Andrea Zanoni (IdV) presenta un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere di sorvegliare la bonifica dell’area inquinata dai rifiuti liquidi della Galvanica PM e prevedere l’obbligo che i colpevoli dei danni ambientali debbano pagare per i risanamenti. “Chi inquina deve pagare”. “Fondamentale approvare a Bruxelles la Direttiva Suolo”
“L’Ue vigili sulla bonifica della zona di Tezze sul Brenta (Vicenza) gravemente contaminata dall’attività dell’impresa di cromatura Galvanica PM affinché sia tutelata la salute dei suoi abitanti”. Lo chiede Andrea Zanoni, eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute pubblica e Sicurezza alimentare al Parlamento europeo. “Le aziende europee colpevoli di aver inquinato terreni e falde acquifere devono essere costrette a pagare per intero i loro danni ambientali. Le briciole messe sul tavolo dalla Regione Veneto non servono a niente”.
Sotto accusa il versamento illegale di rifiuti liquidi contenenti sostanze nocive, quali cromo e nichel, che hanno avvelenato la falda acquifera e il suolo fino a 25 metri di profondità nel comune di Tezze sul Brenta, e che ha interessato anche le falde acquifere dei vicini comuni di Cittadella, Fontaniva e Tombolo, in provincia di Padova, da parte dell’impresa di cromatura Galvanica PM, precedentemente Tricom Spa e Junior costruzioni meccaniche/Cromatura Zampierin sas. “Purtroppo non si tratta di un caso isolato – attacca Zanoni – Per troppi anni imprese di questo tipo sono state lasciate libere di inquinare suolo e falde acquifere impunemente”. Si perché, aggiunge l’eurodeputato, “controlli e pene non sono proporzionate al danno ambientale e alle conseguenze sulla salute umana”. Recentemente due titolari ed un dirigente della Tricom Galvanica PM sono stati condannati a 16 mesi di reclusione per omicidio colposo plurimo e aggravato di tre ex dipendenti deceduti per tumore ai polmoni causato dall’esposizione al cromo esavalente, ma non dovranno risarcire nulla alle amministrazioni pubbliche che si dovranno accollare i costi milionari del disastro ambientale e delle bonifica.
“Il Comune di Tezze sul Brenta spende ogni anno dai 200 ai 400 mila euro per la sola messa in sicurezza dell’area tramite una barriera idraulica che depura l’acqua della falda dalle enormi concentrazioni di cromo esavalente. Il progetto preliminare di bonifica di suolo e falda per una superficie totale di 2.500 metri quadrati è stato approvato dal Comune nel febbraio 2009, ma l’opera vedrà un contributo insufficiente della Regione Veneto di soli 800mila euro sui circa 20 milioni necessari – spiega Zanoni – Per questo ritengo fondamentale che la Commissione europea non solo monitori da vicino il corretto svolgimento della bonifica dell’area faccia anche il possibile affinché in tutta Europa valga il principio di “chi inquina paga” e che quindi le aziende responsabili di un simile disastro ne paghino i costi”.
“Dal punto di vista normativo, Bruxelles deve spingere sull’approvazione della Direttiva “Suolo” approvata in prima lettura dal Parlamento nel 2007 ma tenuta bloccata dal Consiglio europeo, una normativa che fisserebbe standard precisi di conservazione e tutela del nostro territorio”, conclude l’Eurodeputato.
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