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Cava Biasuzzi di Padernello di Paese (TV): «Presentazione farsa di un progetto vecchio e fuori dal tempo»

Martedì 15 aprile 2014, al Cinema multisala “Manzoni” di Paese (TV) è stato ripresentato, a distanza di 4 mesi, lo stesso progetto di ampliamento in profondità della cava di proprietà della società Biasuzzi Cave SpA nella frazione di Padernello. L’eurodeputato PD Andrea Zanoni ha affermato: «La ditta Biasuzzi persevera a voler portare avanti un progetto vecchio di 7 anni, non in linea con il Piano cave che entrerà in vigore. La Giunta Regionale veneta ha già risposto negativamente per tre volte alle richieste di ampliamento avanzate dalla Biasuzzi. Passano gli anni ma non gli intenti della Biasuzzi, nonostante la contrarietà della Regione e del Comune».

 

Martedì 15 aprile 2014, al Cinema multisala “Manzoni” di Paese (TV) è stato ripresentato, a distanza di 4 mesi, lo stesso progetto di ampliamento in profondità della cava di proprietà della società Biasuzzi Cave SpA nella frazione di Padernello.

 

All’incontro erano presenti il candidato sindaco di Paese Valerio Mardegan della coalizione Paese Domani, i consiglieri Sabrina Bianco e Roberto Foffani del Pd, Maria Cristina Fucile, Aldo Piva, Stefania Visentin della minoranza e l’attuale assessore all’Ambiente Vigilio Piccolotto.

 

Il progetto, che non è stato modificato nemmeno di una virgola rispetto a quello presentato nel dicembre 2013, è attualmente fermo in Regione. Il termine per presentare osservazioni al progetto scadrà il prossimo 3 giugno 2014 ed il Gruppo PaeseAmbiente, di cui Andrea Zanoni è Presidente, pur avendone già presentate ne avanzerà altre.

 

L’eurodeputato PD Andrea Zanoni dell’S&D, membro della Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo e relatore della nuova Direttiva di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) ha affermato: «Non si ferma l’assalto dei cavatori a Paese. Il progetto di ampliamento ripresentato prevede un volume di scavo per 3.723.922 metri cubi in 11 anni. L’attuale superficie di 332 mila metri quadrati è impressionante se si pensa che l’area potrebbe contenere la cattedrale di San Pietro ben 30 volte e che la percentuale di territorio comunale agricolo escavato, pari a circa il 16%, supera abbondantemente il limite del 3% previsto dalla norma regionale sulle attività di cava. È inaudito solo pensare di proporre di sprofondare fino a 57 metri, quindi scavare per altri 30 metri sotto la falda creando una voragine che già con i suoi 27 metri attuali di profondità è impressionante. Eppure la ditta Biasuzzi persevera a presentare un progetto vecchio di 7 anni, non in linea con le prescrizioni del Piano cave, per il quale è scaduto il termine per la presentazione delle osservazioni, tra cui c’è quella avanzata dal Gruppo PaeseAmbiente. Se, infatti, sarà approvato com’è stato proposto e adottato vieterà l’escavazione in falda».

 

Non bisogna dimenticare, poi, che la cava confina con la discarica SEV, nella quale permangono ancora 25 mila tonnellate di rifiuti speciali tossico nocivi non conformi per i quali la Provincia ha ancora in corso un procedimento per il loro smaltimento. «Questo fatto è ancora più grave se si considera che l’area è in zona sensibile perché si trova in fascia di ricarica degli acquiferi – ha aggiunto Zanoni – Nelle stratigrafie, si riscontrano presenze di conglomerato e argilla impermeabili che possono determinare l’esistenza di un sistema di falde sottostanti alla prima e non collegate. L’intervento metterebbe in collegamento la falda superficiale più inquinata con quelle sottostanti. A dicembre, la ditta Biasuzzi aveva cercato di far tutto in sordina, dando comunicazione dell’incontro all’ultimo minuto. Probabilmente sono del tutto consapevoli che il progetto è semplicemente da cestinare».

 

BACKGROUND

 

Il 30 settembre 2009 la ditta Biasuzzi Cave S.p.A. aveva presentato alla Regione Veneto domanda per la proroga di 5 anni dei termini di conclusione dei lavori di coltivazione della cava di ghiaia denominata “Padernello”.

 

Già il 22 novembre 2007, Biasuzzi SpA aveva presentato il progetto di riqualificazione ambientale e di ampliamento, ma il Comune di Paese il 14 gennaio 2008, con delibera numero 8, aveva espresso parere negativo. La cava risale al 1975 e, negli anni, è stata oggetto di ampliamenti fino a raggiungere un volume di 7 milioni 248 mila metri cubi, con una superficie di scavo di 332 mila 400 metri quadrati, pari a 66 campi agricoli trevigiani. Il progetto di ampliamento presentato dalla ditta Biasuzzi prevederebbe un nuovo volume di scavo per 3.723.922 metri cubi in 11 anni.

 

Con deliberazione della Giunta comunale numero 126 dell’8 agosto 2011, il Comune di Paese aveva espresso ferma contrarietà alla concessione della proroga dei termini di coltivazione della cava per l’impossibilità tecnica di procedere all’escavazione delle aree ancora idonee allo scavo in quanto interessate dalla presenza di impianti di lavorazione, per la presenza di alcune incongruenze in merito al calcolo dei volumi residui e nell’individuazione delle aree ancora da escavare, e per la presenza di zone escavate in difformità rispetto a quanto autorizzato, nonché per l’eccessivo protrarsi nel tempo dell’attività con i connessi impatti e la mancata ricomposizione ambientale.

 

Il 6 marzo 2013, la Direzione Geologia e Georisorse della Regione Veneto ha inviato al Comune di Paese una nota in cui confutava le motivazioni addotte dall’Amministrazione contro la concessione della proroga, ritenendole “….non condivisibili e quindi non accolte”.

 

L’8 aprile 2013, il Comune, in risposta alla nota regionale, ha confermato la propria contrarietà alla concessione di un’ulteriore proroga che procrastinerebbe ulteriormente la ricomposizione ambientale finale della cava e prolungherebbe inoltre i disagi all’habitat naturale e alla popolazione residente procurati dalla presenza dell’attività estrattiva stessa.

 

La Direzione Geologia e Georisorse della Regione Veneto, con decreto numero 74 del 10 aprile 2013, ha concesso la proroga fino al 31 dicembre 2016 dei termini per la conclusione dei lavori di coltivazione (estrazione e sistemazione ambientale) della cava di cui trattasi, con l’obbligo di adempiere alle prescrizioni che riguardano la riclassificazione ambientale delle fasce perimetrali non più interessate dagli interventi estrattivi, con particolare riferimento al tratto lungo il lato nord del bacino di cava sud, oggetto negli ultimi anni di rimodellamento morfologico.

 

Con deliberazione numero 138 del 18 settembre 2013, la Giunta di Paese (TV) ha deciso di proporre ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Veneto contro la Regione per ottenere l’annullamento del Decreto del dirigente regionale della Direzione geologia e georisorse numero 74 del 2013, con cui era stata concessa la proroga della coltivazione della cava “Padernello” alla ditta Biasuzzi Cave SpA (DELIBERA).

 

Martedì 10 dicembre 2013, al Cinema multisala “Manzoni” di Paese (TV) era stato presentato il progetto di ampliamento in profondità della cava di proprietà della società Biasuzzi Cave SpA nella frazione di Padernello. La presentazione era avvenuta quasi in sordina, tanto che all’incontro erano presenti pochissime persone avvisate all’ultimo minuto, tra cui l’ex sindaco di Paese Valerio Mardegan, Roberto Foffani del Pd, Maria Cristina Fucile di Primavera civica.

 

 

 

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