Bruxelles, 21-11-2011
Oggi l’Ue ha compiuto un importante passo in avanti per la protezione degli squali nelle acque europee e non solo. La Commissione europea ha proposto il divieto assoluto del cosiddetto “finning”, ovvero la barbara pratica di asportare le pinne per poi gettare gli squali ancora vivi in mare, dove vanno incontro ad una morte certa.
Il provvedimento impone a tutte le imbarcazioni che pescano nelle acque dell’Unione europea e, a tutte quelle dell’Ue che pescano nel mondo, l’obbligo di sbarcare in porto gli squali pescati con le pinne attaccate al corpo.
Finalmente gli Stati membri non saranno quindi più autorizzati a concedere permessi di pesca speciali che autorizzano i loro pescherecci a tagliare le pinne degli squali a bordo. Uno stop a tutti quei “pirati” che sacrificavano la vita di tanti squali per meri interessi economici, visto l’alto valore sul mercato delle pinne di squalo. Nel mirino sono soprattutto Spagna e Portogallo, ma anche Cipro come denuncia Shark Alliance, l’organizzazione da sempre in lotta per la conservazione degli squali. Con oggi la normativa Ue fa un bel passo avanti rispetto al Regolamento del 2003, che prevedeva delle deroghe e i controlli erano insufficienti.
Ringrazio la Commissaria Ue per gli Affari Marittimi e Pesca Maria Damanaki per aver, parole sue, “colmato un vuoto giuridico nella nostra legislazione”.
Adesso il prossimo appuntamento è al Parlamento e Consiglio Ue, che saranno chiamati in causa sulla proposta della Commissione. Soprattutto in sede di Consiglio non mancherà chi cercherà di mettere i bastoni tra le ruote per tutelare gli interessi di chi gli squali li pesca e li uccide. Ma al Parlamento europeo faremo il possibile affinché questa assurda mattanza finisca prima possibile.
Andrea Zanoni
Email stampa@andreazanoni.it
Tel +32 488 88 23 50
Web www.andreazanoni.it
Twitter @Andrea_Zanoni
Facebook ANDREA ZANONI
Youtube AndreaZanoniTV