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Effetti inceneritori e cementifici su prodotti agroalimentari

Strasburgo, 18-01-2012

Andrea Zanoni chiede con un’interrogazione alla Commissione europea uno studio sugli effetti delle particelle emesse da impianti industriali inquinanti e distanze minime di sicurezza dai campi agricoli. “La salute dei cittadini viene prima di tutto”.  
“L’Autorità europea per la sicurezza alimentare EFSA promuova uno studio sugli effetti delle particelle emesse da impianti altamente inquinanti come inceneritori e cementifici sulle colture dei campi agricoli limitrofi”. Lo chiede Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV, con un’interrogazione alla Commissione europea.
“In alcune regioni molto industrializzate d’Europa, ad esempio nel Nord-Est italiano, sono frequenti le aree coltivate in prossimità di stabilimenti industriali altamente inquinanti – spiega Zanoni – Penso ad esempio a impianti di incenerimento rifiuti, cementifici, fonderie di metalli, centrali elettriche a carbone o a pet coke”. Secondo l’Eurodeputato, “i rischi di contaminazione per le colture e le produzioni alimentari limitrofe sono evidenti e preoccupanti”.

Per questo il leader ambientalista ha chiesto alla Commissione europea “di stabilire rigorosi criteri di distanze che devono essere rispettate tra questi impianti e le aree coltivate”. Secondo Zanoni “il paradosso è che spesso si tratta di prodotti DOC, DOP e IGP, venduti quindi al consumatore finale come di qualità superiore”.

L’Eurodeputato ricorda l’importanza del settore gastronomico per l’Italia e il bisogno di difenderlo a tutti i costi. Già l’8 novembre 2011 in commissione Ambiente al Parlamento europeo, Zanoni aveva chiesto alla Direttrice EFSA uno studio sugli effetti dell’incenerimento di rifiuti su colture e allevamenti limitrofi (VIDEO). A preoccupare l’Eurodeputato, gli inceneritori (in funzione e in costruzione) di Brescia, Padova, Verona, Fusina (VE), Parma e Russi (Ravenna). E poi ancora le alte emissioni inquinanti dei cementifici nel trevigiano (Pederobba) e padovano (Este e Monselice) (VIDEO). E come dimenticare il caso del “pollo alla diossina” ritrovato a Maniago (Pordenone) vicino al cementifico di Fanna (PN).

“L’Unione europea storicamente si è data l’obiettivo di tutelare il diritto alla salute e all’informazione dei consumatori europei – conclude il leader ambientalista – Coerentemente alla normativa europea in materia , adesso l’Ue faccia il possibile affinché l’effettiva salubrità dei prodotti non venga compromessa”.
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