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Dall’animalismo all’antispecismo: gli animali non sono esseri inferiori

Firenze, 10-12-2011

Per tutelate veramente i diritti degli animali bisogna smetterla di considerarli come esseri inferiori. Gli animali sono esseri viventi, capaci di provare dolore e, ne sono convinto, emozioni. Ho preso parte con entusiasmo al primo Primo Convegno Italiano Antispecista organizzato dalla Lega Italiana per i Diritti dell’Animale (LIDA) a Firenze sabato scorso, proprio in occasione della Giornata mondiale per i diritti degli animali (10 dicembre). Si è trattata di una giornata molto interessante, dove la partecipazione della gente è stata forte e sentita. Si è parlato di animali, diritti, solidarietà, umanità, in una sola parola di “amore”.

Con “antispecismo” si intende qualcosa che va oltre il puro animalismo, oltre la semplice difesa di un diritto o la lotta contro un abuso. Con antispecismo si punta a una vera rivoluzione culturale che dia finalmente e una volta per tutte agli animali quella dignità intrinseca a ogni essere vivente di questa terra. Il classico rapporto uomo/animale, con questi ultimi assurdamente considerati alla stregua di una merce per il benessere o il divertimento dell’uomo, va cambiato una volta per tutte, in quanto da sempre fonte di soprusi e violenze.
Come Eurodeputato sto cercando, per quanto mi è possibile, di portare anche in Europa la difesa dei diritti degli animali, e questo perché sono fermamente convinto che si tratti di una questione che meriti di essere trattata a livello comunitario. Se così non fosse, l’articolo 13 del trattato di Lisbona non sarebbe dedicato proprio agli animali, definiti nero su bianco come “esseri senzienti”. Due semplici parole ma dalle quali scaturisce la consacrazione dei loro diritti in quanto forme di vita.
C’è da fare un lavoro molto impegnativo in tutte le sedi istituzionali affinché il principio passi dalla carta ai fatti, ovvero a normative applicative che abbiano dei risultati concreti sulla vita dei singoli animali. Penso ai casi di Spagna e Romania, dove si continuano a uccidere cani e gatti randagi nonostante l’interesse dell’opinione pubblica internazionale.

Con la mia attività sto cercando di gettare le basi per una vera e propria Direttiva per la tutela degli animali, un percorso molto lungo ma che a mio avviso costituisce l’unico modo di obbligare gli Stati nazionali a rispettare determinati standard di civiltà. Qualche primo passo lo abbiamo già fatto. Il 14 ottobre scorso al Parlamento europeo abbiamo approvato una dichiarazione scritta “sulla gestione della popolazione canina nell’Ue”. Insieme ad altri deputati, ho scritto al Commissario Ue responsabile per il Benessere degli animali John Dalli (29 settembre e 2 dicembre) interessandolo alla tutela dei randagi in Europa e alla legge rumena sulla soppressione dei randagi approvata il 22 novembre. L’8 dicembre ho consegnato alla Commissione europea circa 113mila firme raccolte dall’OIPA sempre sulla tutela di cani e randagi in Europa.

Inoltre ho presentato alcune interrogazioni alla Commissione europea per intervenire in scandali come il fenomeno delle mucche a terra in Provincia di Vicenza (VIDEO) o la caccia al lupo sull’Appennino emiliano.
Infine ho aderito e ho sponsorizzato in Italia e in Europa la campagna 8hours (VIDEO), che chiede all’Ue di istituire il limite di 8 ore per il trasporto di tutti gli animali vivi all’interno dell’Europa. Si tratta di piccoli passi, ma che spero porteranno a grandi risultati in termini di civiltà.
Proprio di “civiltà” si è parlato a Firenze insieme a giuristi, ricercatori, filosofi, bioeticisti e tanti cittadini, un sentimento che ci permetterebbe di mettere la parola fine a una delle ultime forme più cruente di schiavitù e violenza ancora esistenti al mondo.
Andrea Zanoni

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