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Italia sotto infrazione per i lavori nel bacino del Piave

Dopo l’interrogazione dell’eurodeputato Andrea Zanoni sullo sfruttamento idroelettrico nel bacino del fiume Piave, la Commissione europea apre una procedura d’infrazione per recepimento incorretto della direttiva Ue sulla Valutazione d’Impatto Ambientale. Zanoni: “Due mesi di tempo per rispondere a Bruxelles. Errore accidentale o colpevolmente voluto?”

 

L’Italia è finita sotto procedura d’infrazione (numero 2013/2170 in seguito all’indagine EU Pilot 5060/2013/ENVI) per la non corretta trasposizione nell’ordinamento nazionale e regionale veneto della direttiva europea di Valutazione Impatto Ambientale VIA dopo l’interrogazione presentata dall’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, sullo sfruttamento idroelettrico del bacino del fiume Piave in provincia di Belluno: “Adesso le autorità italiane hanno due mesi di tempo per rispondere altrimenti la procedura di infrazione continuerà fino alla Corte di Giustizia e a eventuali sanzioni pecuniarie”.

 

“L’Italia ha ricevuto una lettera di messa in mora per non aver recepito correttamente il punto 10.f dell’allegato II della direttiva VIA che richiede lo screening per tutti i progetti di canalizzazione e di regolazione dei corsi d’acqua e non solo a progetti destinati ad incidere sul regime delle acque – spiega Zanoni – Non sappiamo se si tratta di una semplice mancanza oppure di un deliberato tentativo di escludere certi casi dall’esame di VIA. Sta di fatto che la mancanza nazionale, e quindi anche regionale, è stata scoperta e adesso deve essere risolta”.

 

Zanoni aveva denunciato a Bruxelles l’intenso sfruttamento dei corsi d’acqua del Piave per la produzione di energia idroelettrica e i futuri progetti in cantiere, situazione già denunciata alla Commissione europea dal “Comitato Bellunese Acqua Bene Comune ABC. “A causa di tali opere, numerosi corsi d’acqua sono stati compromessi o addirittura sostanzialmente prosciugati. Adesso le autorità responsabili dovranno renderne conto e correggere immediatamente la normativa di riferimento”, conclude l’eurodeputato che ringrazia il Comitato ABC “per l’impegno profuso a difesa del proprio territorio”.

 

NOTE

 

Secondo i servizi della Commissione europea, le risposte fornite dalle autorità italiane hanno sottolineato la non corretta trasposizione del punto 10.f ) dell’allegato II della direttiva VIA nella normativa regionale della Regione Veneto, che deriva dalla non corretta trasposizione dello stesso punto 10.f ) nella legislazione nazionale italiana (parte II del D.Lgs. 152/2006 ).

 

Il Comitato Bellunese Acqua Bene Comune ABC aveva commissionato a una società di consulenza ambientale di San Donà di Piave (VE) un’analisi tecnica della situazione (“Lo sfruttamento idroelettrico in provincia di Belluno”). Nell’analisi scientifica si evidenziano plurime violazioni alla direttiva quadro sulle Acque 2000/60/CE da parte del Piano di gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali adottato ai sensi dell’art. 13 per l’omonimo Distretto Idrografico, la violazione o elusione da parte delle autorità anche della direttiva di Valutazione d’Impatto Ambientale VIA 2011/92/UE, della direttiva di Valutazione Ambientale Strategica VAS 2001/42/CE e Habitat dal momento che si tratta di aree connotate da elevata naturalità e da scarse o addirittura assenti pressioni antropiche, per larga parte tutelate all’interno di Rete Natura 2000 quali Siti d’interesse Comunitario SIC e Zone a Protezione Speciale ZPS ai sensi delle Direttive Habitat 92/43/CEE e Uccelli 2009/147/CE (PER ULTERIORI DETTAGLI CLICCA QUI).

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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