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Con la siccità l’apertura della caccia darà il colpo di grazia alla fauna selvatica

La drammatica situazione idrica in Veneto denunciata da Coldiretti e confermata dalla Regione non ferma la stagione venatoria. L’Europarlamentare IdV Andrea Zanoni ha scritto alla Regione: «Sarà strage di animali già stremati dalla siccità, bisogna posticipare la preapertura del primo settembre e fermare subito l’addestramento cani previsto per domenica prossima 19 agosto»

Nel marzo scorso L’ARPAV, Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, ha evidenziato la gravità del fenomeno della siccità con deficit pluviometrici in tutti i bacini idrografici regionali, sempre nello stesso mese, la Protezione Civile regionale ha decretato lo stato di massima pericolosità per gli incendi boschivi e il vicepresidente del Consiglio Regionale ha chiesto un intervento straordinario dello Stato.

In luglio, la Coldiretti stimava la perdita dei raccolti nel 60%, con un picco del 100% nelle zone impossibili da irrigare. Il 9 agosto, l’Assessore veneto all’Agricoltura Franco Manzato ha reso pubblica la mappatura dei danni causati dalla siccità: 364 mila 471 ettari di colture agricole colpite, con perdite dal 20 all’80 %. Lo stesso giorno Coldiretti ha fatto sapere che la produzione di latte vaccino era calata del 10-20% e che i maiali negli allevamenti erano diventati inappetenti, accontentandosi del 40% in meno della razione giornaliera di mangime. Contemporaneamente, il Ministro dell’Agricoltura Mario Catania, visto l’aggravarsi della situazione, ha annunciato l’avvio di procedure per dichiarare lo stato di calamità nelle regioni colpite dalla siccità. Il 14 agosto, Coldiretti ha stimato danni da siccità per un miliardo di euro. La stessa cifra è stata dichiarata dal Governatore del Veneto Luca Zaia per quanto riguarda l’agricoltura del Veneto.

Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute pubblica e Sicurezza alimentare al Parlamento Europeo, ha scritto al Presidente della Giunta Veneta Luca Zaia, all’Assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato e all’Assessore alla Protezione civile e alla Caccia Daniele Stival per chiedere di fermare l’addestramento dei cani previsto a partire da domenica 19 agosto, di evitare la preapertura della caccia fissata per il primo settembre e di posticipare al primo ottobre l’apertura della stagione venatoria prevista il 16 settembre. «Cacciare gli animali selvatici assetati e stressati dal caldo torrido è come sparare sulla croce rossa – ha affermato Zanoni -. Domenica prossima è previsto l’inizio del periodo di addestramento dei cani da caccia: moltissimi mammiferi ed uccelli hanno cuccioli e pulcini ancora dipendenti dai genitori e allenare i cani significa distruggere nidiate e cucciolate intere».

La legge regionale 50/1993 sulla caccia prevede proprio che il presidente della regione può limitare o vietare la caccia “per importanti e motivate ragioni connesse alla consistenza faunistica o per le sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche”.

«A livello europeo la Direttiva 157/2009/CE – ha aggiunto l’Onorevole Zanoni – consente l’attività venatoria a condizione che sia “compatibile con il mantenimento delle popolazioni di tali specie ad un livello soddisfacente” e che “rispetti i principi di una saggia utilizzazione e di una regolamentazione ecologicamente equilibrata delle specie di uccelli interessate in particolare per le specie migratrici”».

Per quanto riguarda l’apertura della stagione di allenamento dei cani da caccia l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha dato parere negativo a questa pratica anche in condizioni climatiche normali, precisando che “l’inizio dell’attività di addestramento cani alla terza domenica di agosto appare prematuro in quanto alcune specie non hanno completato la riproduzione o vi è ancora dipendenza dei giovani”, aggiungendo che l’attività va vietata nel tardo pomeriggio. La stessa considerazione vale per la preapertura della caccia prevista il primo settembre per Merlo, Tortora, Ghiandaia, Gazza, Cornacchia Nera e Cornacchia Grigia, nonché per l’apertura generale fissata il 16 settembre.

«La circolare dell’Ispra parla chiaro – ha concluso Zanoni – non tenere conto delle direttive dell’Istituto tecnico scientifico dello Stato e iniziare le attività venatorie in queste condizioni significa non avere rispetto per gli animali che sono comunque esseri viventi. I cacciatori, che da sempre si proclamano difensori della natura e sentinelle dei boschi, volendo addestrare i cani in queste condizioni estreme dimostrano di non avere alcun senso di responsabilità e nessun interesse per la conservazione e la tutela del patrimonio faunistico che è di tutti i cittadini».

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni
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