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Il Cansiglio minacciato da pale eoliche alte 50 metri. Zanoni: «Farò tutto il possibile per scongiurare questo massacro ambientale, acustico, visivo ed elettromagnetico»

Martedì 18 giugno, il sindaco di Fregona (TV) Giacomo De Luca ha firmato l’accordo con la società Enel Green Power, che porterà sul Monte Pizzoc piloni per l’energia eolica alti 50 metri. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Si fermi lo scempio ambientale che causerà anche il massacro di migliaia di uccelli migratori protetti ed in via di estinzione. Inquinamento e cementificazione in quel paradiso saranno la tomba del turismo»

 

Martedì 18 giugno, il sindaco di Fregona (TV) Giacomo De Luca ha firmato l’accordo con la società Enel Green Power, per l’installazione delle pale eoliche sulla cima del monte Pizzoc. Da subito, per un anno, verrà installata una pala eolica di prova alta 35 metri.

 

Sul Cansiglio sarebbero previste quattro o cinque pale eoliche di un diametro compreso tra i 23 e i 27 metri con una velocità angolare di circa 15 chilometri l’ora: piloni alti 50 metri che dovrebbero sorgere nelle vicinanze della vecchia baita Edelweiss, poco distanti dal rifugio “Città di Vittorio Veneto”.

 

Il Cansiglio, oltre ad essere una delle foreste meglio conservate d’Europa, vede sul crinale del Pizzoc un punto di snodo della massima importanza per la migrazione degli uccelli di tutto il continente.

 

L’europarlamentare Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «È una decisione gravissima ed irresponsabile di un sindaco che pensa solo al denaro e non all’ambiente ed alla biodiversità. Queste pale messe lungo la rotta di migrazione degli uccelli più importante del Veneto, tutelata dalla Rete Natura 2000, saranno una minaccia costante e porteranno al massacro di migliaia di uccelli migratori protetti ed in via di estinzione. Non resterò zitto: sarò la spina del fianco del sindaco che vuole permettere una tale mattanza e farò il possibile per scongiurare uno scempio ambientale che, per la nostra provincia martoriata, sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso».

 

L’eurodeputato aggiunge: «Penso anche allo scempio paesaggistico che questi mostri di acciaio andrebbero a causare in uno degli ultimissimi angoli incontaminati e silenziosi della nostra provincia. E che dire dell’inquinamento sonoro prodotto da questi mostri? Un posto meraviglioso trasformato in cimitero di uccelli tra frastuono e ronzii, con tanta energia elettrica che incentiverà la cementificazione e l’urbanizzazione di questo piccolo paradiso. Un futuro nero per il Monte Pizzoc che vedrà fuggire i turisti e tutti quelli che proprio lì cercavano un po’ di pace».

 

Zanoni ha impressa nella mente la fotografia di un’Aquila tranciata dalle pale eoliche (FOTO): «Invito il sindaco di Fregona a vedere su internet cosa significano queste pale in ambienti naturali come quello del Pizzoc. Spero che le persone che gli stanno più vicine riescano a fargli cambiare idea: rischia di essere ricordato per lo scempio di uno dei più bei posti della Marca. Sarò sempre in prima linea per bloccare questa follia. Chiedo a tutte le associazioni, ai cittadini che vogliono la tutela dell’ambiente, alle persone consapevoli e responsabili, agli anziani che amano la loro montagna, a tutti coloro che si oppongono alla distruzione e sfruttamento dell’ambiente, di contrastare questo folle progetto».

 

Zanoni ricorda anche che l’8 novembre 2012 era intervenuto già sulla questione proponendo il mini eolico, con tralicci alti al massimo sei metri: «Sono strutture non impattanti ed ecologiche già sperimentate in Germania e nel sud Europa che vengono sfruttate per alimentare abitazioni e piccole fabbriche,quindi più che sufficienti per gli attuali insediamenti del Pizzoc. Evidentemente il primo cittadino mira all’azione lucrativa e speculativa del progetto. Darò filo da torcere dall’Europa e da Treviso: giù le mani dal Cansiglio».

 

BACKGROUND

 

Il 30 aprile 2013, Zanoni era intervenuto per dare sostegno all’assessore Regionale all’Ambiente dell’Emilia Romagna, Sabrina Freda, che aveva lanciato l’allarme per la proliferazione di pale eoliche e appoggiava il Coordinamento dei Comitati dell’Alto Appennino, che lotta contro i selvaggi impianti industriali.

 

Già in quell’occasione Zanoni aveva sottolineato che il diritto alla tutela della salute deve avere priorità assoluta, effettuando la valutazione secondo la logica della prevenzione con le massime precauzioni possibili. In Italia non sono ancora riconosciuti i possibili danni di suoni e soprattutto degli infrasuoni, ma in altri Paesi la cosiddetta “Sindrome da pala eolica” è scientificamente accertata e, di conseguenza, la realizzazione degli impianti prevede vincoli molto più stringenti, soprattutto per quanto riguarda le distanze da abitazioni, allevamenti e stalle.

 

A metà aprile 2013, il Consiglio di Stato ha emesso un decreto cautelativo su ricorso del WWF, Vas e Altura bloccando i lavori per la realizzazione di cinque pale eoliche a Zeri (MS) sul monte Gottero, con il passaggio nel Comune parmense di Albareto. Sono dovuti intervenire Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato per fermare la fretta di aziende coinvolte in indagini, a caccia di incentivi in scadenza. Il cantiere proseguiva addirittura di notte nonostante lo stop della Magistratura, dopo aver devastato boschi e strade.

 

L’attenzione dell’Assessore Freda era rivolta ai progetti in fase di approvazione, come ad esempio quello presentato per il Passo del Santa Donna tra Borgo Val di Taro (PR) e Bardi (PR), dove sono previste ben 9 pale da 150 metri. In Regione era stato presentato solo un anno prima per lo stesso luogo un progetto da 3 pale, che aveva visto gli uffici competenti richiedere ben 46 integrazioni e chiarimenti sull’impatto delle strade per trasportare gli enormi aerogeneratori su quelli che sono sentieri escursionistici o piste forestali in zone fittamente boscose, sui dati degli anemometri incompleti ed errati, sull’assetto idrogeologico, sull’impatto per fauna e avifauna.

 

 

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