ANDREA

ZANONI

Europee 2024

Cerca

Corte dei Conti, per la maxi truffa dell’Ulss 9 ora pagano i pesci piccoli.

In seguito alle indagini della Guardia di Finanza e dei Carabinieri del NAS sulla truffa messa in atto da Loredana Bolzan e altri 16 dipendenti dell’Ulss 9 (TV), che ha lasciato un buco da oltre quattro milioni di euro nelle casse dell’azienda sanitaria, interviene la Corte dei Conti. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Ora rischiano di pagare solo i pesci piccoli: quelli grossi sono stati premiati con altri incarichi»

 

La Corte dei Conti è pronta per la richiesta di risarcimento da presentare a Loredana Bolzan e agli altri 16 dipendenti dell’Ulss 9 (TV), segnalati dai Carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione (Nas). Il Procuratore Generale, Carmine Scarano, ha confermato che “a breve saranno presentate le richieste di risarcimento”, nei confronti di coloro che hanno omesso “per colpa grave” di eseguire le verifiche contabili sull’operato dell’ex dipendente Bolzan.

 

A fine mese, dunque, dovrebbero essere notificate le cifre agli interessati. La Procura della Corte dei Conti aveva chiesto approfondimenti d’indagine ai Nas sul buco da oltre quattro milioni di euro alle casse dell’azienda sanitaria trevigiana. Per questo i Carabinieri, con la collaborazione dell’Ulss 9, hanno consultato i documenti presenti al Ca’ Foncello e gli atti d’indagine della Procura di Treviso. Hanno letto anche tutte le sentenze emesse, nelle quali erano riportati la carenza dei controlli e la conferma che Loredana Bolzan avesse mano libera nel truccare i conti a proprio favore.

 

In seguito all’indagine condotta dalla Guardia di Finanza sulla maxi truffa messa in atto da Loredana Bolzan, il Direttore  Generale Claudio Dario aveva licenziato i responsabili del settore economico finanziario dell’azienda sanitaria per le presunte condotte omissive tenute.

 

Il provvedimento riguardava Mario Po’, Roberto De Nes e Luca Del Ninno ma è stato in seguito annullato dal Comitato Garanti della Regione Veneto: Del Ninno è diventato dirigente amministrativo a Padova, De Nes a Belluno, Mario Po’ è direttore di dipartimento all’Asl 12 di Venezia.

 

Il giudice civile Massimo De Luca, nelle motivazioni della sentenza di primo grado del 28 ottobre 2010 con la quale condannava Bolzan e compagni a risarcire l’Ulss 9 con cinque milioni di euro, aveva scritto che non c’era “alcun dubbio che il sistema dei controlli sia per la negligenza dei responsabili preposti che per la mancanza di obbligatorie procedure di verifica, che per le deficienze dell’assetto organizzativo fosse gravemente carente e andasse cambiato”.

 

L’eurodeputato del gruppo ALDE (Alleanza dei Liberali e Democratici Europei) Andrea Zanoni ha affermato: «La truffa è stata scoperta casualmente e l’aspetto più grave è che chi ha lasciato un buco di 4 milioni di euro rischiava di farla franca. Chi doveva controllare non lo faceva e ora è stato addirittura premiato. Confido che i soldi vengano recuperati e restituiti ai cittadini trevigiani. Mi auguro che la Magistratura contabile vada fino in fondo in tempi brevi e senza sconti. Mi auguro che non ci si accanisca solo con i pesci piccoli dopo aver fatto scappare quelli grossi: il fatto che i dirigenti dell’Ulss sapessero che la Bolzan rubava appare quasi ovvio. Basti ricordare come l’ex dipendente ha rassegnato le dimissioni e come è stato scoperto l’ammanco: sembra chiaro che l’intenzione era di coprire tutto il marcio. È quanto meno singolare inoltre che un anno dopo la scoperta dell’ammanco al Direttore Claudio Dario sia stato riconosciuto un bonus del 10% dello stipendio dopo essersi fatto soffiare sotto il naso 4 milioni di euro dalla sua dipendente. Nel 2010 era trapelato che dietro a Loredana Bolzan ci sarebbe stato un grande burattinaio. La presenza del “regista”, che si era delineata a margine delle intercettazioni a dirigenti dell’Ulss, non sarebbe stata solo un’ ipotesi. Quando la Bolzan venne arrestata e interrogata dalla Guardia di Finanza si è saputo che avrebbe parlato e fatto un nome, indicando chi le aveva suggerito lo stratagemma per derubare l’azienda. La sua dichiarazione è però risultata inutilizzabile perché, quando ha parlato, non era assistita da un legale e in seguito si è avvalsa della facoltà di non rispondere».


BACKGROUND

 

La truffa era iniziata a metà anni Novanta ed è proseguita fino al novembre 2007, quando i versamenti sono improvvisamente cessati. Il 18 febbraio 2008, Loredana Bolzan ha presentato le dimissioni volontarie dall’Azienda sanitaria, pur non avendo ancora diritto alla pensione. Gli ammanchi sono stati scoperti dieci mesi più tardi e per una circostanza casuale.

 

Un commercialista di Treviso si è presentato all’Ulss per verificare le somme corrisposte nel 2003 dal proprio cliente che aveva ricevuto una cartella fiscale da pagare. Al medico non risultava di aver percepito le somme contestate dall’Agenzia delle Entrate e, dopo una verifica, l’Ulss ha scoperto l’anomalia. I processi penali hanno portato a condanne per 38 anni di carcere alla Bolzan e ai suoi complici.

 

A marzo 2013, l’eurodeputato Andrea Zanoni era già intervenuto sulla vicenda della maxi truffa dell’Ulss 9 quando una perizia civile aveva stabilito l’innocenza della Sigma informatica sottolineando invece la “mancanza di controlli”. Secondo il giudice civile Elena Fazzini, il sistema informatico fornito da Sigma all’Ulss 9 di Treviso era “in linea con le regole dell’arte” e “i furti commessi dalla dipendente sono stati resi possibili dalla mancanza di controlli”. Si trattava del furto di oltre 4 milioni di euro messo a punto dall’ex dipendente Loredana Bolzan in relazione a cui si sono aperti dieci procedimenti penali.

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

Email info@andreazanoni.it  

Tel (Bruxelles) +32 (0)2 284 56 04

Tel (Italia) +39 0422 59 11 19

Sito www.andreazanoni.it

Blog  www.andreazanoni.it

Twitter Andrea_Zanoni

Facebook Andrea Zanoni

Youtube AndreaZanoniTV

 

Condividi

Consulta l'archivo per mese ed anno

Ultimi comunicati stampa