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Epidemia aviaria, Zanoni accusa la Regione per le deroghe sulle anatre da richiamo: “La Commissione europea blocchi la caccia e le fiere degli uccelli”

L’eurodeputato Andrea Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per denunciare, dopo l’accertamento di nuovi focolai di aviaria in Emilia Romagna, la pericolosa movimentazione di migliaia di uccelli vivi utilizzati come richiami nella caccia, di uccelli selvatici morti abbattuti nella caccia e di uccelli destinati alle fiere ornitologiche: «Si sospendano l’attività venatoria e le fiere ornitologiche come misure preventive e cautelative nelle regioni interessate dal virus dell’influenza aviaria».

 

«La movimentazione, nell’area colpita dal virus, di migliaia di uccelli vivi utilizzati come richiami nella caccia, di uccelli selvatici morti abbattuti nella caccia e di uccelli destinati alle fiere ornitologiche non è compatibile con le misure di prevenzione e salvaguardia previste dalle normative comunitarie. La Commissione faccia sospendere in via cautelativa la caccia e le fiere ornitologiche». Lo chiede Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare e vice Presidente dell’intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, con un’interrogazione alla Commissione europea.

 

Nei comuni dell’Emilia Romagna di Ostellato (FE), Mordano (BO) e Portomaggiore (FE), dal 14 agosto le Autorità sanitarie locali hanno rilevato la presenza del virus sottotipo H7N7 noto come influenza aviaria. Si tratta di tre allevamenti: Ostellato con 128.000 galline ovaiole, Mordano con 586.000 galline ovaiole e Portomaggiore con 18.000 tacchini, i cui animali sono stati uccisi su disposizione delle autorità.

 

A Occhiobello (in Provincia di Rovigo), in via preventiva è stata disposta l’uccisione di 200.000 galline ovaiole di un allevamento. «Il danno causato da questi abbattimenti verrà indennizzato dallo Stato e, quindi, saremo ancora una volta noi cittadini a pagare – ha incalzato Zanoni – Mentre in Emilia Romagna si è già provveduto a sospendere tutte le fiere ornitologiche, il lassismo degli Amministratori veneti  andrà a pesare sui portafogli dei contribuenti. La Regione Veneto, in questi anni, non sempre ha adottato tutte le misure necessarie ed utili ad evitare il diffondersi del contagio di questo potenziale pericoloso virus. Anzi sono state attuate delle ingiustificate, incomprensibili, quanto pericolose deroghe al regime di prevenzione della propagazione del virus nei confronti dei cacciatori che si avvalgono di richiami vivi e delle fiere degli uccelli».

 

Il 16 luglio 2013, la Giunta del Veneto con la Delibera 1286 “Regime di deroga al divieto di utilizzo di volatili appartenenti agli Ordini degli Anseriformi e Caradriformi nell’attività venatoria. Disposizioni esecutive per la stagione venatoria 2013/2014” ha concesso nell’attività venatoria l’uso e la movimentazione di richiami vivi, anatre comprese, uccelli questi ritenuti veicolo del contagio.

 

Il 21 settembre 2012, la Regione in seguito ad un caso di H5N1 aveva vietato fiere, mostre e mercati di avifauna, consentendo però le fiere dedicate agli uccelli ornamentali, ovvero le sagre degli uccelli nelle quali sono presenti in particolare anche anatre usate come richiami vivi nella caccia.

 

«L’attività venatoria agli uccelli partirà tra poco, a settembre, e con essa la movimentazione di migliaia di anatre utilizzate come richiami vivi e centinaia di migliaia di anatre selvatiche abbattute – ha spiegato Zanoni – Con le fiere di uccelli inoltre in questi giorni e sino ad ottobre, verranno movimentate tra il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, l’Emilia Romagna e la Toscana migliaia di anatre ed altri uccelli utilizzati come richiami vivi nella caccia. La Commissione ritiene la circolazione, nell’area colpita dal virus, di migliaia di uccelli vivi utilizzati come richiami nella caccia, di uccelli selvatici morti abbattuti nella caccia, di uccelli destinati alle fiere ornitologiche compatibile con le misure di prevenzione e salvaguardia previste dalle normative comunitarie? Come misura preventiva e cautelativa, l’Europa chieda la sospensione di ogni attività di caccia agli uccelli migratori e ogni fiera degli uccelli nelle regioni interessate dal virus dell’influenza aviaria».

 

In questo periodo non si contano le fiere di uccelli in tutto il Veneto: da quella di Annone Veneto (VE) a quella di Costabissara (VI), da Montebelluna (TV) a Cerea (VR), da Gaiarine (TV) a Trebaseleghe (PD), da Monticello Conte Otto (VI) a Rosolina (RO), da Noventa Padovana (PD) a Fossalta di Portogruaro (VE).

 

«Gente ed espositori che vengono da tutte le parti con uccelli e anatre, il miglior modo per diffondere l’epidemia in ogni dove – ha concluso Zanoni -.  È irresponsabile da parte della Regione continuare a concedere deroghe alla legge per fare regali ai cacciatori. Questa volta ha superato ogni limite di decenza, perché in ballo non ci sono solo gli animali selvatici e la biodiversità ma la sorte degli uccelli da allevamento e soprattutto la salute di tutti i cittadini. Vediamo se i cacciatori metteranno davanti ancora una volta la loro cosiddetta “passione” rispetto alla tutela della salute di tutti: a volte mi chiedo se vogliono veramente bene ai loro figli e nipotini. Ora hanno l’occasione di dimostrare di avere dei valori che non sono solo quelli di sparare ad animali selvatici sempre più in difficoltà a causa della distruzione ambientale da parte dell’uomo e dei cambiamenti climatici. Invito la Regione a pensare seriamente al blocco della stagione venatoria: non c’è interesse che tenga di fronte alla salute umana. Come al solito, altrimenti, saranno i cittadini a pagare per gli errori degli Amministratori».

 

 

 

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