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Pesca sostenibile, ci vuole una posizione comune europea

Il Parlamento europeo non vota una relazione sulla pesca in segno di protesta per il rifiuto degli Stati membri di lavorare insieme a una politica della pesca davvero comune. Andrea Zanoni (IdV) “Ci vogliono regole europee condivise. Basta agli egoismi nazionali”.

 
“L’Europa ha bisogno di un approccio globale alla pesca sostenibile. Basta alle misure temporanee che servono solo a rimandare il problema”. E’ l’invito di Andrea Zanoni a margine del non voto sulla relazione dell’eurodeputato Pat the Cope Gallagher (irlandese, liberal democratico) sulla conservazione delle risorse della pesca. “Il Consiglio, espressione degli interessi degli Stati membri, accetti di lavorare insieme al Parlamento europeo nell’interesse degli stock ittici di tutti i mari europei e dell’intero settore della pesca”.

 
Il Parlamento europeo ha deciso di non votare la relazione “sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 850/98 del Consiglio per la conservazione delle risorse della pesca attraverso misure tecniche per la protezione del novellame e che abroga il regolamento (CE) n. 1288/2009 del Consiglio” per protestare nei confronti delle ennesime misure temporanee sulla pesca proposte dalla Commissione.

Zanoni: “Abbiamo bisogno di un approccio europeo alla pesca comune. Ci vogliono regole condivise sulle quote di pescato, sulle misure che devono essere rispettate da tutti i pescatori, sulle riserve vietate alla pesca e sui controlli da mettere in atto. Purtroppo il Consiglio si rifiuta di cooperare con il Parlamento europeo come prevede il trattato di Lisbona per questioni di questo tipo, mantenendo un approccio inadatto ad affrontare il problema della pesca sostenibile in modo responsabile”.

L’Eurodeputato insiste poi sul concetto di pesca sostenibile portando l’esempio italiano. “Nell’Adriatico e nel Mediterraneo si pescano sempre di più pesci di piccole e piccolissime dimensioni. Nei mari della Sicilia, per esempio, non passa giorno che non vengano pescati tonni del peso di mezzo chilo e pesci spada lunghi appena 40 centimetri. Questo vuol dire che stiamo pescando, stiamo uccidendo i “bambini” dei pesci. In parole povere stiamo distruggendo un patrimonio naturale importantissimo non solo per la biodiversità ma anche per l’economia stessa della pesca”.

BACKGROUND

 
Il Parlamento europeo oggi a Strasburgo ha rinviato il voto sulla relazione di Pat the Cope Gallagher in segno di protesta per il rifiuto del Consiglio di trattare dossier sulla pesca a lungo raggio.

 
A seguito dell’entrata in vigore del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), il Consiglio può definire solo le misure concernenti la fissazione e la ripartizione delle possibilità di pesca. Le cosiddette “condizioni associate” (misure tecniche), che disciplinano l’utilizzo delle possibilità di pesca ma non sono ad esse connesse sotto il profilo funzionale, devono essere adottate dal Parlamento europeo e dal Consiglio mediante la codecisione.

 
Il regolamento (CE) n. 850/98 del Consiglio per la conservazione delle risorse della pesca attraverso misure tecniche per la protezione del novellame costituisce il regolamento di base sulle misure tecniche. La sua revisione, prevista nell’ottica di fornire un quadro permanente di misure tecniche, conformemente al TFUE, non è stata possibile a causa dell’incapacità di raggiungere un accordo politico.

 
Con il testo in esame, la Commissione propone una nuova proroga transitoria delle norme sulle misure tecniche, che resteranno valide fino a quando non sarà adottato un quadro regionalizzato di misure tecniche in conformità della politica comune della pesca.

 
Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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