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TAR Toscana, botte al suocero gli revocano la licenza di caccia

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana ha revocato la licenza di porto di fucile a un cacciatore querelato per aver picchiato il suocero. L’europarlamentare Andrea Zanoni ha affermato: «Si sta consolidando finalmente un orientamento giurisprudenziale che riconosce nella querela il presupposto sufficiente per adottare provvedimenti limitativi del diritto a possedere e a portare armi»

 

La Prima Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Toscana, con la sentenza numero 540 del 11 aprile 2013, ha legittimato la revoca della licenza per porto di fucile ad un cacciatore che era stato querelato per aver picchiato il suocero.

 

Il divieto di detenere armi o munizioni e la revoca della licenza di porto d’armi, secondo il giudice, non richiedono l’oggettiva e palese responsabilità per lesioni cagionate a terzi, né il verificato abuso nell’utilizzo delle armi. Per adottare provvedimenti limitativi è sufficiente che la persona non dia affidamento di non abusarne.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per la Conservazione ed il Benessere degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: «Constato con soddisfazione che si sta sempre più diffondendo l’orientamento giurisprudenziale secondo cui la querela, nonostante costituisca un atto di parte, è sufficiente da sola a costituire il presupposto per adottare provvedimenti limitativi del diritto a possedere e portare armi, se vi sono elementi oggettivi per presumere la possibilità di abuso. L’autorizzazione a detenere armi e munizioni e la licenza di porto di fucile, infatti, secondo questa linea, possono essere ritirati se il giudice ravvisa il pericolo di abuso desumibile da un quadro indiziario che indica l’inaffidabilità della persona, tale da non offrire più garanzie sufficienti a prevenire possibili abusi anche all’interno delle mura domestiche».

 

 

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