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L’Italia fa l’amplein nelle infrazioni ambientali e del lavoro

La Commissione europea notifica ben cinque nuove procedure d’infrazione per violazioni ambientali e una per la scarsa sicurezza sul lavoro. “Italia sempre più fuori legge. Cambiano i governi ma le cattive abitudini restano, l’ambiente rimane all’ultimo posto delle nostre priorità”.

 
“Le sei procedure d’infrazione annunciate oggi dalla Commissione ci fanno vergognare di fronte all’intera Ue. Dal giardino d’Europa rischiamo di diventare la discarica d’Europa”. Amaro il commento di Andrea Zanoni, eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, alle cinque infrazioni notificate oggi all’Italia sull’ambiente (discariche, composti organici volatili, acque di balneazione e pile) e a quella sulla sicurezza dei lavoratori.

Zanoni: “Ormai abbiamo perso il conto dei procedimenti ambientali aperti ai nostri danni. Prendo tristemente atto che con il governo tecnico e sobrio di Monti nulla è cambiato. Purtroppo continuiamo a considerare le tematiche ambientali come un optional invece che di vitale importanza per la salute e il benessere dei cittadini nonché un’opportunità per la nostra economia”.

 
L’eurodeputato attacca anche sulla sicurezza dei lavoratori. “Invece che studiare come licenziare di più, invito il governo a prendere le giuste misure per obbligare tutte le imprese italiane, a cominciare da quelle pubbliche, ad assicurare la giusta sicurezza ai propri lavoratori in coerenza con la normativa europea”.

BACKGROUND

 
La Commissione europea ha annunciato oggi l’apertura di sei procedure d’infrazione ai danni dell’Italia. Cinque riguardano l’ambiente e una il lavoro.

 
Lavoro. L’Italia non rispetta i dettami della direttiva Ue del 1989 che fissa i principi generali sulla prevenzione dei rischi professionali e la protezione della sanità e della sicurezza dei lavoratori.

 
Discariche. Alcune discariche ancora non sono state chiuse o non sono state messe a norma con la direttiva europea’ che imponeva la regolarizzazione entro luglio 2009 dei siti irregolari.

Rifiuti. L’Italia è accusata di non aver aggiornato la normativa sui composti organici volatili entro il 10 giugno 2012.

 
Acque di balneazione. Non risulta correttamente applicata la direttiva di riferimento che obbliga gli Stati membri a cooperare scambiandosi informazioni sulla pericolosità di un bacino idrografico transfrontaliero, non è stata adeguatamente messa in pratica.

 
Prevenzione di inondazioni. La Commissione europea accusa l’Italia di non aver incluso nella propria legislazione fattori non metereologici come gli tsunami e gli incidenti dovuti alle infrastrutture come la rottura delle dighe, secondo quanto prevede la legislazione europea.

 
Pile e accumulatori. Le norme italiane non rispettano le norme europee che prescrivono che i produttori verifichino che i componenti chimici come piombo, mercurio e cadmio siano segnalati nelle etichette in maniera visibile, leggibile e indelebile.

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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