Ambiente- Zanoni: “No alla diga di Falzè, si rischia la devastazione di un territorio fragile e bellissimo”

“I sindaci e i comitati di Sernaglia e Moriago hanno ragione: la diga a Falzè di Piave va fermata, si rischia la devastazione di un luogo bellissimo e altamente simbolico”. Il consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni si schiera contro il progetto della Regione, elaborato con il supporto tecnico dell’ingegner Luigi D’Alpaos, per collegare le due sponde del fiume all’altezza di Casa Mira. Lo scorso 22 giugno la Giunta ha dato l’ok alla delibera per l’affidamento dell’incarico di realizzazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica. “Si tratta di un’opzione vecchia di mezzo secolo, fortemente invasiva, visto che parliamo di un muro lungo 400 metri e alto 20, e pericolosa: l’area dell’invaso è di estrema permeabilità, date le numerose cavità carsiche presenti su entrambi i lati. Inoltre dal punto di vista idraulico – spiega Zanoni – l’invaso di Falzè provocherebbe un innalzamento delle falde e inciderebbe direttamente sul deflusso dei numerosi corsi d’acqua della Piana Sernagliese con conseguenti probabili inondazioni degli abitati di Fontigo, Falzè, Sernaglia e Moriago. Una scelta che tra l’altro non tiene conto del decreto della Presidenza del consiglio dei ministri del 2 ottobre 2009 di approvazione del Piano-stralcio per la sicurezza idraulica, con cui veniva bocciato qualsiasi progetto di diga a Falzè. Servono soluzioni meno impattanti e lungo tutta l’asta del fiume. In questo senso il Consiglio regionale si era già espresso nella scorsa legislatura approvando nel 2012 un ordine del giorno in cui si impegnava la Giunta a respingere l’ipotesi della diga a Falzè e a mettere in atto soluzioni alternative a monte e a valle della frazione”. “Ci sono poi altri aspetti che sembra incredibile voler sottovalutare – conclude Zanoni – La zona è meta ogni anno di decine di migliaia di visitatori per le bellezze paesaggistiche, storiche e naturalistiche, come il percorso delle Volpere che testimonia la presenza di insediamenti dell’uomo preistorico. Infine la diga ricade all’interno del territorio del Prosecco, candidato al riconoscimento da parte dell’Unesco e uno dei ‘fiori all’occhiello’ del governatore Zaia che ne sta incoraggiando la coltivazione con ogni mezzo: una scelta che appare quantomeno contraddittoria”.

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