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Ambiente – Gruppi consiliari Pd, Amp e Veneto civico “Per la combustione dei rifiuti, serve una normativa chiara: abrogare il Decreto Clini”

Venezia, 11 novembre 2016 – “Abrogare il decreto dell’ex ministro dell’Ambiente Clini del 14 febbraio 2013 sul Regolamento che disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (Css) del 20 marzo 2013 e il decreto del 20 marzo dello stesso anno, con cui si incentiva la produzione e l’utilizzo di Css al posto dei combustibili tradizionali”. Questa la richiesta formalizzata in una proposta di legge statale dal Gruppo del Partito Democratico , insieme agli esponenti della lista AMP e di Veneto Civico. “I decreti – spiegano in una loro nota i consiglieri regionali – hanno colmato un vuoto normativo, stabilendo le condizioni per la trasformazione di alcune tipologie di combustibili solidi secondari da rifiuti a prodotti, ma nel corso dei mesi sono emerse numerose criticità, per cui è indispensabile una revisione dell’intera materia”. Nella relazione che accompagna la proposta “si evidenzia come l’obiettivo di produrre e utilizzare i Css fosse ‘contribuire alla riduzione delle emissioni inquinanti, incrementare l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, aumentare il livello di recupero dei rifiuti, ridurre gli oneri ambientali ed economici legati allo smaltimento di rifiuti in discarica,   risparmiare le risorse naturali, ridurre la dipendenza da combustibili convenzionali, assicurare l’approvvigionamento energetico’. Tuttavia – continua la nota – in fase di approvazione del regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari sono state sollevate numerose perplessità e attraverso interrogazioni parlamentari sono state chieste ulteriori indagini sugli eventuali rischi per la salute dell’uomo e per l’ambiente dovuti all'utilizzo del Css nei cementifici”. Secondo gli esponenti Pd, Amp e Veneto civico nasce “da qui la richiesta di rivedere la normativa, in particolare per quanto riguarda le procedure per il rilascio dell'autorizzazione ai cementifici nonché la composizione del prodotto conferito, prevedendo specifici limiti alle emissioni consentite nell’uso di tali combustibili. Attualmente i limiti di emissione di inquinanti gassosi dei cementifici sono da 2 a 9 volte maggiori di rispetto a quelli degli inceneritori”. La nota specifica che: “Alcune Regioni per autorizzare la sostituzione tra pet coke e Css hanno chiesto l’applicazione di criteri più stringenti, in Veneto manca invece una normativa ad hoc, sottoponendo il via libera a una procedura di verifica (screening) con il coinvolgimento delle Aziende Sanitarie, a cui compete la valutazione dei fattori di rischio per la salute umana” “Con questo progetto di legge d’iniziativa statale si chiede quindi l’abrogazione dei decreti del 14 febbraio e del 20 marzo 2013 in modo da consentire l’approvazione di una diversa regolamentazione dell’uso dei combustibili secondari che tenga conto delle ricadute sanitarie, economiche ed ambientali e che sia più restrittiva e garantista in merito alle procedure di rilascio dell’autorizzazione ai cementifici, alla composizione del prodotto conferito, alla definizione dei limiti delle emissioni consentite e alla definizione di controlli sia sul produttore che sull’utilizzatore disposti nella Valutazione di impatto ambientale”.
 

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