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L’Ue esige che le autorità italiane contrastino il bracconaggio pulcini dei Tordi nei nidi a Trento e Bolzano

Il Commissario Ue all’Ambiente risponde all’interrogazione dell’eurodeputato Andrea Zanoni sul furto dei piccoli di Tordo e Cesena nelle provincie di Trento e Bolzano. Spetta alle autorità italiane far rispettare la normativa europea. Zanoni: “Le autorità nazionali e regionali si regolino di conseguenze o chiederò a Bruxelles sanzioni economiche

 

La Commissione ricorda che spetta innanzitutto alle autorità nazionali, compresi i tribunali, garantire la corretta applicazione della relativa normativa dell’Unione europea sulla protezione della natura e indagare adeguatamente sulle violazioni delle norme passibili di azioni penali e condanne”. Questa è la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e vice presidente dell’Intergruppo sul Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, sul fenomeno di bracconaggio e del commercio illecito di piccoli di Tordo (Turdus philomelos) e Cesena (Turdus pilaris).

 

Il Commissario Ue aggiunge che “al fine di affrontare la questione generale delle pratiche illegali che interessano le popolazioni di uccelli, la Commissione ha elaborato, di concerto con gli Stati membri e con le parti interessate, una tabella di marcia che comprende un elenco di azioni specifiche per affrontare i diversi aspetti, tra cui il controllo delle attività illegali, lo scambio di informazioni e la sensibilizzazione, il miglioramento della prevenzione e delle attività di controllo del rispetto della normativa”.

 

Adesso spetta alle autorità italiane nazionali e locali percorrere questa tabella di marcia mettendo in pratica quanto previsto dall’Europa – incalza Zanoni – Ogni anno, in particolare durante la primavera, in queste due province si manifesta questo grave fenomeno di bracconaggio che alimenta il mercato dei richiami vivi, un business enorme che prevede la cattura selvaggia di questi piccoli nati liberi che, attraverso l’apposizione illegale di un anello identificativo, vengono trasformati in merce legale”.

 

Sarà mio scrupolo spingere le autorità italiane a seguire le indicazioni della Commissione europea, in caso contrario non esiterò a chiedere a Bruxelles sanzioni economiche”, aggiunge l’eurodeputato. “Non ci sono controlli sufficienti: le federazioni ornitologiche italiane e le Provincie non controllano a dovere a chi consegnano gli anelli, così che poi con questi si possono sanare i pullus rubati ai genitori facendoli passare come se fossero nati in cattività”.

 

È arrivato il momento di dare un segnale forte per mettere fine a questo disegno criminale. Occorrono pene più severe e controlli serrati che non permettano una pratica che provoca migliaia di morti e prigionieri a vita in gabbiette così piccole che non consentono agli uccelli nemmeno di aprire le ali. Terrò la Commissione europea scrupolosamente aggiornata delle misure che le autorità italiane prederanno o non prenderanno per contrastare il bracconaggio dei pullus, e non esiterò a chiedere severe sanzioni se questo stato di illegalità non venisse efficacemente contrastato”,  conclude Zanoni.

 

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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