Venezia, 19 giugno 2020
“Dopo una gestazione di ben undici anni arriva in aula un piano vuoto, senza alcuna valenza paesaggistica. Un documento di intenti e nulla più”. A denunciarlo il gruppo consiliare del Partito Democratico che oggi ha tenuto una conferenza stampa in vista della discussione nell’aula di Palazzo Ferro Fini a partire da martedì prossimo.
“Un piano semplicemente inconcludente – il giudizio secco del capogruppo Stefano Fracasso – L’iter è iniziato nel 2009, con numerose rivisitazioni, aggiunte e modifiche a fronte di oltre 24mila osservazioni ed è costato alla collettività quasi cinque milioni. Era lecito aspettarsi qualcosa di meglio. Non si tutela il paesaggio, non si danno indicazioni chiare ai Comuni e si consente ai grandi consumatori di suolo di proseguire la loro attività. La scommessa del ‘Land of Venice’ che valorizzasse il territorio veneto di cui ci vantiamo, dalle colline alle valli passando per gli altipiani, è svanita. Così non va, lo ripeteremo chiaramente in aula dove cercheremo di rimediare a queste storture”.
Per Bruno Pigozzo, vicepresidente del Consiglio regionale, “le buone intenzioni iniziali si sono presto arenate. Il lavoro di co-pianificazione e confronto con il ministero dei Beni culturali per arrivare a scelte condivise, si è bloccato. La Regione ha pensato in maniera unilaterale di procedere da sola senza condividere le modifiche alle norme: il ministero lo scrive chiaramente in due distinte note, una a marzo e l’altra la scorsa settimana; è venuta meno la leale collaborazione istituzionale. Ma oltre al metodo – aggiunge – non va neanche il merito. Il Piano manca di incisività, le norme tecniche non hanno valore prescrittivo e dunque in molte aree di pregio ambientale diventa lecito fare interventi impattanti, riducendo le tutele ai minimi termini. In queste aree di interesse archeologico e ambientale, per esempio, sarà possibile cacciare, utilizzare mezzi motorizzati in maniera indiscriminata o eseguire tagli boschivi al di fuori dei piani concordati con la Forestale. È un’offesa al paesaggio ed al buon senso che il Veneto non si merita”.
“Senza norme prescrittive – conferma Andrea Zanoni, vicepresidente della commissione Ambiente – vale la legge della giungla. Se ci si limita ai buoni intenti senza prescrizioni i sindaci hanno armi spuntate per controbattere le pressioni delle lobby che vogliono consumare le risorse ambientali. È un piano ‘del gambero’ che ci riporta indietro di anni: a differenza di quello attuale non dà infatti restrizioni e disposizioni chiare. È clamoroso poi che per i cambiamenti climatici si faccia riferimento al Rapporto ambientale del 2013: come se il tornado del Brenta, l’uragano Vaia e l’Aqua Granda non ci fossero mai stati. Siamo in emergenza, servirebbe un freno al consumo di suolo e allo sfruttamento di risorse. Quasi 5 milioni di costo, 11 anni di lavoro, per approdare in aula con un Odg per coprire il buco della valenza paesaggistica che non c’è, è un risultato impietoso che in qualsiasi azienda veneta comporterebbe il licenziamento in tronco del responsabile. Questa – conclude – sarà ricordata come la legislatura record dei piani che non pianificano come il piani cave, aria, energia, casa e il Ptrc è la ciliegina, marcia, sulla torta”.
La vicepresidente della commissione Turismo Francesca Zottis evidenzia invece la mancanza di coerenza con la pianificazione regionale: “È un documento pieno buchi, un piano scolapasta. Sono infatti inserite opere strategiche come il Porto offshore-Alto Adriatico a Venezia, la Linea sublagunare o l’Idrovia Padova Venezia o la Rete Metromare da Venezia fino al Friuli Venezia Giulia assenti nel Piano dei trasporti. Ma non è la sola contraddizione: nel Piano strategico del turismo uno degli elementi qualificanti è il turismo paesaggistico-culturale, green e slow. Elementi che qua non vengono trascurati, ma direttamente abbattuti”.
Infine Graziano Azzalin, vicepresidente della commissione Agricoltura, parla di “piano inascoltato. Il compito principale di chi programma è dare una prospettiva. Nel Ptrc è presente l’Autostrada del mare Porto Levante-Chioggia-Venezia: la questione della navigabilità per noi è fondamentale, sia per l’economia che per l’ambiente: permetterebbe di abbattere costi e ridurre l’inquinamento. Occorre però crederci davvero, invece nel Piano trasporti anche queste indicazioni sono totalmente assenti”.