche di cattura e di commercio di uccelli selvatici da utilizzare come richiami vivi, grazie alla sistematica contraffazione degli anellini identificativi, Zanoni chiede inoltre alla Regione Lombardia se il futuro database debba contenere le informazioni precise relative ai richiami vivi tanto di cattura, quanto di allevamento, detenuti dai cacciatori lombardi, con l’indicazione della provenienza, in altre parole dell’impianto che li ha ceduti, della data di cessione per quelli di cattura, dell’allevamento che li ha ceduti e della data di cessione anche per quelli di allevamento.

 

L’eurodeputato vorrebbe sapere anche quali siano i controlli previsti per accertare la veridicità delle dichiarazioni; quali siano le sanzioni previste e da quale norma, nel caso in cui il censimento sia da considerarsi obbligatorio; quale sia la cadenza degli aggiornamenti del censimento, al fine di poter avere dati aggiornati e chiede di avere i dati relativi al censimento per la stagione venatoria 2012/2013, suddivisi per provincia.

 

«La partita dei roccoli deve chiudersi velocemente – ha concluso Zanoni – . Dopo la sentenza numero 2341/13 del 17/01/2013 della Corte di Cassazione che ha riconosciuto il reato di maltrattamento dei richiami vivi detenuti nelle gabbie anguste usate dai cacciatori si deve mettere la parola fine agli impianti di cattura. L’unico modo per evitare di violare Direttiva Uccelli e per non rischiare sanzioni europee, oltre a fare in modo che non ci sia una pioggia di condanne di maltrattamento per i cacciatori, è quella di vietare per sempre l’uso dei richiami vivi».

 

BACKGRUND

 

A novembre 2012, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere azioni urgenti per contrastare questo commercio illegale e garantire il rispetto dell’articolo 66 del Regolamento CE 865/2006  che prevede l’applicazione degli anelli identificativi solo agli uccelli di allevamento nei primi giorni di vita. 

 

«La Commissione europea, per voce del Commissario Ue all’Ambiente, Janez Potočnik, ha sottolineato che “ogni deroga concessa dalle autorità nazionali a norma dell’articolo 9, paragrafo 1, lettera c, della Direttiva Uccelli è permessa solo se esercitata in condizioni rigidamente controllate. Tutte le deroghe devono inoltre specificare i controlli da svolgere e indicare l’autorità competente a dichiarare il rispetto delle condizioni richieste” – ha spiegato Zanoni – Questa è stata la risposta all’interrogazione che ho presentato, denunciando gli scarsi o addirittura inesistenti controlli in merito alle deroghe alla cattura di uccelli vivi di Veneto e Lombardia, dove i controlli sugli impianti di cattura non superano l’1% delle giornate di funzionamento degli impianti e non possono quindi essere considerati adeguati alla prescrizione della Direttiva 147/2009/CE che impone condizioni rigidamente controllate».

 

In seguito all’interrogazione presentata da Zanoni ad agosto 2012 per chiedere all’Ue di fermare la cattura di uccelli da utilizzarsi come richiami vivi nella caccia, i servizi legali della Commissione europea hanno aperto un’indagine che riguarda l’applicazione della Direttiva 2009/147/CE in cinque regioni italiane: Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche e Toscana, sulla cattura di sette specie di uccelli tramite l’utilizzo di reti per la cattura di richiami vivi per i cacciatori, pratica assolutamente vietata dall’allegato IV. 

 

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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