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PAESEAMBIENTE CON IL COMITATO VENETO ACQUA PARTECIPERA’ AL SI-IN DI DOMANI A PALAZZO BALBI A VENEZIA CONTRO L’AUTORIZZAZIONE DI ESTRAZIONE DI ACQUA DI FALDA AD OPERA DELLA SAN BENEDETTO.

In seguito al parere positivo, espresso il 22 luglio scorso dalla Commissione Tecnica Regionale Attività Estrattive del Veneto (la CTRAE), in merito all’indagine idrogeologica che la San Benedetto SPA ha chiesto di effettuare in località Padernello nel comune di Paese, domani 6 agosto la Giunta Regionale del Veneto si appresta ad approvare una delibera che concede detta autorizzazione per un prelievo di acqua dalla falda pari a 20 litri al secondo. Per protestare contro questa possibile autorizzazione Paeseambiente parteciperà con il Comitato Veneto per l’acqua ad un sit-in previsto per domani alle 10.00 a palazzo Balbi sede della Giunta Galan. Paeseambiente, in merito al nuovo sito di Padernello, la scorsa settimana ha incontrato il Sindaco di Paese Valerio Mardegan e il Vicesindaco Franco Pozzebon, chiedendo che nella malaugurata ipotesi del rilascio dell’autorizzazione da parte della Regione Veneto vengano adottati rigidi controlli attivati direttamente dal Comune di Paese. Andrea Zanoni, presidente di Paeseambiente, ha chiesto al Sindaco Mardegan che il comune diventi parte attiva nei controlli verificando e monitorando le pompe sommerse, i misuratori di portata, i vari collettori e i trasporti in modo che non vi sia l’emungimento di un solo litro in più di quanto potrebbe essere malauguratamente concesso dalla regione. Le cifre di acqua emunta sono comunque da capogiro: il totale dell’acqua estraibile sarà quindi pari a 1.728.000 litri al giorno pari a ben 630.720 metri cubi circa di acqua all’anno, un volume pari ad una torre alta 105 metri dalle dimensioni di un campo da calcio. Paeseambiente chiede che tutte le autorità interessate al rilascio delle autorizzazioni all’emungimento dichiarino espressamente che questa nuova attività non influisca negativamente sull’approvvigionamento di acqua dei privati cittadini sprovvisti di acquedotto e degli acquedotti consorziali, non influisca negativamente sul livello delle falde acquifere, non influisca sulle falde e non metta in comunicazione le eventuali falde inquinate superficiali con quello oggetto di emungimento, “Di tutta la vicenda”, ha continuato Zanoni, “c’è un aspetto molto curioso, come può un’azienda investire miliardi di vecchie lire nella costruzione di un complesso che prevede oltre 2 milioni di metri cubi di edifici utili al confezionamento dell’acqua estratta, prima ancora di ottenerne l’autorizzazione all’emungimento della stessa ? Mi viene da dire che l’ipotesi di un rifiuto da parte della Regione non sia nemmeno stata presa in considerazione”.

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