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Il monitoraggio sulle escavazioni sottofalda nelle cave di ghiaia porta alla luce una situazione di illegalità pressoché totale.

Zanoni (Paeseambiente): “Siamo al Far West delle cave e le attuali sanzioni in materia sono un’istigazione a delinquere!”

Venerdì 19 novembre presso la sede della Provincia si è tenuta una seduta della IV Commissione consigliare – Ecologia e Cave – con all’ordine del giorno la presentazione dell’indagine morfo-batimetrica sui bacini estrattivi sotto falda della Provincia di Treviso, ovvero sui controlli effettuati dalla Provincia sulle cave di ghiaia sottofalda, quelle che estraggono la ghiaia sotto l’acqua di falda. Si tratta di un’indagine che Paeseambiente aveva chiesto ripetutamente e formalmente a partire dal 2007 in particolare per i diversi siti estrattivi dei comuni di Paese e di Ponzano Veneto.

Erano presenti i commissari, i capigruppo consiliari, l’assessore Fanton, il direttore Generale Carlo Rapicavoli, ilDirigente del Servizio Ecologia e Ambiente dott. Simone  Busoni, tra il pubblico l’unica persona presente apparteneva a Paeseambiente. L’indagine, che si è svolta dal 2007 al 2009, ha visto all’opera per ciascuna cava un battello munito di ecoscandaglio  che ha monitorato 13 cave con 20 diversi specchi d’acqua, per un totale di circa 3 milioni di metri d’acqua di falda acquifera affiorante. L’attendibilità del monitoraggio, vicina al centimetro di errore, ha accertato con buona precisione l’estrazione di ghiaia in difformità dalle autorizzazioni pari a 358.000 metri cubi (circa 18.000 camion carichi di ghiaia), per tali difformità sono state elevate sanzioni per 766.000 euro; l’indagine invece è costata 69.000 euro. Durante lo svolgimento della seduta è stato evidenziato un dato di fatto a dir poco allucinante, già evidenziato ripetutamente negli anni anche da Paeseambiente, ovvero che la sanzione per metro cubo scavato illegalmente è pari a 2 Euro, cioè pari ad un terzo del valore a metro cubo della ghiaia così come quotata dalla Camera di Commercio di Treviso (6 euro). In realtà il costo della ghiaia arriva anche a 10 euro e in alcuni casi raggiunge anche i 20 euro. Attualmente le cave in esercizio versano ai comuni interessati la miseria di 0,75 euro al metro cubo. In merito alle sanzioni, oggetto di contenzioso a causa di ricorsi dei cavatori, va detto che queste andranno incamerate dalla regione che poi elargisce alle province un misero 10%. Ci sarebbe anche una sanzione accessoria che prevede il ripristino del sito ma questa è pressoché inapplicabile perché ci troviamo sott’acqua ovvero dentro la falda acquifera. “Ci auguriamo che la provincia vada fino in fondo – ha dichiarato Andrea Zanoni presidente di Paeseambiente –pubblicizzano a dovere i dati dell’indagine e provvedendo ad applicare tutte le sanzioni previste dalla legge. 358.000 metri cubi di ghiaia estratta violando la legge, pari a circa 18.000 camion di ghiaia cdiventati miracolosamente invisibili, sono la drammatica dimostrazione che negli anni chi doveva controllare non lo ha fatto, sono la prova che a Treviso c’è il Far West delle cave! Le attuali sanzioni poi sono un’istigazione a delinquere, è come se nel caso del mancato pagamento del bollo dell’auto la sanzione fosse pari ad un terzo del suo valore, nessuno più lo pagherebbe sapendo che con la sanzione  risparmierebbe il 66% del costo. La provincia ora, con dati alla mano, dovrebbe farsi carico di approvare un ordine del giorno affinché la regione modifichi la legge sulle sanzioni delle escavazioni illegali di ghiaia portando la multa almeno a 50 euro al metro cubo; per loro la strada dovrebbe essere in discesa dato che la provincia e la regione sono governate dalle stesse forze politiche: Lega e Pdl.” Paeseambiente – www.paeseambiente.org – email: paeseambiente@ecorete.it – Cell. 347/9385856

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