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Zanoni denuncia all’Europa l’ampliamento dell’impianto “ALLES” di Marghera (VE) per il trattamento di fanghi

Zanoni denuncia all’Europa l’ampliamento dell’impianto per il trattamento di fanghi “ALLES” di Marghera (VE)

L’eurodeputato Andrea Zanoni presenta un’interrogazione alla Commissione europea per possibile violazione della Direttiva “VAS” 2001/42/CE per l’impianto “ALLES” di Marghera (VE), che opera nel campo del trattamento dei fanghi di escavazione dei canali della Laguna di Venezia: «Nell’iter previsto per il rilascio dell’autorizzazione alla ristrutturazione con ampliamento dell’impianto sembra che non sia stata effettuata la Valutazione Ambientale Strategica»

 

«Quali iniziative intende intraprendere la Commissione per reagire alla possibile violazione della Direttiva “VAS”, nonché al fine di verificare la presenza di eventuali altre violazioni della normativa comunitaria ambientale relative all’autorizzazione alla ristrutturazione con ampliamento dell’impianto “ALLES” di Marghera (VE)». Lo chiede Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE (Alleanza dei Liberali Democratici europei) e membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, con un’interrogazione alla Commissione europea.

 

Con la deliberazione numero 448 del 10 aprile 2013, la Giunta della Regione del Veneto ha concesso l’autorizzazione alla ristrutturazione con ampliamento (revamping) dell’impianto “ALLES” di Marghera (VE), che opera nel campo del trattamento dei fanghi di escavazione dei canali della Laguna di Venezia.

 

Con il provvedimento, la struttura potrà ricevere 180.000 tonnellate di rifiuti speciali all’anno anche pericolosi, con raddoppiata capacità di stoccaggio (da 6.000 a 12.000 tonnellate). Per quanto riguarda i rifiuti trattabili, poi, ci sarà l’aumento da 20 a 70 codici CER, tra i quali svariate tipologie di fanghi, rifiuti fangosi, ceneri pesanti, scarti di mescole, terre e rocce contenenti sostanze pericolose, fanghi prodotti da trattamenti fisico-chimici con sostanze pericolose. L’impianto riceverà rifiuti speciali (pericolosi e non) provenienti anche da aree esterne al bacino lagunare, ovvero da tutto il territorio nazionale e anche dall’estero, per rispondere alle richieste di mercato in tema di smaltimento dei rifiuti.

 

L’autorizzazione della Giunta regionale è stata concessa malgrado il parere contrario espresso della  Provincia e del Comune di Venezia. Il rilascio del permesso ha reso necessaria la contestuale modifica del Piano di Assetto del Territorio (PAT) del Comune di Venezia, che impediva il rilascio di nuove autorizzazioni relative a impianti per il trattamento di rifiuti speciali.

 

«Tale modifica, poiché riguarda un piano territoriale e urbanistico adottato ai sensi di legge dalla Competente Autorità, avrebbe necessitato la previa effettuazione della Valutazione Ambientale Strategica (VAS), come previsto dalla Direttiva “VAS” 2001/42/CE – ha spiegato Zanoni – Ad oggi, tale adempimento sembrerebbe invece essere stato omesso».

 

In base ai risultati di un’indagine epidemiologica dell’Istituto Superiore della Sanità e del Ministero della Salute e dell’Università “La Sapienza” di Roma, l’area rimane ai primi posti tra quelle più inquinate d’Italia, nonché tra quelle caratterizzate da maggiore presenza di patologie tumorali.

 

«Ho presentato un’interrogazione proprio alla luce di questi preoccupanti motivi per sapere quali iniziative intende intraprendere la Commissione per reagire alla possibile violazione della Direttiva “VAS” – ha concluso Zanoni – Ho chiesto anche all’Europa di verificare la presenza di eventuali altre violazioni della normativa comunitaria ambientale nella vicenda»

 

 

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