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Chiuso il fallimento della SEV, la società delle discariche, con un buco da 15.000.000 di euro. Sancito il completo fallimento economico ed ambientale per il Comune di Paese e per tutta la comunità.

Comunicato del 12 marzo 2011 Paeseambiente è venuto da poco in possesso dei documenti relativi alla chiusura del fallimento S.E.V. Servizi Ecologici Veneti Srl, la società delle discariche di Paese, depositati presso la Cancelleria del Tribunale di Treviso il 9 dicembre scorso (NOTA – La SEV era titolare di: 1) discarica di Via Veccelli a Padernello, 2) discarica Tiretta di Padernello, 3) discarica Marini di Castagnole, 4) centro trattamento rifiuti di Motta di Livenza).

Dagli atti risulta che su richiesta del curatore fallimentare Dott. Guido Zanin, il Tribunale di Treviso, composto dal Presidente Dott. Antonello Fabbro, dal Giudice Relatore Dott. Alberto Valle e dal Giudice Dott. Elisa Fazzin, ha decretato la chiusura del fallimento della SEV nella camera di consiglio il 26 novembre 2010. Il curatore fallimentare ha chiesto la chiusura del fallimento dopo aver effettuato la ripartizione dell’attivo, ovvero dei pochi soldi rimasti, pertanto ha potuto rendicontare alla magistratura il disastro economico accertato. Il buco rilevato dal curatore fallimentare, ovvero i debiti accertati, sono stati pari alla bellezza di ben 15 milioni di euro, per l’esattezza 15 milioni e 393 mila euro (15.393.000 euro). I soldi rimborsati sono stati soltanto 319.000 euro, appena il 2 per cento dell’enorme buco, destinati a soli 13 creditori su ben 49, ciò significa che 36 creditori sono rimasti a bocca asciutta. I disastri ambientali provocati dalle discariche della società, la SEV di Via Veccelli, la Tiretta di Padernello e la Marini di Castagnole, erano già noti, la relazione del curatore ne ha soltanto preso atto  ufficializzando però il passaggio formale alla comunità degli oneri relativi alla bonifica delle discariche. Nel rendiconto finale il curatore dichiara di essere riuscito a far assumere la gestione della discarica Tiretta direttamente ed in via esclusiva al Comune di Paese. Per la discarica SEV di Via Veccelli, il curatore ricorda di aver provveduto a far mettere in sicurezza la discarica scongiurando potenziali problemi di rilascio nell’ambiente di fibre di amianto; non precisa però che questa attività è avvenuta a seguito delle pressanti denunce di Paeseambiente, completamente a carico della Provincia (ovvero dei contribuenti) e ben dopo due anni che i teli dei rifiuti dell’amianto erano rotti (Cf. fotografia in allegato). Sempre nel rendiconto il curatore dichiara che i 5 ettari circa di terreno costituenti la discarica di Via Veccelli, nella quale sono presenti sostanze tossico nocive, sono stati dismessi dal fallimento in quanto invendibili: in sostanza adesso sono diventati di proprietà della comunità! Solo i terreni della discarica Marini sono stati rivenduti al vecchio proprietario per 23.000 Euro. Andrea Zanoni, Presidente di Paeseambiente e Capogruppo di Italia dei Valori in Consiglio Comunale a Paese ha dichiarato:“Questo  è evidentemente un fallimento costruito a tavolino per scaricare sulla comunità gli effetti di una gestione sconsiderata, irresponsabile e fortemente condannabile del nostro territorio. Dopo averci riempiti di buchi (29 cave solo nel nostro comune di Paese) i nostri amministratori vicini e lontani hanno concesso che ci inondassero di rifiuti provenienti da ogni dove per riempirli. La gestione di questo traffico di rifiuti è stata affidata a persone poco raccomandabili, che dopo aver fatto i loro comodi, dopo aver permesso ai delinquenti di scaricare rifiuti tossici nelle nostre discariche, dopo aver ingannato la Provincia affibbiandole carta straccia al posto di garanzie finanziarie (le famose polizze fideiussorie), hanno dichiarato fallimento facendola franca. Nella nostra provincia ed in particolare a Paese sono stati commessi tanti errori che solo persone incoscienti possono pensare di autorizzare discariche senza poi far pagare  il conto ai cittadini. Spero che la Procura della Repubblica, alla quale anche Paeseambiente si è rivolta a proposito di questa società fallita, possa far luce sui troppi lati oscuri dell’intera vicenda. Il fatto che la Procura della Repubblica abbia nominato un consulente tecnico per la ricostruzione dei fatti contabili e gestionali della società fallita, ci lascia una tenue speranza che la giustizia possa trionfare. Appena avremo terminato la lettura dei copiosi documenti daremo notizia del lungo elenco di creditori una cinquantina tra pubblici e privati, che in totale hanno visto andare in fumo più di 15 milioni di euro, un buco grande quattro volte quello ben più famoso provocato dalla Bolzan all’ULSS 9 di Treviso. “ Paeseambiente – email: paeseambiente@ecorete.it – cell. 347/9385856

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