Venezia, 8 giugno 2017 – “Dalla Soprintendenza arriva una bella notizia: la vasca di contenimento sul Curogna non va fatta, a causa del grave impatto paesaggistico e ambientale dell’opera. La Regione ne prenda atto e rinunci a un progetto inutile e dannoso”. Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Ambiente commenta così la lettera che la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso ha trasmesso al Comitato di valutazione impatto ambientale – VIA e contenente il parere dovuto ai sensi di legge in merito al progetto della società Emaprice nel comune di Pederobba.
“La circolare firmata dal Soprintendente, l’architetto Andrea Alberti, sgombera il campo e non lascia alcun dubbio interpretativo. Si legge, testualmente, che ‘la realizzazione del bacino di laminazione per la messa in sicurezza del Torrente Carogna risulta incompatibile con il paesaggio tutelato, in quanto viene drasticamente alterata la morfologia naturale del sito, caratterizzato da un ambiente naturale che dalla dorsale collinare dei Castelli degrada dolcemente verso il sottostante Torrente Curogna, introducendo elementi invasivi come l’alterazione delle pendenza del piede delle colline dei Castelli e la realizzazione del bacino di laminazione, con deforestazione e sbancamento in profondità dell'area, al fine di ottenere una superficie piana e innaturale da adibire a tale scopo. Altri elementi che concorrono a snaturalizzare il sito sono: la realizzazione dell’arginatura artificiale, alta dalla parte interna del bacino circa 5 metri, la realizzazione degli impianti tecnologici in calcestruzzo atti alla regolarizzazione degli apporti idrici in entrata e in uscita dal bacino’.
“Si tratta indiscutibilmente di un bel passo verso l’auspicabile bocciatura del progetto da parte del Comitato per la VIA, chiamato a decidere entro la fine di giugno”, aggiunge l’esponente dem, che sulla questione ha presentato ben tre interrogazioni. “Mi auguro che i commissari facciano tesoro di questo parere, così come dei contenuti degli studi, idraulico e idrogeologico, realizzati grazie al Coordinamento ‘Aria che voglio’. Sarebbe un buon segnale stoppare opere inutili e anche dannose per il territorio, anche per dare corso all’obiettivo europeo che prevede lo stop al consumo di suolo entro il 2050, obiettivo – conclude Zanoni – che appare più lontano dopo l’ultima legge approvata dalla maggioranza in Consiglio regionale”.