Venezia, 29 marzo 2022
“La Regione dovrebbe smettere di cestinare i pareri scientifici dell’Ispra e trovare finalmente un equilibrio tra l’esercizio dell’attività venatoria e la tutela della fauna selvatica, anziché difendere esclusivamente le ragioni dei cacciatori. Evitando contenziosi giudiziari e figuracce: ben sei pronunciamenti del Tar, tra ordinanze, sentenze e un decreto monocratico che hanno demolito il calendario venatorio 2021/2022. La replica dell’assessore Corazzari è stata imbarazzante: come fa a dire che non c’erano indicazioni e documentazioni per prendere una decisione a norma di ordinanza del Tar in merito alle specie da proteggere perché in stato critico e in condizioni sfavorevoli e vulnerabili? Continua a negare l’evidenza, difendendo l’indifendibile”. Così Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, esprime l’assoluta insoddisfazione per la risposta dell’assessore alla Caccia all’interrogazione presentata lo scorso ottobre, sottoscritta anche dai colleghi Anna Maria Bigon, Cristina Guarda e Arturo Lorenzoni, in cui si chiedeva al presidente Zaia di far rispettare integralmente l’ordinanza del Tar a tutela della fauna selvatica.
“Invece di adeguarsi, la Regione ha emanato ben due circolari inviandole a un ‘pubblico ristretto’ ovvero associazioni venatorie a addetti al controllo delle Province dove, in maniera fantasiosa, restringeva quelli che erano i dettami del Tribunale amministrativo regionale: anziché ridurre le giornate di caccia nei confronti tutte le specie in difficoltà o in pericolo, considerate vulnerabili ne ha ‘scelte’ solamente quattro, escludendo le specie marzaiola, folaga, alzavola, mestolone, canapiglia, beccaccino e quaglia. Poteva almeno leggere l’allegato della nostra interrogazione relativo al ‘Rapporto Ispra anno 2021 – Rapporto Direttive Nature’ nel quale era chiarissimo quali fossero le specie “in stato critico, in condizioni sfavorevoli e vulnerabili” che si dovevano tutelare con meno giornate di caccia. È stato fatto un calendario venatorio sbagliato, basta girarci attorno: quando un istituto tecnico, che non è né ambientalista né venatorio, esprime dei pareri, una Regione che fa gli interessi di tutti i cittadini dovrebbe rispettarlo applicando in maniera corretta le norme comunitarie e nazionali. E per la prossima volta – conclude – invito l’assessore a inviare le circolari a tutti gli attori che si occupano della gestione faunistico venatoria: non ci sono soltanto le associazioni venatorie, ma anche gli agricoltori e gli ambientalisti. Magari non sarà d’accordo, ma lo prevede la legge”.