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Richieste condanne per otto dei dieci imputati nel processo Enel bis. Zanoni: «Venga applicato il principio che chi inquina paga»

Dopo sette ore di requisitoria, il Pubblico Ministero Manuela Fasolato del Tribunale di Rovigo ha chiesto la condanna per otto dei dieci imputati nel processo Enel bis, ritenuti responsabili di disastro ambientale per la centrale di Porto Tolle (RO). L’eurodeputato PD Andrea Zanoni ha affermato: «Sono fiducioso che venga ristabilito un minimo di giustizia in una situazione che ha messo a repentaglio la salute dei cittadini. Chi ha inquinato deve pagare.»

 

 Il 27 gennaio 2014, al termine di sette ore di requisitoria, il Pubblico Ministero Manuela Fasolato del Tribunale di Rovigo ha chiesto la condanna per otto dei dieci imputati nel processo Enel bis, ritenuti responsabili di disastro ambientale per la centrale di Porto Tolle (RO).

 

 In particolare, sono stati chiesti sette anni per Francesco Luigi Tatò, cinque anni e tre mesi per Paolo Scaroni, tre anni per Fulvio Conti, quattro anni per Leonardo Arrighi, Antonino Craparotta, Alfredo Inesi e Sandro Fontecedro, due anni e sei mesi per Carlo Zanatta, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per Tatò e Scaroni, di cinque anni per Conti, di tre anni per Arrighi, Inesi, Fontecedro e Caprarotta. Reato prescritto per Renzo Busatto ed estinzione del procedimento per morte per Giuseppe Potestio.

 

L’accusa ha sottolineato il collegamento tra le emissioni della centrale di Polesine Camerini e le patologie respiratorie degli abitanti in quelle zone, evidenziato anche dall’Istituto tumori Veneto, rimarcando che Enel non avrebbe fatto niente per mitigare le emissioni e non avrebbe rispettato, anche usufruendo di continue deroghe, le leggi che lo Stato e la Regione avevano approvato. L’accusa di disastro doloso è sostenuta dal fatto che si sarebbe omessa l’installazione di impianti che avrebbero consentito di tutelare la salute dei residenti e del territorio.

 

Enel, attraverso una nota stampa, ha replicato definendo le richieste del Pubblico Ministero “prive di qualsiasi fondamento e razionalità” e respingendo ogni capo d’accusa.

 

L’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, ha affermato: «Siamo arrivati alle battute finali ed ora attendiamo l’esito. Sono fiducioso che venga ristabilito un minimo di giustizia in una situazione che ha messo a repentaglio la salute dei cittadini, con un aumento dell’incidenza delle malattie respiratorie come ha sostenuto in aula il Pubblico Ministero, soprattutto e aspetto ancor più grave nella popolazione infantile del Basso Polesine. Deve essere applicato il principio che chi inquina paga».

 

BACKGROUND

 

 Il processo è scaturito da quello per reati ambientali per il funzionamento della centrale che si è concluso con l’accertamento delle responsabilità dei direttori dell’impianto e degli amministratori di Enel Spa dell’epoca, Paolo Scaroni e Franco Tatò, confermate nel 2011 dalla Corte di Cassazione, quando i reati erano ormai prescritti e restavano solo le conseguenze patrimoniali che la Corte d’Appello di Venezia sta quantificando. Da ulteriori accertamenti sui danni alla salute e all’ambiente è partito il cosiddetto “processo Enel-Bis” che vede oggi imputati i dirigenti Enel che si sono succeduti tra il 1998 e il 2009.

 

 Il 16 gennaio 2014, la Commissione Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del Ministero dell’Ambiente ha stoppato nuovamente il progetto di conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle (RO). Il parere interlocutorio negativo della Commissione VIA  è arrivato dopo la bocciatura del Consiglio di Stato nel 2011. La Commissione VIA ha rilevato carenze e contraddittorietà nel progetto di Porto Tolle tanto da richiedere che la procedure di autorizzazione riparta dall’inizio facendo proprie in alcuni passaggi le osservazioni presentate dalle associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente e Wwf.

 

Il 14 ottobre 2011, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere l’intervento dell’Europa sulla riconversione a carbone della centrale elettrica (VIDEO).

 

Il 30 ottobre 2011, l’eurodeputato Zanoni ha preso parte alla manifestazione nazionale contro il carbone per dire No alla riconversione a carbone.

 

Il 4 luglio 2012, Andrea Zanoni ha presentato una seconda interrogazione alla Commissione europea denunciando la contraddizione del progetto con la relazione approvata dal Parlamento europeo il 15 marzo 2012 per un’economia a basse emissioni di CO2.

 

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