L’eurodeputato Andrea Zanoni ha partecipato a una conferenza sulla lotta alla contraffazione nel settore manifatturiero al Parlamento europeo. “La contraffazione minaccia aziende e consumatori europei. La risposta dell’Ue deve essere forte. Bruxelles non rinunci al marchio Made In”
“La contraffazione è un morbo che va combattuto a livello europeo per tutelare sia le nostre imprese che il consumatore finale, sottoposto a rischi da merci e beni che non soddisfano le norme di sicurezza europee”. Lo dice Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, che ieri ha partecipato alla conferenza “Più trasparenza per più efficienza. Il Manifatturiero europeo e la sicurezza dei prodotti” al Parlamento europeo a Bruxelles insieme al Commissario Ue all’Industria Antonio Tajani, e agli eurodeputati Patrizia Toia (PD) e Raffaele Baldassarre (Pdl). “Difendere e promuovere la produzione europea, italiana nel nostro caso, è di vitale importanza per la nostra economia e sicurezza. E questo ancora di più in tempo di crisi, quando va fatto il possibile per tutelare il manifatturiero europeo affinché a pagare il prezzo delle tonnellate di merci contraffatte che entrano ogni anno in Europa non siano i nostri imprenditori e consumatori”.
“La contraffazione ci costa un miliardo e 700 milioni di euro e 100 mila posti di lavoro all’anno. Ma non è solo un problema italiano – spiega Zanoni – Basti pensare che nel 2011 le dogane tedesche hanno impedito l’immissione in circolazione di merci contraffatte per un valore di 82,6 milioni di euro di cui circa il 75 per cento provenienti dalla Cina”.
“Per questo alla conferenza abbiamo parlato del bisogno di una risposta europea a questa minaccia europea, perché all’interno del mercato unico tutti i 28 Paesi Ue sono legati tra loro. Per questo, a mio avviso, è fondamentale non rinunciare a tutti gli strumenti che offrono maggior protezione al nostro settore manifatturiero, compreso il cosiddetto Made In, il marchio di origine che vige da anni in altri Paesi come gli Stati Uniti, Cina o Brasile e che potrebbe, appunto, contribuire a contrastare la contraffazione anche in Europa”, conclude l’eurodeputato.
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