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“La magistratura indaghi sulla doppia autorizzazione illegittima dell’impianto rilasciata dalla Regione del Veneto. Pronto a portare la questione in Europa”

Treviso, 29-12-2011

Impianto di trattamento rifiuti speciali della ditta Mestrinaro a Zero Branco (TV): il Consiglio di Stato ha finalmente annullato la delibera della giunta regionale del 26 gennaio 2010 dichiarandola illegittima con il conseguente blocco dell’opera.
Con Sentenza n.6917/2011, la Sezione Quinta del Consiglio di Stato, composta dai Consiglieri Roberto Chieppa, Francesca Quadri, Paolo Giovanni Nicolo’ Lotti, dal Consigliere estensore Carlo Saltelli e dal Presidente Stefano Baccarini, decisa il 12 luglio 2011 ma depositata e pubblicata solo ieri 28 dicembre 2011, ha annullato da delibera della giunta regionale del 26 gennaio 2010 dichiarandola illegittima a tutti gli effetti.
La sentenza è arrivata grazie al ricorso in appello del comune di Zero Branco contro la sentenza n.5981 del 5/11/2010 della terza sezione del Tar del Veneto avversa al comune; il ricorso del comune aveva impugnato la delibera della Regione del Veneto del 26 gennaio 2010, la n. 100 (Giunta Zaia) con la quale si autorizzava l’impianto di trattamento di rifiuti speciali della ditta Mestrinaro in località Bertoneria di Zero Branco.

“Finalmente è fatta giustizia, ora però ci troviamo con dei capannoni industriali del tutto abusivi alti nove metri, con una superficie di circa seimila metri quadrati, realizzati tra l’altro nel cuore della campagna dedita alla produzione tipica del radicchio rosso di Treviso IGP”.  Andrea Zanoni, europarlamentare IdV, ha così commentato la sentenza del Consiglio di Stato.

La regione ha violato norme statali approvate in attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio, in particolare il Consiglio di Stato ha evidenziato l’illegittimità del parere positivo della commissione regionale VIA -Valutazione di Impatto Ambientale.

“Mi appello al sindaco di Zero Branco affinché provveda a far valere da subito gli effetti della sentenza emettendo immediatamente una ordinanza di demolizione di questi capannoni abusivi costruiti dalla Mestrinaro a cui dovrà essere imputato il conto per le opere di demolizione e smaltimento dei materiali di risulta” chiede Zanoni, anche in veste di presidente di Paeseambiente  che da tempo si stava battendo per scongiurare la realizzazione di questo impianto.

La Mestrinaro, pur consapevole di un possibile esito a lei sfavorevole del ricorso del Comune di Zero Branco e, soprattutto, noncurante del rischio ambientale, aveva deciso di realizzare i capannoni deturpanti, pertanto ora deve fare i conti con scelte spregiudicate pagandone le conseguenze.

“Sono anche dell’avviso – prosegue l’on. Zanoni – che alla Mestrinaro vadano chiesti i danni ambientali per il deturpamento del territorio dovuto alla realizzazione di imponenti opere edili in aperta campagna. Faccio inoltre un appello alla magistratura trevigiana affinché apra un fascicolo nei confronti della Regione del Veneto che per ben due volte ha dato illegittimamente l’autorizzazione alla Mestrinaro, violando anche le disposizioni del Consiglio di Stato che già il 29 settembre 2009 con la prima sentenza, la n. 4962, aveva sancito l’illegittimità dell’impianto della Mestrinaro, sentenza poi gravemente disprezzata dalla giunta Zaia”.

Ad aggravare la posizione della Regione Veneto, come si legge nella sentenza odierna, risulta che la stessa, in violazione delle norme statali ed europee, avrebbe occultato al Comune di Zero Branco importanti documenti sull’impianto prodotti dalla Mestrinaro.

“Auspico infine – conclude l’eurodeputato ambientalista – che in questa vicenda vengano compiute tutte le procedure previste per il rispetto delle norme e della sentenza dei giudici, senza ulteriori inciuci né intrallazzi vari che favoriscono pochi cagionando danni all’ambiente e quindi alla salute dei cittadini. Perciò mi impegno a vigilare sull’intera questione, pronto in caso di necessità, a portare in Europa tutta la questione.”

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