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Caccia in deroga. L’Ue non cambia idea. Fino a Natale per rispondere alla messa in mora

Bruxelles, 1-12-2011

Partito il conto alla rovescia. L’Italia ha tempo fino al 24 Dicembre per adeguarsi alle sentenze della Corte Ue. Zanoni: “Zaia, Stival e Berlato preparino il portafogli”. Inspiegabile il carosello di posizione di TAR del Veneto e Consiglio di Stato.
“Mentre TAR del Veneto e Consiglio di Stato cambiano idea sulla caccia in deroga da un giorno all’altro, la Commissione europea ha le idee chiarissime: l’Italia deve adeguarsi alle sentenze della Corte di Giustizia sul rispetto della Direttiva Uccelli altrimenti scattano le sanzioni”.

Così Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV, commenta la decisione di ieri del Consiglio di Stato di respingere la richiesta di sospensiva della LAC riaprendo la caccia in deroga in Veneto.

“La Commissione europea il 24 novembre scorso ha inviato all’Italia una pesante diffida (messa in mora) con scadenza al 24 dicembre, intimando il rispetto delle sentenze della Corte Ue sulla caccia in deroga – ricorda Zanoni – Infatti la Corte di Giustizia con sentenza dell’11 novembre del 2010 ha dichiarato illegittima la legge veneta sulla caccia in deroga”.

“Stival, Zaia e Berlato, che ultimamente non fanno altro litigare tra di loro, hanno poco da rallegrarsi – continua l’Eurodeputato – se all’interno dei tribunali veneti e romani le posizioni non sono concordi, l’Europa sulla caccia in deroga è lapalissiana: le deroghe del Veneto sono illegittime”.

“Tuttavia sulla caccia in deroga ci sono troppi fatti inspiegabili e che fanno riflettere”, afferma Zanoni. Riepiloghiamo:

Cominciamo dal TAR del Veneto. Il Presidente di questo Tribunale in data 5 ottobre 2011, con un decreto (Decr.810-2011), bloccava la caccia in deroga in Veneto e successivamente, i giudici della prima sezione dello stesso TAR, in data 19 ottobre 2011 con un’ordinanza (Ord.862-2011) prorogavano il blocco fino al 3 novembre 2011. Il 3 novembre 2011 tre giudici della prima sezione dello stesso TAR con una nuova ordinanza (Ord.876-2011) ribaltando il primo verdetto riaprivano la caccia in deroga. “Come mai questo balzello di posizioni?”, si chiede Zanoni.

Vediamo poi quello che è accaduto in Consiglio di Stato. Il Presidente in data 25/11/2011, con un decreto (Decr.5180-2011), decideva di bloccare nuovamente in tutto il Veneto la caccia in deroga, anche in questo caso solo dopo appena 5 giorni, in data 29/11/2011, i giudici dello stesso tribunale, con un’ordinanza (Ord.5224-2011) riaprivano la caccia in deroga. “Questo dimostra due cose – conclude l’Eurodeputato – la prima che all’interno degli stessi tribunali ci sono delle fortissime disparità di giudizio sulla materia della caccia in deroga, la seconda che lo stato italiano è totalmente incapace di far rispettare la “Direttiva Uccelli” n. 2009/147/CE (ex 409/79/CEE)”. In merito all’ultima decisione del Consiglio di Stato, va sottolineato che i magistrati non hanno dato nessuna motivazione a sostegno delle cacce in deroga, inoltre non si tratta di un giudizio sul merito ma solo su una richiesta di sospensiva. I giudici del Consiglio di Stato non hanno avuto il coraggio di dire perché le cacce in deroga sarebbero legittime, dimostrando gravi dissensi interni come già accaduto nel TAR Veneto”, commenta il leader ambientalista.

E in Europa? In seguito alle interrogazioni presentate da Zanoni sulla caccia in deroga in Veneto e Lombardia, la Commissione europea ha risposto che “deciderà prossimamente quali azioni intraprendere per garantire che la Repubblica italiana esegua le sentenze della Corte di Giustizia Ue”. Il 14 ottobre, in un incontro personale con un rappresentante del Commissario Potočnik, all’Eurodeputato è stato confermato che “Bruxelles sta seguendo da vicino il caso della caccia in deroga e che è decisa a portare il procedimento fino in fondo”. Il 24 novembre la Commissione europea ha fatto sapere di aver inviato “due lettere di costituzione di messa in mora” all’Italia  per la caccia in deroga e per chiederle di “conformarsi alle tre sentenze della Corte di Giustizia Ue relative ad una serie di inadempienze nel fornire un’adeguata protezione agli uccelli selvatici”.

“Insomma l’Ue ha le idee chiare – conclude Zanoni –  Ripeto, l’Italia ha tempo fino al 24 dicembre, la vigilia di Natale, per adeguarsi alle sentenze della Corte di Giustizia Ue, poi sotto l’albero di Natale Zaia, Berlato e Stival troveranno le sanzioni previste da regolamento nella seconda sentenza di condanna ormai alle porte. Per questo invito i tre ex amici e tutta la Giunta Zaia a tenere pronto il portafogli, perché arrivate le sanzioni farò tutto il possibile affinché la Corte dei Conti faccia pagare a loro il conto e non ai cittadini veneti”.

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