Giovedì 31 gennaio il Consiglio Regionale del Veneto vota la proposta di legge sulle cave in deroga presentata dal consigliere Maurizio Conte. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «L’Amministrazione Zaia non riesce a governare con le leggi ordinarie ma solo ricorrendo alle deroghe. Questo è un regalo per la lobby dei cavatori che continua ad imperversare nel Veneto “groviera” d’Italia»
All’ordine del giorno nel Consiglio Regionale Veneto di domani giovedì 31 gennaio, al punto 11, é prevista la proposta di legge di iniziativa del consigliere della Lega, nonché Assessore all’Ambiente della Giunta Zaia, Maurizio Conte “Provvedimenti transitori in materia di attività estrattive”. Il progetto di legge n. 272 è stato votato il 12 dicembre scorso dalla terza Commissione consiliare permanente con 35 voti favorevoli, 12 astenuti e nessun contrario.
Andrea Zanoni, eurodeputato e membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha sottolineato amaramente: «Con il disegno di legge all’esame del Consiglio Veneto si vuole consentire, in deroga alla legge regionale sulle cave, la 44/82, in via transitoria, l’ampliamento di quelle esistenti per quantitativi di ghiaia a dir poco inverosimili, per un periodo di due anni dalla data di entrata in vigore della legge, il tutto con il pretesto dell’emergenza economica e della crisi del settore».
Nella proposta di legge all’esame del Consiglio Veneto viene consentito, infatti, l’ampliamento delle cave esistenti pari ad un milione di metri cubi e si elimina il parere della Commissione Tecnica Provinciale per le attività di estrazione che, con la legge regionale 44/82, è considerato obbligatorio e vincolante. Viene, inoltre, previsto che per gli ampliamenti delle cave debba esserci il parere dell’assemblea consigliare del Comune interessato per territorio.
«Il parere del Consiglio Comunale è sicuramente importante ma prettamente politico – ha spiegato Zanoni – È un’espressione debole e soggetta a troppi fattori a volte imprevedibili e non sempre chiari. Per questo motivo, è fondamentale mantenere l’obbligatorietà del parere tecnico della Provincia. Il volume di ampliamento consentito per ogni cava, un milione di metri cubi, è esagerato: per trasportare questo volume di ghiaia occorrerebbero ben 72 mila bilici che, nei due anni di vigenza della legge, significherebbero 180 mezzi pesanti al giorno. Una follia spropositata non giustificata da alcuna emergenza».
Inoltre, un milione di metri cubi equivalgono a 10 ettari di campagna scavata per 10 metri di profondità ovvero un cratere.
«I cittadini devono sapere che quello che oggi è una cava – ha aggiunto l’eurodeputato – domani sarà un buco pronto a diventare una discarica con buona pace delle falde acquifere che in Veneto sono troppo spesso contaminate da sversamenti originati proprio dal percolato delle discariche. Siamo di fronte ad un blitz creato ad arte solo per fare un regalo ai cavatori: altro che emergenza».
Il 24 maggio scorso il Parlamento europeo ha approvato la relazione Gerbrandy che impone un uso razionale delle risorse del pianeta e pone un freno al consumo del territorio: «La relazione è una Road Map che impone di arrivare gradualmente entro il 2050 ad uno stop definitivo dell’edificazione, dell’asfaltatura e del consumo del territorio agricolo e naturale. Questo progetto di legge è in contrasto con le indicazioni europee. L’Amministrazione Zaia, il proponente è l’Assessore Regionale all’Ambiente Maurizio Conte, sembra ossessionata dalle deroghe non riuscendo a governare con le leggi ordinarie. Anche in materia di caccia, infatti, ha giocato la carta della deroga, ma è stata fermata dallo spauracchio delle sanzioni comunitarie».
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