Il Parlamento europeo ha approvato il nuovo Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione 2014-2020. Aiuti anche a chi ha perso il lavoro a causa della crisi economica, a nuove categorie di lavoratori e ai giovani. “Abbiamo difeso con i denti questo fondo dai tagli chiesti dai governi nazionali. In tempo di crisi, l’Europa deve fare il massimo per aiutare i disoccupati a reinserirsi nel mondo del lavoro”
Il Parlamento europeo ha approvato il nuovo Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) 2014-2020 che prevede un aiuto economico a chi ha perso il lavoro. “Non solo questi aiuti continueranno ma saranno estesi a nuove categorie di lavoratori, come gli indipendenti e i lavoratori con contratti a tempo determinato. Si tratta del minimo che l’Ue possa fare per aiutare le migliaia di persone vittime di delocalizzazioni selvagge e crisi economica che stanno attanagliano i cittadini europei”, è il commento dell’eurodeputato PD Andrea Zanoni.
Il nuovo programma europeo, con una dotazione di 1,05 miliardi di euro per sette anni, entrerà in vigore il 1° gennaio 2014. “Purtroppo si tratta di una cifra al di sotto delle nostre aspettative, in quanto avremmo voluto almeno mantenere lo stesso bilancio del precedente periodo di programmazione, ovvero 3,5 miliardi di euro. Purtroppo abbiamo dovuto far fronte ai tagli imposti dai governi nazionali in sede di Consiglio”, attacca Zanoni.
“Di positivo c’è il rinnovo della possibilità di utilizzare il fondo anche per aiutare le persone che hanno perso il lavoro a causa della crisi economica (questa misura era in vigore per il periodo 2009-2011), in aggiunta al suo obiettivo primario di contrastare gli effetti della globalizzazione – aggiunge Zanoni – Inoltre abbiamo chiesto ed ottenuto che l’aiuto del Feg potrà essere erogato temporaneamente anche ai giovani che provengono da zone colpite da licenziamenti”.
“Secondo le stime della Commissione, il tasso di reinserimento di coloro che hanno usufruito del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione è pari al 48%. Per questo è importante non solo mantenere in funzione questo fondo, ma anche migliorarne l’informazione affinché possa servire da aiuto concreto alle migliaia di persone che hanno perso il loro lavoro a causa della crisi o di irresponsabili delocalizzazioni aziendali”, conclude l’eurodeputato.
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