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Serve il riciclo a km zero, anche per creare posti di lavoro

ANSA/ RIFIUTI:DIFFERENZIATA NON BASTA PIU’,SERVE RICICLO KM 0 RAPPORTO EURISPES E POLIECO; COSI’ 400MILA POSTI LAVORO NEL 2020 (di Tommaso Tetro) (ANSA) – ROMA, 20 NOV – La raccolta differenziata non basta piu’. Quello che serve ora per i rifiuti e’ il riciclo, il recupero e una gestione a ‘km zero’. Insomma, l’industria della ‘spazzatura’, quale costola portante della green economy, deve diventare una filiera di quella che puo’ essere definita ‘economia circolare’. E’ questo il senso di una ricerca sul ciclo di vita della plastica dell’Eurispes e della Federazione green economy, in collaborazione con Polieco (Consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene), in cui si avanzano anche proposte per raggiungere determinati obiettivi normativi e tecnologici. Secondo lo studio ‘Plastica e riciclo dei materiali: un’altra via e’ possibile’ – che cita i dati della commissione Europea – se in Europa tutti i Paesi si adeguassero alle normative comunitarie nella gestione dei rifiuti, si potrebbero avere risparmi per 72 miliardi di euro l’anno, la creazione di 400.000 posti di lavoro entro il 2020, e un incremento del fatturato di 42 miliardi di euro all’anno. ”I rifiuti – spiega il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – sono una risorsa e non vanno visti come un fardello di cui liberarsi. L’Italia, non attuando una corretta gestione del ciclo, esporta ricchezza”, inviando in Cina i materiali per il riciclo e ricomprando poi i prodotti che vengono da li’ ”senza alcuna garanzia. Il riciclo in casa nostra – osserva Fara – e’ la via maestra per rilanciare l’economia, prevenire lo spreco di materiali, ridurre il consumo di materie prime e di energia”. Per Enrico Bobbio, presidente del Consorzio Polieco ”recuperare i materiali consente una crescita occupazionale superiore di quasi 10 volte a quella prodotta da discariche o inceneritori”. Dalla ricerca emerge che la strada maestra e’ sta nel recupero e nel riciclo, in un’economia circolare e in un approccio che tende al ‘km zero’. Il tutto condito da qualche critica alla raccolta differenziata che ormai ”presenta limiti crescenti”. Tra le maggiori criticita’ i danni economici (finanziari e ambientali) legati all’export incontrollato dei rifiuti plastici. Alla fine ne vien fuori anche ”un’agenda di lavoro” con un percorso sostenibile per far diventare il rifiuto una ”risorsa”. I rifiuti dovrebbero essere progettati per il riuso ed il riciclo, in modo da tornare allo status di fine vita come risorse, e ri-entrare cosi’ nel ciclo produttivo. Una serie di proposte, costruite sulla base di un’analisi delle normative e delle tecnologie, tarata su obiettivi precisi. Tra questi, la ”raccolta di tutti i materiali plastici utilizzati, la progettazione di un’infrastruttura efficiente” per la plastica, la riduzione dello smaltimento in discarica, la raccolta e il recupero monomateriale, la garanzia di standard di qualita’, la creazione di legami industriali e la promozione del riciclo a ‘km zero’. (ANSA). Y99 20-NOV-12 17:13 NNN  

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