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Il WWF di Rovigo chiede alla Provincia i dati sui controlli venatori

Zanoni: «L’assessore alla caccia Bellan deve renderli noti per legge»

Il Presidente della sezione WWF di Rovigo, Massimo Benà, chiede trasparenza alla Provincia per quanto riguarda il bilancio della vigilanza venatoria nell’ultima stagione di caccia. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Il bracconaggio continua a essere una piaga nel Delta del Po con l’utilizzo di mezzi illegali in uno tra i più delicati ecosistemi d’Italia, già oggetto di indagine da parte dell’Europa. Mi rivolgerò nuovamente alla Commissione europea per denunciare una situazione insostenibile»

 

Nei giorni scorsi, l’Assessore alla Caccia della Provincia di Rovigo ha diffuso i risultati forniti dalla Polizia Provinciale sull’attività di vigilanza relativa al bracconaggio nella zona del Delta del Po. Le cifre non hanno per niente convinto il Presidente della sezione rodigina del WWF Massimo Benà, che ha riscontrato pesanti discordanze rispetto a quanto documentato dall’associazione protezionistica.

 

Il presidente Benà ha dunque inviato una richiesta ufficiale alla Provincia, al Presidente della Provincia e all’Assessore alla Caccia per poter conoscere i dati e accedere agli atti che riguardano il servizio di vigilanza. Già in passato l’associazione aveva incontrato ostacoli insormontabili per accedere a tali documenti.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice presidente dell’Intergruppo per il Benessere degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: «I dati ambientali di cui si tratta sono pubblici e per legge devono essere resi noti. L’assessore si è detto pubblicamente soddisfatto dei risultati ottenuti nella stagione venatoria appena conclusa. Mi risulta invece che non c’è alcun presupposto per poter affermare che il bracconaggio nel Delta del Po sia stato debellato. Anzi dai riscontri documentati dal WWF e da altre associazioni protezionistiche impegnate in loco, il fenomeno della caccia illegale è tutt’altro che estinto».

 

Dai dati resi noti dal WWF, dal 18 ottobre 2004 al 31 gennaio di quest’anno, in ognuna delle 70 uscite effettuate dai volontari dell’associazione nel Delta del Po sono stati rilevati episodi di bracconaggio, con 133 segnalazioni di illeciti sempre a carico di più bracconieri per volta. Tenendo conto delle notizie uscite sui mezzi stampa, gli episodi segnalati di volta in volta alla Provincia, alla Prefettura e alla Procura della Repubblica salgono a 164.

 

«I numeri resi noti con soddisfazione dall’Assessore alla Caccia sono irrisori rispetto a quello che viene rilevato dal WWF – ha aggiunto Zanoni – Da anni, nell’intera area del Delta del Po, le associazioni ornitologiche e di tutela ambientale come WWF, LAC, LIPU e LAV, denunciano gravissimi episodi di caccia illegale ai danni dell’avifauna migratoria. È ora di fermare il massacro e di ristabilire la legalità».

 

A gennaio 2012, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere l’intervento dell’Ue a tutela dell’area del Delta del Po, un Sito d’interesse Comunitario (SIC) trasformato in terreno di caccia con mezzi fuorilegge, in cui si consuma una strage di uccelli protetti. L’intervento dell’europarlamentare ha fatto scattare l’apertura delle indagini dell’Ue presso le Autorità italiane sull’efficacia dei provvedimenti per porre rimedio all’attività di bracconaggio.

 

«Il parco del Delta del Po è un’importante zona di sosta, riproduzione e svernamento per uccelli migratori, in particolare acquatici – ha concluso Zanoni – ed è per questo che l’area rientra tra i Siti d’Importanza Comunitaria e nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS) della Rete Natura 2000. Mi rivolgerò nuovamente all’Europa per sottolineare che la situazione non è affatto migliorata e per chiedere interventi urgenti per la lotta al bracconaggio. Personaggi che si aggirano indisturbati per il Delta imbracciando armi semiautomatiche con caricatore con più di due cartucce o utilizzando richiami vietati, violazioni considerate reato, devono diventare retaggio di un passato da cancellare. Oggi, invece, i bracconieri si sentono intoccabili al punto di permettersi di alzare il dito medio».

 

Zanoni si riferisce all’episodio di ottobre 2012, quando tre bracconieri, dopo essere stati sorpresi a cacciare fuorilegge, hanno reagito alzando il dito medio (FOTO).

 

  

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