I Carabinieri di Sarnico (BG) hanno eseguito un’ordinanza di carcerazione a carico di Ettore Brignoli, che ora dovrà scontare 7 anni in galera. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «È un nome tristemente noto nel trevigiano: a Paese, tramite la SEV, è fallito lasciando danni ambientali ed economici sulle spalle dei cittadini»
L’altra settimana, i Carabinieri di Sarnico (BG) hanno eseguito un’ordinanza di carcerazione emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bergamo (BG). Ettore Brignoli, 68 anni di Villongo (BG), legale rappresentante della “Calepio scavi Spa” di Credaro (BG), è stato portato in carcere dove deve scontare un cumulo pene di 7 anni.
Nel settembre 2011, davanti al Giudice per l’Udienza Preliminare Bianca Maria Bianchi, Brignoli aveva patteggiato quattro anni per bancarotta fraudolenta, in continuazione con la condanna per frode fiscale sempre riguardo il fallimento della “Calepio scavi” del luglio 2008. In quel fallimento si era lasciato dietro debiti per 114 milioni di euro e un raggiro, a detta degli inquirenti, di circa 10 milioni di euro nel quale finirono altri creditori, tra cui il Fallimento “Calepio Scavi Spa” con il curatore Mario Papalia e il Fallimento “Bergamo scavi”, che si sono costituiti parte civile. Il GUP, nel gennaio 2012, ha disposto il risarcimento da quantificare in sede di processo civile.
A Paese (TV), tramite Servizi Ecologici Veneti Srl (SEV), Brignoli aveva rilevato le discariche di via Vecelli e Tiretta nella frazione di Padernello (TV) e la discarica a Marini di Castagnole (TV), oltre ad essere titolare del centro trattamento rifiuti di Motta di Livenza (TV).
Il 26 novembre 2010, il Tribunale di Treviso ha decretato la chiusura del fallimento della SEV, con un buco di 15 milioni di euro. I soldi rimborsati sono stati solo 319 mila euro, ovvero il 2 per cento dell’enorme buco, distribuiti ad appena 13 creditori su 49.
Oltre al danno economico, Brignoli a Paese ha lasciato un disastro ambientale provocato dalle discariche della società amministrata. Il curatore fallimentare ha potuto solo prenderne atto, ufficializzando il passaggio formale alla comunità degli oneri della bonifica dei siti.
Andrea Zanoni, eurodeputato e membro della Commissione ENVI, Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «A Bergamo è accaduto quel che si sperava potesse accadere per Paese. Il fallimento della SEV nel trevigiano ha lasciato aree ad altissimo rischio ambientale. La discarica di via Vecelli è stata messa in sicurezza ,ma non bonificata, solo dopo le continue denunce di Paeseambiente che segnalava la rottura dei teli dei rifiuti dell’amianto. Si tratta di 5 ettari dove sono presenti sostanze tossiche nocive. Nonostante gli enormi danni all’ambiente e le conseguenze economiche che la comunità trevigiana ha dovuto e deve tuttora sobbarcarsi, la vicenda si è chiusa con un semplice fallimento e nessun altro strascico giudiziario».
Nonostante la soddisfazione per aver saputo che chi ha provocato un crac economico ed ambientale ora pagherà, Zanoni ha concluso: «Giustizia è fatta ma non per quel che è accaduto a Paese. Complimenti alla Magistratura di Bergamo per essere riuscita ad andare fino in fondo, assicurando un faccendiere senza scrupoli alla giustizia. Spero che questi anni di carcere servano anche per il disastro che Brignoli si è lasciato alle spalle a Treviso»
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