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Buco di 15 milioni di euro per il fallimento della SEV: ben 11,5 milioni a carico dei contribuenti, i rimanenti 3,5 a carico dei privati.

Comunicato del 14 marzo 2011 
Sono ben 49 le vittime del buco da 15 milioni di euro causato dal fallimento della SEV  Servizi Ecologici Veneti Srl, la società delle discariche di Paese titolare della discarica di Via Vecelli a Padernello, della discarica Tiretta di Padernello, della discarica Marini di Castagnole e del  centro trattamento rifiuti di Motta di Livenza.
Tra gli enti pubblici (o a partecipazione pubblica) che dovranno sobbarcarsi il buco della SEV troviamo in ordine di gravità: la Provincia di Treviso (l’ente maggiormente danneggiato) con un danno di 4,5 milioni di euro, l’erario (Equitalia e Uniriscossioni) con quasi 3 milioni di euro (esattamente 2.975.000 euro), il Comune di Quinto di Treviso con 1,8 milioni di euro, la Contarina con quasi 1,4 milioni (esattamente 1367.757 euro), il Comune di Paese con 819.000 euro e il Comune di Motta di Livenza con 15.000 euro. Tra i privati la Banca Antonveneta con 2,5 milioni di euro, la Banca di San Biagio con 63.000 euro, l’ENEL con 39.000 euro, l’INPS con 7.450 euro, l’INAIL con 5.174 euro, l’Istituto Diocesano per il sostentamento del clero per 8.469 euro e la Parrocchia di San Lorenzo di Padernello con 5.032 euro.
I danni causati alla Provincia (4,5 milioni di euro) riguardano in particolare le fideiussioni sulle discariche che l’Ente di Sant’Artemio non ha potuto riscuotere dalla società di cauzioni San Remo di Genova, che prima di fallire trasferì la propria sede legale a Reggio Calabria, abbassò il capitale sociale e divenne proprietà di tre cittadini egiziani.
Il Comune di Quinto ha subito i danni causati dal bromacile, una sostanza cancerogena che dopo essere uscita dai teli rotti della discarica Tiretta,  contaminò la falda acquifera sottostante che dopo aver percorso ben sette chilometri andò ad inquinare i pozzi di acqua potabile di questo comune, costringendo i cittadini a rifornirsi per sette lunghi anni dell’acqua da una autobotte in piazza ed il comune a costruire una nuova rete acquedottistica. 
Il Comune di Paese ha messo in conto i danni da inquinamento ambientale, l’erario l’evasione delle tasse, le banche invece hanno perso i soldi anche sui mutui coperti da ipoteche. 
L’ENEL ha subito il danno del mancato pagamento delle bollette, in seguito alle quali tagliò i fili della discarica Tiretta, fatto che causò non pochi danni e disagi ai cittadini dato che le pompe del percolato non più funzionanti causarono il suo innalzamento con le conseguenti emanazioni gassose e nauseabonde in tutto il comune di Paese, con epicentro Padernello (CF. fotografia collettori gas discarica).
“Questa vicenda deve servire da insegnamento a tutti quei sindaci e alla provincia di Treviso che si ostinano ancora oggi ad acconsentire e autorizzare nuovi conferimenti di rifiuti provenienti da ogni dove nelle nostre discariche – ha dichiarato Andrea Zanoni, Presidente di Paeseambiente e consigliere comunale di Italia dei Valori a Paese – spero abbiano capito che poi a pagare i danni ambientali, di salute ed economici sono i cittadini.
In merito all’arrivo di rifiuti illegali e cancerogeni e alla contaminazione delle falde per ora sono stati  quantificati i danni ambientali e quelli economici, qualcuno adesso dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e calcolare finalmente i danni sanitari pagati in questi anni da troppi cittadini di Paese.
Credo sia ormai evidente a tutti che mancano delle norme che impediscano a questi farabutti di arricchirsi alle spalle dell’ambiente, delle falde acquifere, dei contribuenti e della salute di tutti i cittadini.
Quella del fallimento della SEV è una commedia, una storia scritta a tavolino, sulla quale vogliamo fare chiarezza e individuare i vari responsabili, anche con una assemblea pubblica che stiamo organizzando per il prossimo 31 marzo in sala consigliare a Paese”.
Paeseambiente – email: paeseambiente@ecorete.it – cell. 347/9385856

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