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Zanoni denuncia in Europa il bracconaggio dei pulcini dei Tordi nei nidi

 L’eurodeputato Andrea Zanoni presenta un’interrogazione alla Commissione europea per denunciare il bracconaggio dei piccoli di Tordo e Cesena nelle provincie di Trento e Bolzano. “Molto probabilmente si tratta di pulcini che vengono inanellati clandestinamente per essere destinati al mercato dei richiami vivi per la caccia, quindi a una vita di sofferenza”

 

La Commissione europea intervenga a mettere fine allo scandalo del bracconaggio nei confronti dei pulcini di uccelli selvatici nelle province italiane di Trento e Bolzano destinati al mercato dei richiami vivi utilizzati nella caccia”. Lo chiede con un’interrogazione parlamentare Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e vice presidente dell’Intergruppo Benessere degli Animali al Parlamento europeo. “Questi piccoli nidiacei, soprattutto di Tordo e Cesena, vengono strappati dai nidi per essere inanellati clandestinamente, tenuti prigionieri a vita in anguste gabbiette ed essere rivenduti ai cacciatori”.

 

Ogni anno, in particolare durante la primavera, nelle province italiane di Trento e Bolzano si manifesta questo grave fenomeno di bracconaggio soprattutto per quanto riguarda il Tordo (Turdus philomelos) e la Cesena (Turdus pilaris), che vede bracconieri arrivare apposta da diverse regioni italiane”, spiega Zanoni. “Siamo di fronte ad atti criminali che alimentano il mercato dei richiami vivi. Un business enorme che prevede la cattura selvaggia di questi piccoli nati liberi che, attraverso l’apposizione illegale di un anello identificativo, vengono trasformati in merce legale”.

 

L’eurodeputato denuncia a Bruxelles che “non ci sono controlli sufficienti: le federazioni ornitologiche italiane e le Provincie non controllano a dovere a chi consegnano gli anelli, così che poi con questi si possono sanare i pullus rubati ai genitori facendoli passare come se fossero nati in cattività”. Succede infatti che  uccelli così catturati vengono “sessati” (vedi background), allevati a mano con la cosiddetta tecnica dello stecco, ovvero alimentati dall’uomo con insetti e mangimi artificiali, e inanellati clandestinamente come se fossero uccelli d’allevamento (VIDEO) per poi essere rivenduti a caro prezzo, anche a 150/300 euro l’uno.

 

“È arrivato il momento di dare un segnale forte per mettere fine a questo disegno criminale. Occorrono pene più severe e controlli serrati che non permettano una pratica che provoca migliaia di morti e prigionieri a vita in gabbiette così piccole che non consentono agli uccelli nemmeno di aprire le ali”, incalza Zanoni, che chiede alla Commissione “come intende intervenire per porre fine a questo fenomeno che vede esemplari di uccelli migratori viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri sottratti alla natura e a tutta la Comunità europea per diventare proprietà privata di pochi a soli fini di lucro?”.

 

BACKGROUND

 

Il sessaggio dei tordi viene effettuato per individuare i maschi (i soli utilizzabili nella caccia) quasi impossibili da distinguere ad occhio nudo dalle femmine. Queste povere bestiole vengono sottoposte ad una operazione chirurgica dolorosissima, in condizioni igieniche raccapriccianti e senza anestesia: viene effettuato un taglio nel basso ventre e spostandone le interiora viene ispezionata la parte sottostante la spina dorsale dove sono collocati i piccolissimi testicoli del tordo maschio. I maschi vengono perciò ricuciti alla buona, patendo una mortalità superiore al 50/70 per cento, mentre le femmine di norma vengono uccise immediatamente con lo schiacciamento della testa.

 

Per capire come funziona il commercio illegale basta vedere questo VIDEO dove vengono inanellati con anelli contraffatti uccelli catturati illegalmente che così diventano detenuti lecitamente e quindi immessi nel mercato.

In merito, Zanoni ha depositato un’interrogazione-denuncia alla Commissione Europea lo scorso 8 novembre 2012 (TESTO INTERROGAZIONE). Il Commissario UE all’Ambiente, Janez Potočnik, in risposta, il 15 gennaio 2013 ha sottolineato che “ai sensi della direttiva 2009/147/CE (direttiva «Uccelli selvatici») per tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nell’Ue, gli Stati membri vietano la cattura deliberata e la vendita, il trasporto per la vendita, la detenzione per la vendita, nonché l’offerta in vendita di uccelli vivi e di uccelli morti” e ha ricordato che “è pertanto un chiaro obbligo per le autorità degli Stati membri istituire un sistema opportuno di attuazione e applicazione dei divieti summenzionati e delle relative disposizioni”. (TESTO RISPOSTA)

 

Il 7 gennaio 2013, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere di vincolare la concessione di deroghe alla cattura di animali da richiamo nei roccoli in Lombardia e Veneto alla precisa indicazione della tipologia e del numero di controlli minimi previsti sul campo, richiamando l’esercizio delle deroghe previste dalla Direttiva Uccelli 147/2009/CE (lettera c dell’articolo 9).

 

Il Commissario Ue all’Ambiente, Janez Potočnik in risposta all’interrogazione di Andrea Zanoni sugli scarsi o addirittura inesistenti controlli in merito alle deroghe alla cattura di uccelli vivi di Veneto e Lombardia ha risposto il 28  febbraio 2013: “Ogni deroga concessa dalle autorità nazionali a norma dell’articolo 9, paragrafo 1, lettera c), della direttiva Uccelli è permessa solo se esercitata in condizioni rigidamente controllate. Tutte le deroghe devono inoltre specificare i controlli da svolgere e indicare l’autorità competente a dichiarare il rispetto delle condizioni richieste”.

 

Il 14 marzo scorso, l’eurodeputato Andrea Zanoni ha scritto al Governatore della Lombardia Roberto Maroni per chiedere chiarimenti riguardo alla banca dati dei richiami vivi detenuti dai cacciatori, sottolineando che gli allevamenti potrebbero nascondere piccole associazioni illecite per l’apposizione di anelli identificativi a uccelli catturati di frodo.

 

La Giunta regionale della Lombardia, con deliberazione numero IX/ 4036 del 12 settembre 2012, ha indicato uno schema per la predisposizione di un database che contenga tutte le informazioni relative ai richiami vivi detenuti dai cacciatori lombardi, sia di cattura che di allevamento, al fine di garantire la corretta applicazione della Direttiva Uccelli 2009/147/CE.

 

Proprio per contrastare le illegali pratiche di cattura e di commercio di uccelli selvatici da utilizzare come richiami vivi, grazie alla sistematica contraffazione degli anellini identificativi, Zanoni ha chiesto alla Regione Lombardia se il futuro database debba contenere le informazioni precise relative ai richiami vivi tanto di cattura, quanto di allevamento, detenuti dai cacciatori lombardi, con l’indicazione della provenienza, in altre parole dell’impianto che li ha ceduti, della data di cessione per quelli di cattura, dell’allevamento che li ha ceduti e della data di cessione anche per quelli di allevamento.

 

L’eurodeputato ha chiesto, inoltre, quali siano i controlli previsti per accertare la veridicità delle dichiarazioni; quali siano le sanzioni previste e da quale norma, nel caso in cui il censimento sia da considerarsi obbligatorio; quale sia la cadenza degli aggiornamenti del censimento, al fine di poter avere dati aggiornati e chiede di avere i dati relativi al censimento per la stagione venatoria 2012/2013, suddivisi per provincia.

 

La sentenza numero 2341/13 del 17/01/2013 della Corte di Cassazione ha riconosciuto il reato di maltrattamento dei richiami vivi detenuti nelle gabbie anguste usate dai cacciatori.

 

 

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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