Sono stati presentati due esposti alla Procura della Repubblica di Tolmezzo (UD) per far chiarezza sulle operazioni di svasamento del bacino idroelettrico di Sauris (UD), che hanno trasportato a valle ingenti quantità di fanghi sospetti. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Deve essere fatta chiarezza su possibili danni inferti alla fauna e all’ambiente. La magistratura deve accertare se ci sono responsabilità e individuare eventuali colpevoli, se necessario informerò la Commissione Europea dell’accaduto».
All’inizio di febbraio, Edipower Spa ha iniziato i lavori di svasamento del bacino artificiale di Sauris (UD). Le operazioni, effettuate con potenti immissioni di acqua nelle gallerie di scarico, sono periodicamente previste per permettere la funzionalità idraulica e idroelettrica della diga.
Il risultato è stato il riversamento a valle di quantità enormi di fango, che hanno interessato gli alvei dei fiumi Lumiei e Tagliamento per oltre 20 chilometri dalla diga con gravi danni per i pesci e per la fauna acquatica. Legambiente e WWF del Friuli Venezia Giulia hanno presentato esposti alla Procura della Repubblica di Tolmezzo (UD) affinché indaghi per le ipotesi di “disastro e uccisione di animali e lavori in alveo non autorizzati”. Un ulteriore esposto è stato presentato dal Comune di Preone (UD). Sono in corso indagini della Magistratura in collaborazione con il Corpo Forestale Regionale.
L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Seguirò la vicenda attentamente perché interventi invasivi per l’ambiente come questo devono essere eseguiti con tutte le accortezze previste dalle normative e con la massima cautela per il rispetto degli ecosistemi. Dai dati in possesso di Legambiente del Friuli Venezia Giulia, la concentrazione media di solidi in sospensione di 5-7 grammi per litro, indicata come valore dalla stessa società nel progetto durante i lavori, è stata ampiamente superata ripetutamente ».
A dimostrarlo c’è il fatto che il 5 febbraio il fango è arrivato ben oltre il ponte di Invillino, contro le previsioni progettuali di Edipower e il monitoraggio delle concentrazioni di fango ha registrato valori altissimi. Nei giorni successivi allo svasamento, la società ha realizzato traverse per rallentare e permettere l’infiltrazione dell’acqua per favorire il deposito del fango trasportato. Per Legambiente, quest’aspetto potrebbe configurare una violazione della normativa sui rifiuti, poiché liberando una tale concentrazione di fanghi si potrebbe ritenere che vi sia stato un fittizio smaltimento non autorizzato.
«Febbraio e marzo sono i mesi della riproduzione dei pesci e la copertura fangosa degli interstizi dei fiumi rende impossibile la schiusa e quindi la sopravvivenza dei nuovi nati – ha aggiunto Zanoni, che è anche vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere degli Animali al Parlamento europeo – Se a questo aggiungiamo la morte degli esemplari adulti, si arriva a un disastro ambientale che potrebbe richiedere anni per essere mitigato. Nel lago di Sauris e nel torrente Lumiei, inoltre, è presente l’Austropotamobius pallipes un gambero citato nell’Allegato 2 della Direttiva Habitat 92/43/CE quale specie di interesse comunitario per il quale vanno garantite le condizioni di vita, le aree di svernamento e riproduzione, nonché le condizioni di sopravvivenza. Questi lavori sono stati fatti con il rispetto della normativa europea?La Magistratura ora deve verificare la regolarità delle operazioni e le eventuali responsabilità se irregolarità venissero accertate. Se necessario informerò la Commissione Europea dell’accaduto».
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