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Mestrinaro e conflitti d’interesse, i nodi vengono al pettine

Il Dirigente dell’Ufficio Rifiuti della Regione Veneto è stato sospeso per sei mesi per aver fornito consulenze su progetti su cui poi esprimeva pareri, compreso quello sull’impianto di smaltimento rifiuti della ditta Mestrinaro a Zero Branco (TV). L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Lo scandaloso doppio incarico con un inequivocabile conflitto di interessi che ha ricoperto l’ingegnere Fabio Fior, grazie alla nuova Direttiva VIA di cui sono stato relatore non sarà più possibile perché per legge sarà espressamente vietato. Ora attendo fiducioso l’udienza preliminare del prossimo dicembre che vede finalmente la Mestrinaro sul banco degli imputat

 

L’ingegnere cinquantaseienne Fabio Fior di Noale (VE), Dirigente dell’Ufficio Rifiuti della Regione Veneto, ha esercitato “funzioni nella fase istruttoria del procedimento di approvazione del progetto” dell’impianto di smaltimento rifiuti della ditta Mestrinaro a Zero Branco (TV), da cui è stato poi assunto come “collaudatore su incarico della medesima Mestrinaro”.

 

Il lampante conflitto di interessi risulta  dall’ordinanza di sequestro dell’impianto disposta lo scorso aprile dal Giudice veneziano Antonio Liguori. Ora, ad inchiesta conclusa, il Pubblico Ministero Giorgio Gava ha chiesto anche il rinvio a giudizio per traffico clandestino di rifiuti pericolosi di Lino e Sandro Mario Mestrinaro, nonché dei due imprenditori i cui rifiuti erano arrivati all’impianto di via Bertoneria, Maurizio Girolami dell’“Intesa 3” e Loris Guidolin dell’“Adriatica Strade Costruzioni generali”, oltre a Italo Bastianella dipendente dell’ufficio ambiente della ditta di Zero Branco.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Dopo anni di battaglie e di denunce mi auguro che i cittadini possano vedere ristabilita la legalità. Meno male che la Provincia di Treviso, che ha deciso di costituirsi parte civile nel processo per chiedere i danni ambientali che il territorio e la salute dei cittadini hanno subito. Confido che la Magistratura, dopo l’ottimo lavoro fatto fino ad ora, renda giustizia e faccia pagare il massimo della pena a chi si è macchiato di reati difficilmente quantificabili vista la gravità».

 

Intanto, il Dirigente regionale del Settore Rifiuti Fior è stato sospeso dal 1° ottobre per sei mesi dopo che la Regione stessa ha scoperto che, oltre alla consulenza non autorizzata data alla Mestrinaro, Fior ne avrebbe firmate una quarantina tra il 2004 e il 2010, con un incasso di circa un milione e 600 mila euro, seicentomila dei quali per consulenze non autorizzate.

 

Proprio per il palese conflitto d’interessi, tutti i documenti raccolti dalla Regione sono al vaglio del Pubblico Ministero Gava, che ha aperto un fascicolo e incaricato la Guardia di Finanza di effettuare ulteriori indagini. Contro il provvedimento di sospensione, l’ingegnere noalese ha presentato ricorso al giudice del Lavoro.

 

«Il 9 ottobre scorso il Parlamento europeo ha approvato la nuova Direttiva di Valutazione Impatto Ambientale (VIA) di cui sono stato relatore – ha concluso Zanoni – Ho voluto personalmente inserire la norma contro il conflitto d’interessi affinché non si verifichino più casi come quello veneto, dove troviamo l’ingegnere Silvano Vernizzi, Amministratore delegato di Veneto Strade SpA e al tempo stesso Presidente delle Commissioni regionali VIA (Valutazione Impatto Ambientale) e VAS (Valutazione Ambientale Strategica), nonché anche Segretario regionale Infrastrutture e mobilità della Regione del Veneto, Commissario straordinario per la Pedemontana Veneta e Commissario straordinario per il Passante di Mestre ed ora l’ingegnere Fior, che ha firmato  progetti pagati dall’azienda Mestrinaro, dando in contemporanea  pareri  come capo dell’Ufficio regionale».

 

BACKGROUND

 

La Regione Veneto, con una delibera del 2010 (la n.100), aveva approvato il progetto della ditta Mestrinaro per la realizzazione di un nuovo impianto di trattamento rifiuti speciali a Zero Branco (TV). La delibera è stata successivamente annullata dalla sentenza del Consiglio di Stato del 28 dicembre 2011 (la n. 1082/2011) e, in data 28 febbraio 2012, il comune di Zero Branco ha emesso un’ordinanza (la n. 1/2012) con la quale intimava alla ditta di demolire i capannoni costruiti grazie alla delibera Regionale poi annullata dal Consiglio di Stato.

 

Contro questa ordinanza, Mestinaro proponeva ricorso al TAR Veneto il quale, il 6 giugno 2012, ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza di demolizione, come convenuto anche con la difesa del Comune, in attesa del procedimento della Regione per rivedere per l’ennesima volta il progetto.

 

In data 3 febbraio 2012, la Provincia di Treviso è intervenuta con un sopralluogo, accertando che la ditta Mestrinaro aveva già ricevuto rifiuti grazie all’autorizzazione regionale annullata con sentenza del Consiglio di Stato e, in data 13 aprile 2012, apriva un procedimento per riportare alla legalità l’impianto, chiedendo un piano di allontanamento rifiuti non conformi.

 

La Ditta Mestrinaro provvedeva solo in parte, conferendo i rifiuti presso la Discarica CO.VE.RI. s.c.a.r.l. di Silea (TV) ma, come risulta testualmente da una comunicazione della Mestrinaro alla Provincia di Treviso datata 22 giugno 2012, questa operazione rappresenta una difficoltà per quanto riguarda i rifiuti cod. CER 19 13 02 Rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, in quanto il loro allontanamento comporterebbe “un costo stimabile di oltre 700.000 euro. Detto costo è oggi insostenibile per la scrivente azienda, stante il noto momento di gravissima crisi economica e creditizia”.

 

Il 19 novembre scorso, la Provincia, con decreto n. 684/2012, all’articolo 3 ha autorizzato la ditta a trattare i rifiuti di cui al codice “CER 19 13 02 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni”, limitatamente al quantitativo di rifiuti già presenti in impianto e ricevuti in forza alla Delibera della Giunta Zaia n. 100/2010, ora annullata con sentenza del Consiglio dello Stato del 28 dicembre 2011.

 

Il 16 gennaio scorso, la Commissione VIA della Regione Veneto ha dato parere positivo all’ennesimo progetto presentato dalla Mestrinaro. Si tratta del terzo parere positivo rilasciato dalla Commissione VIA che evidentemente non vuole tenere conto delle due precedenti sentenze del Consiglio di Stato che hanno annullato altrettante delibere della Giunta Regionale del Veneto che si basavano su tali pareri.

 

Il 10 aprile scorso, una cinquantina di Carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) di Venezia e Treviso hanno operato un blitz nell’azienda Mestrinaro di Zero Branco ordinato dalla Procura distrettuale antimafia di Venezia che ha portato al sequestro cautelativo di due capannoni contenetti i rifiuti pericolosi incriminati.

 

Secondo le accuse, l’azienda comprava i rifiuti inquinanti da altre ditte come l’Intesa 3 di Susegana Ponte e la Adriatica Strade Costruzioni generali. Poi, però, non li smaltivano ma li rivendevano come rifiuti inerti utilizzati per i sottofondi stradali tra cui, la terza corsia della A4. In tutto, la Mestrinaro avrebbe trattato 40 mila tonnellate di rifiuti illeciti. Indagate cinque persone: Lino e Sandro Mestrinaro, Italo Bastianella, dipendente dell’ufficio ambiente della ditta di Zero Branco, Loris Guidolin di Adriatica e Maurizio Girolamo di Intesa 3.

 

Il giudice per le Indagini Preliminari della Procura della Repubblica di Venezia, Antonio Liguori, dopo due anni di indagini dei carabinieri del NOE di Venezia, nel provvedimento con il quale ha concesso ai Pubblici Ministeri veneziani Terzo e Gava di sequestrare 12.000 metri quadrati di cantiere e 4.000 metri cubi di rifiuti della Mestrinaro Spa di Zero Branco ha scritto: “Il misto cementato stabilizzato prodotto e venduto da Mestrinaro Spa come “Rilcem” è un semilavorato pericoloso per la salute e per l’ambiente: un rifiuto illecitamente e serialmente smaltito secondo un preordinato e strutturato disegno fraudolento e illecitamente e serialmente venduto a caro prezzo a terzi di buona fede”.

 

L’8 marzo 2013 Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere che si indagasse sulla possibile violazione delle Direttive “VIA” 2011/92/UE e “Rifiuti” 2008/98/CE da parte della Ditta Mestrinaro nell’attività di trattamento di rifiuti a Zero Branco.

 

Il 14 maggio scorso Zanoni aveva scritto al Presidente della Provincia Leonardo Muraro per chiedere l’attuazione del Decreto provinciale n. 857 del 23 dicembre 2008, relativo all’autorizzazione di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, che prevede sanzioni amministrative e la revoca dell’autorizzazione in caso di illeciti.

 

Il 15 maggio scorso la Provincia di Treviso con il Decreto 285/2013 ha revocato l’autorizzazione a ricevere rifiuti nell’impianto di via Bertoneria della ditta Mestrinaro.

 

Nella vicenda Mestrinaro, dopo il sequestro penale da parte della Magistratura veneziana, deve arrivare il verdetto del Consiglio di Stato, che si pronuncerà nel merito del ricorso al Presidente della Repubblica proposto dai cittadini di Zero Branco. In attesa di pronunciamento è anche il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Veneto, presentato dalla ditta Mestrinaro contro l’ordinanza di demolizione dei capannoni abusivi emessa dal Comune di Zero Branco.

 

A Strasburgo, lo scorso 9 ottobre, il Parlamento europeo ha approvato la nuova Direttiva concernente la VIA valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati” dell’eurodeputato Andrea Zanoni (339 favorevoli e 293 contrari) concedendogli anche il mandato di iniziare le negoziazioni in prima lettura (332 favorevoli e 311 contrari) con Consiglio e Commissione europea.

 

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