Venezia, 20 giugno 2020
“Sette supermercati in cinque chilometri è una follia. Questo pullulare senza freni né regole è dovuto a una legislazione regionale sbagliata, che di fatto prevede che a pianificare quanti centri commerciali si possono realizzare in un territorio, come e dove, siano gli stessi privati. È la Regione che ha abdicato al proprio ruolo pianificatore e il Ptrc, il Piano territoriale regionale di coordinamento, che approderà in aula la prossima settimana è l’ennesima brutta conferma”. Così il consigliere del PD a Palazzo Ferro Fini Andrea Zanoni commenta il caso estremo di Treviso, denunciato anche da Ascom e Comune.
“La legge sul consumo di suolo del 2017 e la successiva legge Veneto 2050 hanno comunque consentito la proliferazione dei supermercati. Ho letto che l’amministrazione comunale dichiara di essere impotente di fronte a tale anarchia: evitino di fare riferimento allo Stato, perché la situazione di anarchia è generata esclusivamente dalla normativa prodotta negli ultimi 25 anni in Veneto da Lega e Forza Italia. Basta vedere cosa sarà costruito a Casale sul Sile, un maxipolo logistico da 500mila metri quadri! Invito inoltre le associazioni di categoria che con questa espansione fuori controllo rischiano di veder soccombere le attività di migliaia di loro aderenti, a rivolgersi a Zaia e alla Lega, portando con sé i dati dell’Ispra che certificano come negli ultimi due anni il Veneto sia al primo posto in Italia per incremento di consumo di suolo, fotografia perfetta del totale fallimento dell’inutile legge bandiera, piena di buoni principi e vuota di effetti reali”.
“In questo contesto il Ptrc in votazione il prossimo 23 giugno poteva essere la risposta utile per bloccare la crescita come funghi dei supermercati; invece è un piano senza norme prescrittive, perciò entrerà in vigore la legge della giungla dove a vincere sarà il più forte. Con i buoni intenti e senza prescrizioni i sindaci saranno disarmati per combattere le pressioni delle lobby sempre pronte a far cassa con il consumo delle risorse ambientali. Questo è un piano ‘del gambero’ che ci riporta indietro di anni: a differenza di quello attuale non prevede infatti molte restrizioni e disposizioni chiare. È clamoroso poi che per i cambiamenti climatici questo piano faccia riferimento al Rapporto ambientale del 2013: come se il tornado del Brenta, l’uragano Vaia e l’Acqua Granda non ci fossero mai stati. Siamo in emergenza ambientale e climatica, servirebbe un freno al consumo di suolo e allo sfruttamento di risorse e invece togliamo le poche prescrizioni vigenti. Quasi 5 milioni di costo, 11 anni di lavoro, per approdare in aula addirittura con un Odg per coprire il buco della valenza paesaggistica che non c’è: è un risultato impietoso che in qualsiasi azienda veneta comporterebbe il licenziamento in tronco del responsabile. Questa – conclude – sarà ricordata come la legislatura record dei piani che non pianificano come il piano cave, aria, energia, casa, e il Ptrc è la ciliegina, marcia, sulla torta”.